lunedì 21 dicembre 2015

INVERNO PRIMAVERILE

Continua la felicità e la danza delle polveri sottili, continua quest'inverno decisamente anomalo non tanto per la mancanza di neve, cosa già vista (e ho paura che prima o dopo la sconteremo), ma soprattutto per le temperature fuori norma che permettono di frequentare posti che normalmente sarebbero già fuori stagione da tempo.
Sabato in Valdinferno a riprovare a far un po' di resistenza; caldo ma aderenza non male, appena il sole è scomparso dietro l'Antoroto la situazione è migliorata non di poco. Nuove conoscenze, ragazzi giovani discepoli di Giova che tengono la Valdinferno viva arrampicatoriamente parlando, con nuove linee, nuovi blocchi e pulizia ovunque, bello vedere questo posto che amo finalmente "rigenerato". Ognuno sui suoi progetti, chi allo svacco giustamente chi sempre attaccato alla roccia fino al sangue (tra poco mi tocca una trasfusione...), bellissima giornata iniziata presto e finita come sempre al buio; piccoli passi in avanti sul mio antipassaggio e da parte di Filippo, una delle nuove conoscenze di cui sopra, ottimi progressi sul mitico progetto di Torielli straditoso e doloroso!
Ieri invece per me svacco puro mentre Elena si è tolta qualche soddisfazione ad Isengard, un posto che in questa stagione dovrebbe andare bene per lo skialp mentre noi ieri eravamo in maglietta... un po' di blocchi, tante parole ed ottima compagnia in un ambiente decisamente magico e tutto per noi fino al tramonto e quasi oltre. Condizioni della roccia assolute, condizioni mie disastrose, male ovunque e stanchezza distribuita degnamente in ogni singolo muscolo mentre le Elene ci hanno dato dentro allo sfinimento. E ora pochi giorni allo stop e al cambio totale di zona per un po' di tempo...   

venerdì 18 dicembre 2015

DEAD WINTER DEAD

Visto che da un po’ non ci dedicavo un post e visto anche che la musica per me è qualcosa di vitale, ecco qui qualche pensiero su uno degli album metal (e non solo, anche perché onestamente è davvero difficile da catalogare e anche questo è un suo punto di forza) migliori di sempre, Dead Winter Dead.
 
La band è una di quelle che non si sa bene per quale motivo, vuoi sfiga o semplice ignoranza media degli “ascoltatori”, è stata una delle più sottovalutate della storia metal così come i singoli componenti storici, in primis il defunto Criss Oliva, un chitarrista assoluto e completo purtroppo già non più presente su quest’album, e la sua mancanza in effetti si nota in alcuni punti anche se più che degnamente sostituito da Caffery. Anche questo, come altri album della band, è un concept, in questo caso incentrato sulla guerra in Bosnia e sulle vicende di 2 persone che si amano ma sono osteggiate dalla religione diversa e dal conflitto in corso (tema abbastanza attuale…); un metal più che mai sinfonico quello di quest’album, con melodie che si sviluppano in continuità e con un filo logico rigoroso, un incedere assoluto di potenza misto a periodi malinconici il tutto in 13 tracce che son decisamente poche, ogni volta che arrivo alla fine dell’album riinizio perché semplicemente non ne ho mai a sufficienza. Per me onestamente un capolavoro assoluto, difficile trovare qualcosa di paragonabile, una band che non ha mai sbagliato un colpo ma che purtroppo non è mai stata adeguatamente ricompensata (l’esatto contrario dei Metallica…) e che ha trovato come logica continuazione la “Trans Siberian Orchestra”, una vera e propria orchestra di diversi componenti che tra l’altro in questo periodo è decisamente consigliata visto che per la maggior parte ha riarrangiato canzoni di Natale. 
 
Difficile anzi per me impossibile consigliare un pezzo piuttosto che un altro, è un album da ascoltare con la giusta equalizzazione, con un bell’impianto e a volume non alto ma altissimo e al secondo ascolto già ti trovi a urlare ogni ritornello. Se proprio devo dirne una del lotto credo sia la stupenda “Not what you see”, scelta del tutto personale anche se ogni volta che metto il CD non riesco onestamente ad ascoltarne una piuttosto che un’altra, per me è da sentire tutto e basta. Immenso!
 
 

lunedì 14 dicembre 2015

FREDDO INFERNALE

Un altro week end di roccia è andato, questa volta con molto svacco e molta stanchezza nelle braccia complice la scheda di allenamento appena terminata. Un sabato all'insegna del riposo, avevo sinceramente bisogno di prendere del tempo per me con ritmi molto soft pur mangiandomi le mani vedendo la giornata stupenda che c'era. Ieri invece niente sole, anzi clima decisamente gelido tipico della Valdinferno, purtroppo di quel gelido inconcludente e umido che spesso si trova da queste parti, ma comunque non possiamo lamentarci assolutamente di come sia andata. Divertimento, la pace di questo posto sempre stupenda e ognuno a bestemmiare sui suoi progetti... progetti che per quanto mi riguarda riprendono per bene, grazie anche a Funsu che praticamente mi ha dato tutte le methode valide, questa volta son fiducioso e soprattutto ho una linea che mi fa sognare veramente, anche se forse avrei bisogno di fare un po' di resistenza per portarla a termine. Ma se il meteo non farà girare le palle nel breve periodo conto di farci un po' di giri per trovare le condizioni giuste per concatenarla e finalmente mettere in tasca un altro bel progetto della Valdinferno! E intanto sto pregando che l'anticiclone resista sull'Europa e che non m'inculi la settimana in Ticino programmata da tempo...
 


mercoledì 9 dicembre 2015

IN CULO AL METEO!

Chiaramente dopo 4 giorni di meteo merdoso, 4 giorni a casa dal lavoro, oggi di nuovo in ufficio e di nuovo sole a manetta… non dico niente, anche perché alla fine il meteo ce lo siamo cercati e abbiamo trovato davvero delle gran giornate, quindi fanculo alla sfiga!
Davvero un super weekend lungo che mi ha lasciato sui cerchioni come si dice, fibra a zero e pelle ancora meno ma soddisfazione a mille, non tanto per qualche passaggio fatto in particolare (anche se tra fatti e provati non posso assolutamente lamentarmi) ma per l’insieme delle giornate trascorse. Sabato visto il meteo incerto più o meno ovunque e tenuto conto del fatto che Immo era venuto da Cham per un saluto ne ho approfittato per un sboulderata relax sul moonboard, un paio d’ore in scioltezza tanto per sfondarsi già un po’ dopodiché ho passato la giornata in giro al cazzeggio e devo dire che ci stava alla grande, quando rivedo amici che purtroppo e per vari motivi non vedo spesso è sempre un piacere far passare il tempo in svacco totale e sabato è stata proprio una giornata piacevole! Domenica invece con Funsu ed Elena abbiamo deciso di andare a vedere il masso di Montecapretto, di cui Giova mi aveva passato il topò in settimana e arrivati sul posto abbiamo trovato proprio Giova insieme a Guido Cortese e un altro amico (di cui al momento purtroppo mi sfugge il nome)! Stupendo lavoro fatto per ripristinare questo masso storico del torinese, con passaggi superbi e sempre sulle dita, ambiente relax e soleggiato e compagnia al top, non si poteva proprio avere di più. Tanti passaggi fatti, tutti a 5 stelle davvero, non nel mio stile ma non posso lamentarmi perché ci sta tutta ogni tanto dover usare i piedi (anche se spesso volavano ovunque tranne che sulla roccia, ma l’importante è salire no?!), son strafelice per Elena che ormai c’ha preso gusto. Ha vinto il blocco psicologico (il masso non è proprio basso onestamente) ed ha portato a casa dei blocchi della madonna, su tutti sicuramente la bellissima “via dei masochisti” al primo giro, un 6C+ che richiede anche braccine decise, e la tecnicissima “via degli edonisti” solamente al terzo tentativo, un 7A+ intenso, tutti passaggi ditosi e alti e soprattutto non scontati; grande compagnia come dicevo, quando si arrampica bene, tranquillamente e dicendo due parole e qualche cazzata le giornate passano davvero piacevolmente.
Lunedì, sveglia e giornata ancor più merdosa, forse la più merdosa dell’intero fine settimana. Poco importa, ormai c’abbiamo fatto il callo, tanto avevamo già deciso che avremmo fatto una sgambata col topolupo, della pioggia o della neve non ci fregava una mazza. Scelta del bric Mindino azzeccatissima, meteo incerto ma comunque ha tenuto fino alla fine, sospesi tra neve incombente, vento e cielo grigio, ambiente davvero super e Fenrir distrutto, anche perché praticamente l’ha fatta 4 volte tutta tra avanti e indietro vari, appena ha toccato il sedile al ritorno è collassato ed è rimasto tale fino a sera… riposo-nonriposo anche per me, perché alla fine di star svacco a far niente non se ne parla!
E per finire in bellezza ieri a Novalesa. Anche stavolta incerti fino alla fine, prima il meteo, la pioggia della sera prima, poi una manifestazione notav proprio a Venaus con tutti i posti di bocco del caso, alla fine siamo riusciti comunque ad arrivare e ci siamo spaparanzati al sole godendoci proprio una bella giornata. Con Funsu un po’ di passaggi provati, nuovi cantieri da portare alla fine e tanto divertimento; il fisico purtroppo ha ceduto prima del tempo e la pelle ora è in uno stato disastroso, la scheda di allenamento spero dia i suoi frutti nel breve periodo perché ora come ora mi sta devastando e ho solo bisogno di recuperare come si deve. Comunque come al solito un gran bel posto e abbiamo inculato come si deve il meteo e la nebbia, abbiamo trovato massi e passaggi che ancora non conoscevamo e che sicuramente meritano altre visite perché di gran livello, ma soprattutto abbiamo trascorso col socio una giornata old school, come una volta, senza scazzi, col dente avvelenato ma nel modo giusto. E son davvero contento di aver rivisto Funsu azzannare i passaggi con il fisico ma soprattutto con la testa giusta, questa è la strada per tornare a divertirsi davvero!

foto sotto by Elena, Funsu e meiomedesimo...

Sequenza su la "via degli edonisti"








 
Funsu sul bellissimo "spigolo dei buffoni"

 
Guido su "lo sbuffo"
Io su la "via degli edonisti"


Io su "lo sbuffo"

 
Il Galero salendo al Mindino



 
Funsu contrasta la gravità a Novalesa


La gravità ha la meglio su di me a Novalesa!





 

giovedì 3 dicembre 2015

DETERMINAZIONE

Quello che mi piace di questo sport, forse dello sport in generale, è la costanza e la determinazione della gente che lo pratica. E se mi emoziono nel vedere la prestazione di un professionista mi piscio addosso quando sento quella di un amatore, per me almeno 1000 volte meglio! E facile esser sulla cresta quando il tuo unico dovere è quello che per la maggior parte dei tuoi coetanei rappresenta il piacere, se tutto va bene, del weekend. Chiamare lavoro la fatica di allenamenti e uscite su roccia quotidiani mentre per gli altri è un “piacere” ricavato di sera dopo giornate a rompersi il culo in ufficio o in fabbrica il tutto condito da vari scazzi è un’immane minchiata, mi spiace!
Ieri sera ho sentito il Nino. Ho prima visto della sua salita su “Quintessenza diretta” su instagram e poi ho sentito dalle sue parole come sia andata realmente, al limite del fantozziano, e mi vien voglia di fargli i complimenti ancora una volta per la salita, sicuramente pazzesca, ma ancora di più per la sua straordinaria forza di volontà ad ogni costo. Ritagliare tempo al lavoro, alle amicizie, al semplice fatto che magari alle 8 di sera hai voglia di far tutto tranne che sollevare ghisa, non scegliere la giornata guardando fuori della finestra al mattino ma a prescindere, perché quella hai e te la devi far andare bene, questa per me è vera prestazione, fatta di testardaggine e costanza. Come scegliere di avere una famiglia, far quadrare le cose, mandare avanti tutto e anche la propria passione tagliando anche solo mezze ore ai propri impegni, questa è vera prestazione per me. Ammirerò sempre di più questa gente, e fortunatamente la maggior parte di quelli che conosco sono così, perché vivono del proprio amore per lo sport, ognuno giustamente scegliendo di portarlo avanti nel modo che reputa più interessante, ma con costanza e determinazione.
E insieme al Nino che si fa, dopo aver piantato la macchina, più di 3 km di avvicinamento a piedi nella neve e poi si porta a casa un passaggio stellare, metto il socio Funsu, che nonostante tutto e tra impegni e famiglia porta avanti allenamento e uscite con sempre la stessa passione se non di più, metto Lore, anche lui con famiglia e che già al martedì pensa al weekend successivo e mi mette una ralla della madonna, metto il mitico Paulo, sempre con una grinta e una voglia di strizzar prese che ti farebbe venir voglia di allenarti a mille ogni giorno e metto tutti quelli che conosco e che mi fanno davvero piacere questo sport per quello che è realmente: cuore, forza, determinazione e spesso privazione, voluta e consapevole. Si parla di salite, di gradi, ci si prende male e ci si sprona, ma siamo noi che facciamo questo sport quello che è davvero, con impegno e passione. Non invidio, davvero, quelli che hanno a disposizione giornate intere per scegliere cosa fare e come farlo perché probabilmente non capiranno davvero mai cosa significhi impegnarsi ed andare fino in fondo, non è falsa ipocrisia la mia ma consapevolezza del valore dei nostri traguardi.
 

martedì 1 dicembre 2015

SENZA PROGETTI

Alla fine è tutta questione di testa. Per tutta la settimana aspetti, ti programmi, guardi il meteo e poi di colpo la motivazione va giù e a quel punto non puoi che assecondare la testa e andare nella direzione opposta a quella voluta. È un po’ quello che mi è capitato il weekend scorso…
Avevamo già deciso che avremmo suddiviso le 2 giornate disponibili tra i progetti da rimettere in piedi, per me ed Elena. Il sabato suo e la domenica mia, e così in effetti è stato se non che alla fine non abbiamo fatto nulla di quanto avevamo pianificato durante tutta la settimana. Il sabato al Bracco nuovo è andato via liscio per me, un po’ meno per Elena: progetto lasciato perdere, giustamente anche perché alla fine si riduce tutto a semplice divertimento e quando viene a mancare non ha neanche più senso sbatterci il muso, forse. Io invece ho fatto la solita sfilza di passaggi triti e ritriti, di cui onestamente ora ho anche la nausea, tanto per far muover le dita ma restare riposati per il giorno dopo, e quindi via con quelle 3-4 volte su “Aulin”, un paio di volte su “Manitù”, “Occhio alla penna” tanto per, “Taichi” che non si sa mai che perda il vizio… che palle! Basta Bracco, Elena ha giustamente deciso di mollare il colpo per un po’ e io ne ho le palle piene, quindi veloce sgambata col topolupo alla Balma Boves, stupenda, e poi a casa a fare il tifoso di calcio. Alle 20 in punto, stile Fantozzi con frittatona e famigliare di Moretti davanti alla partita Italia-Inghilterra, mi connetto in streaming per vedere l’ennesima edizione de “la Sportiva Legends Only”, quest’anno in versione totalmente femminile. M’interessa particolarmente perché trovo onestamente più bello veder arrampicare una donna e poi i nomi son davvero di livello, anche se alla fine l’outsider di turno è stata quella che ha letteralmente spazzato tutte. Vero è che le altre mi son sembrate davvero sottotono, in particolare la Stohr, quasi fossero lì più per far festa e per far presenza all’evento, ma la Garnbret ha fatto una prestazione di livello assoluto, ci sarà sicuramente da divertirsi il prossimo anno…
E intanto già per il giorno dopo inizio a non esser più tanto convinto, sono stanco soprattutto di testa e inconsciamente sento che ho bisogno solamente di staccare un po’. Di evitare per un giorno di ravanare nei boschi, di schiattare di freddo, d’impegnarmi soprattutto. Quindi se la sera poi fai festa il giorno dopo è inutile star a far chilometri, ho mollato il colpo e mi son goduto una piacevole giornata di sano, puro e semplice svacco senza pensieri. Piacevole passeggiata con Fenrir ed Elena a godersi il sole del mattino, giretto al centro commerciale in stile bauscia (ma quando lo fai una volta l’anno stranamente diventa anche divertente!) e serata sul mio muretto per un paio d’ore di passaggi senza troppi pensieri ma dandoci come un matto, una figata pura (questa volta ho alzato l’asticella, decidendo di tracciare un bell’8A stimolante. To be continued…). Non voglio esser costretto nel mio tempo libero, voglio gestirmelo come più va a me perché butto già troppo del MIO tempo nel cesso senza rendermene conto, o meglio forse me ne rendo pure conto ma non faccio niente per modificare st’andazzo ed sta diventando decisamente pesante da sopportare...

giovedì 26 novembre 2015

SI VA AVANTI

Ok ora che son una paio di settimane che ho montato anche le gialle sulla bestia un’idea più precisa me la son fatta. Intanto la prima cosa che devo dire è che onestamente come grana delle prese preferisco di gran lunga quella delle bianche/nere, decisamente più aggressiva e grippante e su delle presine come le gialle, già strane e piccole di loro, una grana piuttosto fine fa si che siano terribilmente meno tenibili su queste inclinazioni… per il resto vero è che di blocchi fatti solo su questo set non ce ne sono molti ma i pochi che ho fatto li ho trovati effettivamente più coerenti con i gradi outdoor e decisamente molto belli. Un tipo di scalata più “naturale” che facilmente puoi trovare anche su roccia, movimenti meno ampi (fortunatamente) che richiedono un posizionamento del corpo più preciso; le prensioni a differenza di quanto si possa pensare non sono “arcuatearcutearcuate”, dato che comunque con setup misto purtroppo le gialle non son quasi mai posizionate secondo quello che potrebbe essere il verso più tenibile (neanche fossero ronchie…), quindi spesso e volentieri ci si trova a doverle usare con pinzatine strane o addirittura a dita stese! Il meglio sicuramente l’ho trovato nei blocchi misti sui 3 colori, dove magari ti trovi a fare un movimento di allungo o dinamico per poi continuare di controllo su una microtacca schifosa, in questo caso il divertimento è assurdo (o son io che son malato) e non vorresti mai smettere, se non quando ti rendi conto che non stai più attaccato a niente… in ogni caso il setup in questione è duro, molto, allenante sicuramente ma mi spiace soprattutto per Elena che ora forse più che mai trova lungo ed è davvero difficile tracciare qualcosa di facilmente salibile.
Intanto la scheda nuova va avanti, ho scelto di mixare la forza con un po’ di resistenza e fare 3 serate mirate di cui una solamente dedicata alla body tension, sperando di avere risultati a medio termine anche se magari accuserò il colpo nell’immediato. Sempre per quanto riguarda l’allenamento son contento della scelta fatta di spostare avanti l’annuale trimestre di carico, ora come ora anche il meteo mi sta dando ragione e spero continui così ancora per un po’, anzi magari fino alla prossima primavera sarebbe il top! Non ho particolari progetti, uno solamente lasciato in piedi dallo scorso anno che son sicuro di portare a casa ed un altro in cui ho smesso di credere ma che ogni tanto proverò sicuramente, voglio invece dedicarmi ad aiutare il più possibile Elena a portare a termine il suo megaprogetto e la volta che lo salirà, perché son sicuro che lo salirà, farò davvero festaccia come se avessi chiuso un 8B io! Ognuno ha i suoi demoni, chi li combatte, chi li accetta e ci convive...

lunedì 23 novembre 2015

CONSAPEVOLEZZA

Finalmente Ellero come lo intendo io: freddo, grigio e con gran aderenza! Così si mi piace e così si che ci torno volentieri. Sabato con Funsu abbiamo deciso di salire comunque, nonostante non avessimo grandi aspettative: strada bagnata a casa, a Mondovì, a Roccaforte, minimo ci aspettavamo di dover fare dietrofront al moonboard ma invece su era tutto asciutto e ventoso e con gran condizioni! Solamente a metà giornata per un attimo la magia è svanita, ma tempo neanche un’ora ed è tornata al top. Subito riscaldo con tranquillità visto che le mie dita non son ancora a posto (quest’anno non so che mi capiti ma non riesco a rigenerare la pelle) agli schiaffi, il progetto di Funsu è “Drago bianco”, il bellissimo e classico traverso su piatte; grande lui che al primo giro della giornata cade praticamente all’uscita, onestamente l’ha passeggiato e non mi aspettavo che potesse non chiuderlo. Decide di rilassarsi un attimo, giustamente perché il giramento di coglioni è tanto, quindi saliamo al muro degli schiaffi per dedicarci a me; “Krav maga” non è proprio il mio stile di blocco, tacche piccole su muro leggermente strapiombante, ma sicuramente la linea è super quindi merita di lasciarci quel poco di pelle che mi resta. La partenza è la parte più dolorosa per me, il sit per arrivare alla prima tacca di sinistro mi buca subito entrambe le mani e neanche l’attack (ebbene sì, funonzia alla grande per le piccole ferite!) basta, quindi via di nastro per non metter sangue dovunque; cado subito alto quindi capisco che è solamente questione di resistere un po’ al dolore per portarlo a casa e così in effetti va. Parto, strizzo e spengo il cervello per non pensarci, arrivo alla tacca alta di destro, bordo e via fuori dal masso con enorme soddisfazione: passaggio a 5 stelle per quanto mi riguarda e onestamente ben duro, e anche sopra il dolore si fa decisamente sentire! E nuovamente la volta di Funsu sul suo progetto quindi si torna agli schiaffi; Drago bianco è un passaggio davvero aleatorio, non ha un singolo duro ma ha diversi movimenti sui piedi su cui puoi cadere in ogni momento, mi ricordo quando l’avevo fatto la prima volta che avevo bestemmiato in diverse lingue in effetti… il socio aveva però trovato un po’ di tempo fa una methode diversa dalla classica che in effetti, dopo averlo rifatto sabato in questo modo, lo semplifica di molto rendendolo decisamente meno “sulle uova”. Peccato per lui che la stanchezza prenda il sopravvento, sicuramente non gli manca niente per portarlo a casa forse solo un po’ di consapevolezza delle sue reali capacità! Giornata finita, saluti ad Ale e Claudia anche loro in valle e fatto finalmente la conoscenza di Keiji76, mi spiace non avessimo tempo per arrampicare un po’ insieme e magari farci un birra dopo ma sicuramente la prossima volta non mancherà.
Ieri invece decido di tornare in Valdinferno in compagnia di Fenrir, soprattutto per verificare le condizioni su e vedere il progetto abbandonato lo scorso anno ma senza contare troppo sulle mie di condizioni. Torno alla linea adocchiata e provata un po’ la stagione scorsa, riscaldo veloce con un sole bellissimo e caldo, l’aderenza non è il top ma tutto sommato buona; parto e rifaccio la parte alta senza troppi problemi come già l’avevo salita, mi rimetto quindi sul sit e fin da subito capisco che si fa ma… c’è sempre un ma, la linea come l’ho intuita richiederebbe delle eliminanti che non mi son mai piaciute e che in un posto come la Valdinferno ci stanno proprio male. Decido quindi di lasciare stare, progetto abbandonato purtroppo perché ora ho sinceramente voglia di trovare delle linee mie dato che è da Esischie che mi dedico solamente a ripeterne di già salite e ho voglia di pulirne di nuove da decifrare ma credo che la roccia non manchi e di mettere impegno in un’eliminante lo trovo abbastanza stupido… già che son li ripeto per l’ennesima volta la bellissima “Supersayan” e anche “Non senza grazia”, dopodiché guardo le mie dita e decido che forse una passeggiata col topo con quella giornata stratosferica sarebbe stata l’opzione migliore… in ogni caso un weekend ottimo, concluso con un bel messaggio di Ale che mi ha fatto davvero molto piacere: finalmente qualcuno ha ripetuto la mia linea “Merda” (o come si voglia chiamare) a S.Anna di Valdieri! Nonostante sia solo 7A son felice che qualcuno l’abbia apprezzata, in particolare quando uno come lui dice che gli è piaciuta non può che fare piacere anche a me: è alta, è bella ed è logica, la consiglio lasciando da parte ogni pregiudizio sul grado (qui un mini topò la linea è la 2, centrale).

La faccia del dolore...


Mimetismo a punta!


Primavera...

Credetemi, il mare si vedeva!
 
 

martedì 17 novembre 2015

FOTO MITICHE 4

Sempre di qualche anno fa la foto mitica di oggi, un bel poster decisamente motivazionale che è restato appeso al muro di fianco al mio trave per anni.
 
Climber mitico, Mauro Calibani, la potenza applicata al boulder, peggio di lui a quanto mi ricordi solamente Malcolm Smith; passaggio altrettanto mitico per diversi motivi, non ultimo perché è stato il primo a raggiungere il grado allora improbabile di 8C+. Dal momento in cui è stato salito per la prima volta nel frattempo molte cose son cambiate: da una parte la chiusura al pubblico di Meschia vecchia, dove appunto il blocco si trova, dall’altra la ripetizione del blocco e il successivo ridimensionamento del grado, ma non è questo che m’interessa.
La foto la trovo semplicemente stupenda, un gioco di luci eccezionale secondo me che mette in risalto la bellezza e la complessità del blocco, inoltre la linea essenziale e la roccia con straordinarie forme morbide, semplicemente azzeccata in tutto! Un blocco che chi l’ha visto da sotto definisce semplicemente senza prese, un gioco di compressioni esagerate di tutto il corpo, l’allungamento da sotto di una linea preesistente (“Leonardo”) su un blocco a portata di mano ma che (ovviamente direi io) non è mai stato cagato più di tanto, dato che intravedere una linea di salita era già oltre. Questa foto rappresenta per me insieme a poche altre l’essenza stessa del boulder, ovvero immaginare una linea dove altri non vedono niente, desiderarla, pulirla, decodificare una sequenza possibile e portare avanti l’idea che salire quel blocco sia realizzabile. Mi ricordo che quando avevamo iniziato ad allenarci seria(l)mente col socio alternavamo serate a Ceva sul mitico muretto dell’Anteo (quando mi manca ragazzi!) a serate di allenamento a casa, 4 su 5 eravamo sotto col train mentre il venerdì uscivo dal lavoro e andavo a correre un po’ perché di star fermo non se ne parlava e quando si stava a casa l’unico attrezzo che avevo a disposizione era un trave. Dura farla passare, perché comunque un trave è sempre e solo un trave, ci trazioni, ti ci sospendi, fai qualche tours per svarionare un po’ ma in ogni caso resti sempre su quel mezzo metro quadro a fare il salame appeso e dopo un po’ può anche diventare una palla mortale: allora questa foto era lì davanti a me per ricordarmi che il weekend era vicino e la roccia mi aspettava per far qualcosa di vagamente simile a quello che stava facendo il Calibba, ovvero bloccare a tutto spiano e divertirmi come un matto per intere giornate. Mi ricordo che al tempo per me esistevano solo le Venom della Sportiva, da un lato perché mi ci trovavo da Dio dall’altro perché onestamente il mio desiderio di emulazione superava l’aspetto puramente critico; inoltre alzavo quanta più ghisa possibile perché ero fermamente convinto che aumentare a dismisura la massa potesse aiutarmi ad arrampicare meglio, e anche qui onestamente, seppur a livelli inarrivabili per me, il braccino di Mauro un po’ invogliava…
 
Tonino78 è stato forse l’apice della carriera di Calibani, che dopo aver vinto un campionato del mondo ha portato la sua classe sulla roccia, dopodiché è riuscito a realizzare il sogno E9 e successivamente ha unito il tutto per vivere a pieno d’arrampicata in modo, direi, intelligente. Nel frattempo questa linea è caduta nel dimenticatoio mediatico complice anche la chiusura dell’area d’arrampicata ma verrà comunque per sempre ricordata come un ennesimo step nella scala delle difficoltà o quantomeno come il simbolo della volontà di alzare l’asticella e questa foto per me è tuttora il simbolo di un periodo in cui era quasi tutto nuovo e avevo una voglia infinita solamente di arrampicare, allenarmi e scoprire, come e più di oggi.
 

giovedì 12 novembre 2015

E IL PARCO GIOCHI SI ALLARGA!

E son sempre più goduriosamente felice! Ordinato il set di prese mancante per il moonboard (il giallo) ieri mattina, arrivate oggi pomeriggio e non sto più nella pelle. Ora è completo, sentivo che mi mancava un pezzettino in effetti… per quel che mi riguarda, son onesto, il set migliore e più utilizzabile resta il nero, per il tipo di prensioni e per la tipologia di prese, una giusta via di mezzo tra le bianche più ronchiose e le gialle che, per quel che ne so (purtroppo il pacco è a casa e non le ho ancora viste), son decisamente una legnata sui denti. Ma ci tenevo davvero ad avere il pannello completo in modo da sfruttare a pieno i blocchi tracciati online, e ora penso d’averne almeno fino al 2070! Quindi ora mi toccherà rismontare il tutto, pulire e rimontare un nuovo setup che credo a questo punto sarà quello completo che non ho ancora provato, anche se ero molto tentato di rimontare quello di Moon comprensivo di gialle.
 
A parte tutto questo, di cui forse non fregherà niente a nessuno (meno del resto che scrivo? Impossibile!), gran bel pomeriggio in Ellero ieri. I francesi son in festa e io ne approfitto, scappando dall’ufficio e godendomi questa finta primavera; blocchi tutti per me, quiete assoluta, aderenza buona e meteo ottimo, son scappato dal bosco che già faceva notte anche se sarei restato ancora su a godermi quel silenzio. E vero che Rastello negli anni mi ha un po’ stufato, forse perché l’ho davvero frequentato molto, ma quando ci torno non resto quasi mai deluso, che sia per fare un circuito in scioltezza oppure per provare un blocco duro, ed è davvero raro trovare delle condizioni così buone in valle per cui sarebbe stupido non andarci e tutto sommato non posso lamentarmi di come sia andata. E stasera via di allenamento per terminare in pompa la settimana…

lunedì 9 novembre 2015

RELAX

Week-end di riposo prima della nuova scheda d'allenamento che spero mi farà riprendere un po' di forma in vista della vacanzina di fine anno. Riposo di sabato farcito una bella camminata davvero relax insieme al topo in giro per langa, con un meteo e dei paesaggi davvero fuori norma tanto erano belli, per poi finire gambe sotto al tavolo per quasi tutto il giorno, e ci stava al la grande una tantum.
Ieri invece abbiamo deciso per qualche ora in Ellero tanto per svarionarci un po' ma senza grandi obiettivi, tanto più che Elena era pure mezza influenzata. In ogni caso, nonostante l'influenza e le dita ancora aperte dalla settimana di allenamento, è riuscita in quella che forse è la sua più grande prestazione fino ad ora, quantomeno secondo me è così. Dopo qualche passo alla Bestia è partita in quello che forse è il passaggio più figo del masso, un 6C sit ditoso, tecnico ma soprattutto alto ed è uscita al primo giro! 6C blocco flash, una prestazione davvero superiore tra l'altro fatta alla grande e con ampio margine in un posto che non regala assolutamente niente! Superiore, giustamente su un passaggio a lei congeniale ma fatto senza esitazioni e tra l'altro stando anche poco bene (immagino se allora stava OK...). I miei complimenti davvero, perché ci sta credendo e si sta togliendo delle belle e dovute soddisfazioni senza voler strafare ma seguendo una linea logica che forse qualche tempo fa aveva perso.
Da parte mia niente di rilevante, un po' di fiacca sicuramente e dita aperte, è arrivato il momento di una scheda che mi faccia risalire la china, di spingere sull'acceleratore in modo da arrivare il più preparato possibile alle vacanze di natale in Svizzera, che ora come ora sono il mio obiettivo principale. Dopodiché con l'anno nuovo riinizierò a sfondarmi per qualche mese, come ogni anno e forse anche di più perché già mi mancano le serate infinite a creare ghisa!  
 


mercoledì 4 novembre 2015

FOTO MITICHE 3

La terza foto mi è sempre piaciuta un sacco, fin da quando l’ho vista la prima volta sulla pubblicità della Prana e dopo anche su Dosage 3, anche se forse può sembrare abbastanza insignificante.
 
Il climber naturalmente è Dave Graham mentre il passaggio dovrebbe essere (uso il condizionale perché non ne sono sicuro) “Cellar Door” a Brione, o qualcosa di simile insomma. Al di là del blocco in se nel mio immaginario ha sempre rappresentato un sacco di cose: passione, tenenza, roccia perfetta, insomma boulder allo stato puro! Mi ricordo che non era molto che arrampicavo e le serate d’allenamento con Funsu erano a base di trazioni senza senso con carichi allucinanti e ore di boulder al Vertigo a cui faceva seguito un cena a base di birra o alcool vario ma niente di solido, coglioni proprio forte direi anche se al tempo non pativamo un cazzo. Le discussioni naturalmente erano (e a volte lo sono ancora) incentrate al 99% sull’arrampicata e si aspettava solamente il venerdì per poter organizzare le uscite del weekend, dopodiché si partiva con ogni tipo di meteo e alle volte eravamo talmente esaltati che ci portavamo dietro anche un lettore DVD portatile e i vari Dosage, Pilgrimage, ecc per gasarci ulteriormente. E mi ricordo benissimo questa foto su cui restavo in estasi ogni volta che la ritrovavo sfogliando un Pareti, un Alp Wall, un Grimper dell’epoca oppure quando mi impallavo per ore a vedere il stile corazzata potemkin il Dosage 3 del socio.
Pensavo a questo tipo che stava trascorrendo mesi in giro per l’Europa, in particolare in Svizzera, pulendo linee nuove o ripetendo tutti i blocchi più duri sul granito migliore del mondo ma non provavo invidia, onestamente non ne ho mai avuta anche per altri che avevano possibilità diverse e migliori delle mie perché ho sempre guardato al mio orticello e alle già mie immense possibilità accontentandomi alla grande. Per me Graham è sempre stato un simbolo, veritiero o meno non saprei, della passione allo stato puro, masticare roccia e non plastica a prescindere, di una forza di dita enorme (leggenda vuole che su Action Directe riuscisse ad arcuare i mono…) e la Svizzera ai tempi era ancora un sogno per me inarrivabile e forse inutile, dato che a malapena mi muovevo sui 6 non vedevo la necessità di uscire dai miei posti dove tutto era ancora da fare. Anni dopo, quando ho iniziato a frequentare assiduamente Chironico e posti vicini, mi son subito reso conto che quello era il posto dove bisognava andare molto tempo prima perché era il top, di meglio non c’era e non poteva esserci in giro e quella foto mi è tornata in mente fin da subito, sentendomi gasato come ai tempi delle uscite in Ellero con Funsu.
Magro, tirato all’osso, V10 ai piedi e sguardo incazzato a strizzare una tacca infima alla ricerca del prossimo passaggio da tritare, me lo immagino in giro per i boschi intorno a Cresciano, Chironico e Brione alla scoperta delle linee migliori ancora da salire o da chiodare, per me era ed è tuttora la naturale prosecuzione di ricerca di Fred Nicole, sempre col culo sul prossimo aereo per valorizzare un’area nuova. E la Svizzera, pur avendo visto un po’ di posti in giro anche fuori Italia, resta ancora il mio sogno personale per ogni singolo blocco e linea che vedo perché per me di meglio non esiste, e questa foto è ancora lì nel mio archivio personale a testimonianza soprattutto di un periodo in cui vivevo l’arrampicata in modo molto più semplice e spesso divertente che adesso...
 

martedì 3 novembre 2015

CHE GODURIA

Che figata di weekend! Meteo perfetto, tanta roccia ma soprattutto un giorno in più del normale che non guasta mai. Tante idee, alla fine uno vorrebbe arrampicare ovunque e per la testa ti passano mille posti diversi dove poter andare, tanti progetti da portare avanti, vorresti fare boulder ma anche corda ma bisogna comunque accontentarsi e cercare di restringere le scelte.
Alla fine sabato ho deciso di riprendere con la corda e di riprendere subito da qualcosa che avevo provato tempo fa su cui però non schiodavo granché. Una bella linea chiodata da Giova ai Quarzini con una partenza nuova non dura e un blocco a metà che è un vero legno fino a ricongiungersi ad un tiro esistente di 7b+, un tiro tecnico e ditoso ma che al contempo richiede anche pompa nelle braccia. Fortunatamente non serve molta resistenza altrimenti sarei fottuto in partenza, perché comunque ha un paio di riposi davvero buoni dove riesci a rigenerarti quasi completamente; dopo tutta la mattinata solo su quel blocco infame e con tutta la pazienza di Elena a disposizione alla fine son riuscito a decifrarlo con un movimento davvero aleatorio e su cui avrò comunque bisogno di parecchia aderenza per provare a farlo in continuità dal basso, anche perché comunque la quarzite con un minimo di umidità come sabato diventa una merda da tenere. Tornando alla macchina mi son chiesto più di una volta come avrei affrontato quel passaggio se fosse stato un boulder a terra (sicuramente in modo diverso) e quale sarebbe potuta essere la difficoltà del singolo: risposte me ne son date, vedremo se e quando riuscirò a tornare per liberarlo definitivamente se avrò ragione o meno. Per intanto un grazie enorme a Giova per averlo chiodato e soprattutto per avermi lasciato la possibilità di provare e ad Elena per l’enorme pazienza ma anche l’occhio e l’intuizione su alcuni movimenti che mi hanno aiutato non poco!
Domenica invece è stata la volta di Elena di darci dentro, nonostante l’allenamento estenuante di questi giorni che l’ha parecchio provata ma soprattutto con le dita ridotte in uno stato pietoso ancora dal weekend precedente; alla fine ha scelto per Sant’Anna di Valdieri, roccia non troppo aggressiva e posto relax con parecchio passaggi per lei da provare mentre io e Fenrir ci svaccavamo al sole. Nessuno in giro, quindi qualche blocco medio facile per scaldarsi (anch’io, alla fine non riesco a non fare nulla…) e poi a provare i progetti lasciati in sospeso la scorsa stagione. Non è andata male, chiaramente deve tornare riposata e con la pelle rigenerata ma onestamente è migliorata sul movimento e in quanto a forza pura ne ha decisamente di più, se continua a crederci in questo modo questa stagione son convinto che si possa togliere delle belle soddisfazioni!
E infine ieri, giorno lavorativo per tutti tranne che per noi doglianesi (festa patronale, mi son sempre chiesto se il patrono di Dogliani sia san cadavere a questo punto. Boh…) e io mi godo il mio giorno di boulder in completa solitudine e relax. Col topo siamo tornati di nuovo in Ellero, quest’anno ci sarò andato se va bene 4-5 volte, senza progetti particolari se non godermi la giornata stupenda, la valle tutta per me e l’aderenza ottima. Provato un paio di passi nuovi (per me) oltre ad un blocco stronzo che proprio non mi vuol entrare (ma onestamente non è che mi prenda poi tanto come linea), finito la giornata senza pelle e con poca fibra, sento che è di nuovo ora di un mesetto di train mirato in vista del viaggetto di fine anno. Comunque una giornata favolosa, sarei andato volentieri in Valdinferno e riprendere il mio progettino lasciato in sospeso lo scorso inverno ma alla fine è andata bene così, di meglio onestamente non avrei potuto chiedere.

Fede sul tiro progetto ai quarzini

Falesia "Quarzini"


la prospettiva di chi fa sicura e siguarda i colori meravigliosi

Un bosco di faggi in autunno

Quest'albero prende fuoco?
Noi 3!!!
...uff... niente... il mio padroncino non mi da nemmeno un pezzo di pizza! :(

mercoledì 28 ottobre 2015

FOTO MITICHE 2

La seconda foto “mitica” invece è forse quella che ha dato il via alla mia passione per i blocchi. Il personaggio è ancora il top per me e il blocco… beh il nome dice tutto!
 
 
Dreamtime rappresenta ancora oggi un sogno per molti, nonostante sia stato sgradato, una presa chiave si sia rotta e sia stato risalito in seguito e quindi rigradato; una linea pura, perfetta, su un blocco leggermente fuori dal circuito di Cresciano appollaiato in cima ad una collinetta quasi a sembrare tenuto in bilico da un tronco. Su questo masso è stata ridefinita l’alta difficoltà del boulder, più di una volta, prima con Dreamtime appunto e poi sull’altra facciata con “The Story of two worlds” eredità e stravolgimento di Graham al boulder europeo. Ma questa è un’altra storia…
Salito nel 2000 dall’altrettanto mitico Fred Nicole, all’apice della sua carriera e forse dell’esplorazione seriale dell’inestimabile gioiello che è il ticinese (con Chironico e Cresciano su tutti, ma per chi ci è stato è chiaro che questi due spot non sono i soli), è stato il primo blocco per cui è stato scomodato il grado allora inarrivabile di 8C. Un mix di traverso e blocco su tacche prima e poi sulle svase sfuggenti del bordo, un passaggio obbligato per il gotha dell’arrampicata di cui online si trovano decine di video di salite sit e stand,: per me su tutti quelli di Sharma e Core che tra le diverse methodes possibili riescono a farlo con un’apparente e devastante facilità! E che piaccia o meno è stato comunque un punto di partenza e confronto per far salire l’asticella della difficoltà sui blocchi.
Ricordo che quando ho iniziato ad appassionarmi all’arrampicata, dopo aver presto abbandonato la corda per mancanza di soci (o quantomeno ne mancavano che volessero andare sempre e comunque ad arrampicare…) e dopo aver comperato il mio primo pad della kong andavo per massi, in Ellero principalmente, con un po’ di riviste al seguito e la storia di Dreamtime con le varie foto penso d’averla letta fino a saperla a memoria e vedendo questa foto in particolare pensavo che non sarebbe stato difficile prima o poi riuscire a provare un blocco come quello. Enorme puttanata, ma allora era bello pensarlo… Ancora oggi non mi stanco di vederne foto e video e non nascondo che non mi dispiacerebbe prima o poi (magari a capodanno visto che saremo da quelle parti) metterci mano alla stand, anche solo per farmi il regalo personale di provarci, perché se anche Dreamtime ha ormai più di 15 anni e la sua reale difficoltà (ma non la bellezza) è stata messa in discussione più volte, resterà per sempre nell’olimpo delle salite storiche che hanno segnato il passaggio di un’epoca. Chi non vorrebbe vedere da sotto e magari toccare i mono di Action Directe???

lunedì 26 ottobre 2015

DELUSO

Stanco, ma anche un po’ demoralizzato questa volta. Penso d’aver bisogno di staccare un po’, cambiare progetti e forse tornare un po’ alla corda per svarionare la testa. Nel weekend si era deciso di fare un giorno blocchi per me e un giorno corda per Elena, alla fine fortuna che almeno lei l’ha sfangata perché io ho fatto solamente cagare…
Sabato al pian della casa per dare l’ultima zampata a “The Twins”; già dal riscaldamento capisco che non gira, ho effettivamente esagerato nei giorni scorsi con 4 giorni di moonboard e un giorno a Varazze e son più che stanco, spossato. Le braccia non chiudono, non ho più pelle, le dita mi fanno male, non c’è proprio storia in particolare su quel passaggio, decido di lasciar perdere e non credo solo per questa volta, ma di chiudere una volta per tutte il discorso. A volte bisogna rendersi conto che è solo un accanimento, non ci sono miglioramenti e quello in particolare, oltre che esser duro, non è proprio il mio passaggio, in modo assoluto; c’ho provato, un paio di volte ci son pure andato vicino, ma ora basta, per alcune linee non ha senso andare all’esasperazione bisogna semplicemente rendersi conto dei propri limiti. E la mia bestia nera, come molte altre, ma resta il fatto che sia un blocco tra i più belli ed estetici che abbia mai visto e provato e son contento comunque d’averci speso del tempo perché ne è valsa la pena! Ora è il momento di cambiare rotta, altri progetti sicuramente più alla mia portata o semplicemente più consoni al mio stile e la voglia di tornare a far corda e togliermi qualche soddisfazione anche li.
Elena invece è andata alla grande! Piano piano si sta riprendendo dall’infortunio al dito e pur non potendo arrampicare molto soprattutto su quelli che sono i suoi progetti qualche dente se lo sta togliendo (metaforicamente…): al pian della casa sale “The sting” un super legno made in Giova dove servono dita e tecnica per un passaggio dove non bisogna guardare il grado prima di provarlo altrimenti si rischia di restare piuttosto delusi! Alla fine ha trovato la sua methode e l’ha stampato al secondo giro della giornata senza particolare sforzo, mentre per poco non fa anche “Hip Hop” partenza bassa, che secondo me vale un bel 7A, arrivando al bordo qualche volta senza riuscire a tenerlo, anche se comunque non è lontana: ancora una possibilità di salire su prima dell’inverno ed è suo. Al sangue ha continuato imperterrita anche su “King Kong”, non so davvero come facesse ad arrampicare con le dita conciate in quel modo, se non è passione questa!
Ieri invece, dopo qualche pezzo tragicomico degno di un film (purtroppo son proprio imbecille…) siamo riusciti a fare un pomeriggio a Miroglio, per me una sicurezza quando ho bisogno di rilassarmi. Io, Elena ed Elena G. con Giova incontrato sul posto (davvero un piacere, era una vita che non lo rivedevo) a fare qualche tirello e discutere del più e del meno nella pace di quel bosco. Ho ripetuto dopo parecchio tempo la mitica “Placca Grassi”, qualche anno fa (una decina ormai, penso) il mio primo 6c a vista, una soddisfazione allora e un piacere ieri rifarla al tramonto; bello vedere le due Elene accanircisi ed arrivare quasi a farla, complimenti a loro per la tenacia e la sopportazione del dolore, bello tornare alle macchine al buio, brutto pensare che fosse domenica sera...

On the road


Colori

Che climber cani...


Lo so non potrebbe stare libero...

Sequenza su the Sting



Elena G in azione a Miroglio


Elena sullo stesso tiro


Thayla versione "bivacco in quota"