Finalmente i Penna's hanno pubblicato il video della salita di "the Twins" al Pian della casa (anche perché io mica ci credevo che l'avesse fatto!). Bellissimo passaggio davvero, linea pura ed incredibile rimasta progetto per parecchio tempo fino al passaggio di Ale lo scorso anno: pochi movimenti e via, dita di ferro e braccino che chiude senza tanti cazzi! Ogni tanto, dato che mi restano da fare quello ed Ambrosia lassù, una manata ce l'ho data ma per me il duro resta alzare il piede sinistro dopo aver preso la tacca alta con la mano destra, soprattutto perché quella tacca-rasoio trancia la pelle che è un piacere dopo pochissimi tentativi, che tra l'altro consiglio di fare con un freddo bello intenso (che aiuta sia a tenerla che ad anestetizzare un po' di dolore...).
Complimenti ragazzi, per la salita e per il video (un po' meno per la musica!), un passaggio assolutamente grandioso! Riporto qui sotto il link.
Chi può permettersi di fare
come prima multipitch una via come Silbergeier, una delle 3 grandi delle Alpi?
Sicuramente di primo acchito non verrebbe mai di pensare che possa essere un
boulderista puro, non tanto per un discorso di livello (se c’è c’è, a
prescindere da cosa si affronta) e neanche relativamente alla
resistenza/continuità che una persona abituata a 10 movimenti estremi possa o
no avere, dato che su questa via sembra che più che averne nelle braccia serva
un’ottima tecnica e dita di ferro. Più che altro viene da pensare al fattore
psicologico della salita perché non si è in falesia ma in quota, con tutto
quello che ne consegue: fattore meteo, stanchezza e gestione del ritmo e dei
tempi di salita e discesa ma soprattutto non lasciarsi intimorire
dall’eventualità di voli eterni… perché comunque leggendo un po’ qui e là
sembrerebbe spittata decentemente ma la possibilità di proteggersi è ridotta e
i runout devono essere gestiti al meglio per evitare di tornare qualche metro
sotto!
Ecco, Nalle Hukkataival,
conosciuto più che altro per il livello altissimo sui blocchi, se non il
migliore attualmente sicuramente nella top five, si è permesso senza troppi
scrupoli di ripetere una via come questa e senza neanche troppo lavorarsela
dato che in soli 3 giorni, pochissimo se si pensa al livello di ogni singolo
tiro, se l’è portata a casa. L’ennesimo episodio di polivalenza, o meglio
riuscire a modellare le proprie capacità in base alla situazione, cosa che
sicuramente non sono in molti a poter fare soprattutto a questi livelli, al di
là del solito Ondra. Già ora c’è chi si chiede se il finlandese continuerà su
questa linea, i più cajani si chiedono se invece di giocare sui massi si
dedicherà finalmente alla vera arrampicata, a ma piace pensare che invece resti
un episodio limitato espressione semplice e pura della voglia di cambiare e
sperimentare senza porsi limiti perché alla fine l’arrampicata è bella anche e
soprattutto per questo, la settorialità ad ogni costo uccide l’emozione sia di
chi “gioca” che di chi ogni giorno legge ormai assuefatto. Qui sotto un bel
video proprio sulla via in questione, di un’altra coppia molto polivalente ma
che soprattutto non si prende troppo sul serio.
Fine settimana nella norma, niente di particolare. Venerdì sera in fuga dall'eventuale casino post-partita (inutile...) in valle Gesso, nel superspot di sant'Anna di Valdieri: condizioni buone per il periodo, ventilato e fresco, tutto asciutto. Saliti alcuni bei passaggi, linee decisamente da urlo, e lasciati per le prossime volte, con condizioni migliori e qualche spotter, alcuni problemi che sono decisamente stupendi. Sabato invece con una fiacchezza fuori della norma e condizioni penose siamo finiti al Barbara; fortunatamente la compagnia era ottima, con Lore e Nic a provare nuovi e vecchi blocchi, in particolare la superlinea de "L'angelo della vendetta", davvero incredibile e soprattutto (cosa molto strana per il posto...) non dolorosa! Grandissimo Nic che si porta a casa "Flipper", uno di quei 7A che trovi solo al Barbara, duro come non mai e giornata terminata a pianificare per le prossime un bel highball da brivido, da provare assolutamente. E domani si ricomincia...
Sono un divoratore seriale
di libri e giornali, mi piace la carta stampata e mai la sostituirei col
digitale. Non so se si tratti di passione o semplicemente sia una questione
anagrafica, ma trovo non ci sia paragone tra lo sfogliare un libro, sentire
l’odore della stampa fresca di un giornale, poter toccare con mano ogni singola
pagina piuttosto che uno sterile contatto visivo su un tablet. E da buon amante
della narrativa in generale, nel momento in cui iniziai ad arrampicare mi
buttai sulla letteratura di montagna, tutta, senza far distinzioni, cercando di
recuperare il tempo perso e di acquisire quanta più conoscenza possibile
dell’ambiente!
Una delle prime letture e
sicuramente quella che mi appassionò di più fu proprio “Camp 4” di Steve Roper,
praticamente la storia del mitico campeggio di Yosemite e dei vari personaggi
più o meno noti che vi circolarono dal dopoguerra agli anni ’70. Prime mitiche,
salite da panico, innovazioni, storie al limite del ridicolo ma soprattutto la
nascita ufficiale della dell’arrampicata fine a se stessa
sull’alpinismo eroico (e sinceramente stracciacazzo!) del dopoguerra (anche se
vedendo alcuni cajani oggi si direbbe non sia cambiato poi tanto…). Personaggi che
hanno fatto davvero la storia dell’arrampicata moderna, come Robbins e Harding
in eterno scontro, Chouinard e le sue visioni innovative, Pratt, Kamps, Kor e
altri che hanno innalzato davvero il limite non solo dell’epoca; l’unica pecca
che ci trovai fu comunque il fatto che si fermasse al limite degli anni 70,
prima dell’arrivo degli Stonemasters e le loro rivoluzioni/ribellioni epocali. Mi prese davvero quella lettura, tanto che
l’ho letto almeno 3 volte finora senza mai stancarmi, e quando ieri sera ho
visto il trailer in uscita prossimamente da Reel Rock “Valley Uprising” intanto
m’è presa voglia di rileggere un’altra volta il libro di Roper e soprattutto ora
sono in ansia aspettando che esca ufficialmente il film/documentario, che peraltro andrà avanti nella storia della Valle fino ai giorni nostri.
"All'interno del gruppo c'era chi poteva esser definito un nevrotico, ma socialmente parlando eravamo senza dubbio tutti degli emarginati. Una sera davanti al fuoco qualcuno chiese "Chi è mai andato a ballare?". Una dozzina di climber (tonici, non particolarmente rivoltanti, per lo più giovani maschi virginali) meditò sulla domanda. Alla fine uno azzardò: "una volta sono stato ad un ballo studentesco, ma non ho ballato...". Questi eccentrici ribelli erano comunque i più dotati rocciatori del mondo."
Ore 17.15: messaggio di Lore
che mi chiede se salgo a Sant’Anna per vedere se si riesce a far qualcosa. Ore
17.30: sto caricando la macchina per partire… in realtà i miei progetti erano
di iniziare a lavorare sul Moonboard per portarmi un po’ avanti coi lavori, ma
la proposta, unita al fatto che il weekend praticamente non avevo arrampicato,
era troppo interessante anche se il dubbio che su fosse ancora tutto marcio era
piuttosto alto! E invece è uscita una session serale davvero bella e
divertente, anche se non era tutto agibile e le condizioni certo non erano da
colla mi è proprio piaciuto provare roba nuova e finalmente ho ritrovato un po’
di stimolo a far blocchi. Il riscaldamento è stato di quelli “prontivia” (tant’è
che ho un dito piuttosto malandato, neanche riesco ad usare la tastiera del PC…)
per poter attivarsi su roba interessante; le linee sono davvero da urlo come la
roccia, di primissima qualità. Ci siamo fiondati subito su un bel blocco con un
lancione eterno, che ho mancato fino alla fine davvero di millimetri, dopodichè
su un paio di linee straditose di una bellezza commovente, con Lore che mi
faceva da guida. Alla fine siamo andati via praticamente col buio dopo 3 orette
di devastazione senza sosta, una figata! Questo posto ha davvero tutte le
caratteristiche per diventare il top per le mezze stagioni e la valle Gesso si
conferma sempre più il meglio del boulder cuneese.
PS neve fresca in quota e
neanche tanto in alto a dire il vero, non so quanta ma ha imbiancato niente
male.
Purtroppo we di maltempo, e
che maltempo. Nonostante tutto sabato siamo comunque riusciti a fare un salto a
vedere il raduno in Valle Gesso organizzato dai ragazzi del Punto a cui faccio
tutti i miei complimenti, uno sbattimento enorme che si sarebbe meritato
davvero di più e invece il meteo ha scassato le palle lasciando solo poche ore
di divertimento. Come già detto avevo visto com’era stata ripulita l’area di
Sant’Anna di Valdieri e assolutamente l’hanno fatta diventare una delle
migliori in provincia per le mezze stagioni e credo che le possibilità di un
ulteriore sviluppo ci siano davvero! Con Elena ci siamo fiondati subito dopo l’iscrizione
al Pian della Casa cercando un po’ di asciutto e di fresco, e non ci siamo
sbagliati davvero; su eravamo pochi irriducibili, oltre a noi anche Giova
(guardiano del posto), Marzio e una paio di ragazzi. La finestra di bel tempo ci
ha permesso di fare qualche tentativo, Elena su “Hip-Hop” e “The sting” io su “The
Twins” (abbiamo scelto dei passaggi facili…) finché la voglia e la pelle son
finiti; a quel punto avevamo due opzioni o andare a scegliere il bagno (…) oppure
scendere nell’area di Sant’Anna per dare un’occhiata e salutare tutti:
naturalmente la seconda ha vinto! Sotto erano rimasti davvero in pochi a combattere
contro il temporale, il fango e le prese intenibili ma è stato bello incontrare
i soliti incazzati continuare a darci dentro: Lore che dopo esser scappato è
ricomparso dal nulla, Ale che tentava dei progetti improponibili per gli esseri
umani (riuscendoci pure), Claudia che combatteva con prese intenibili seguendo
le méthode di Matteo che invece, nonostante la sugna, riusciva a tenerle, Elena
che vagava tra i blocchi in cerca di tacche e muri verticali, i ragazzi dell’organizzazione
che nonostante tutto erano lì sempre a disposizione, qualche ritardatario come
Ema che comunque ci teneva ad esserci, io che non sapevo bene che fare sempre
col cesso nei miei pensieri (…). Insomma alla fine sicuramente poteva andare
meglio, se lo sarebbero meritati, ma è stato comunque bello e importante
esserci e dimostrare che il lavoro fatto non era per niente e nonostante tutto
la gente ha dato un bel segnale all’organizzazione con la propria presenza. Purtroppo
per noi giornata finita in cerca di sto benedetto cesso (che non abbiamo
trovato) e weekend terminato dando il bianco (neanche in casa nostra peraltro)
… aspettando il sole!
Nonostante la poca (pochissima) voglia di far blocchi di questo periodo e il tempo che sta diventando sempre meno causa i vari impegni una cosa è rimasta invariata, anzi aumenta sempre, la voglia di darci dentro con l'allenamento. E stranissimo, dopo aver caricato il mese scorso mi ero autoimposto di utilizzare il tempo libero di questi mesi solo per arrampicare, invece ieri sera ci sono ricaduto; complice un dito malandato mi son dedicato tutta la sera alla body tension, tanto che oggi mi sembra di avere le contrazioni preparto... nonostante il caldo anche, che è assurdo per il periodo, e stasera di nuovo allenamento, rinuncio anche ad andare fuori per le classiche uscite serali dato che tanto, quantomeno in Ellero, sarebbe come arrampicare in Vietnam!
E intanto Elena, in una non meglio precisata giornata (top secret!), si è presa delle belle soddisfazioni al pian della casa salendo diversi passaggi cui teneva particolarmente e su cui gli anni scorsi neanche alzava il culo! Son davvero contento, sia che si stia appassionando davvero a questo sport sia che, tra le varie sfighe di quest'anno, sia riuscita comunque a concretizzare quanto allenato durante l'inverno. Così si fa cazzo!
Ieri salendo al pian della casa ci siamo fermati a dare una sbirciata ai lavori nell'area di Sant'Anna di Valdieri in vista del raduno Linee Reali! Complimenti a tutti quelli che si son sbattuti per rivalorizzare questo magnifico spot, sicuramente diventerà uno dei top del cuneese per le mezze stagioni. Segnati i sentieri di accesso e tra un blocco e l'altro, ripulite le basi, segnati tutti i massi con le linee fatte/fattibili davvero un lavoro enorme e fatto con cura certosina quindi vi meritate davvero che tutto vada per il meglio. Io sicuramente uno dei 3 giorni ci sarò!
Sabato sera, io: “Non ho per
la palle di far boulder, andiamo a far falesia! Dai, val Tanaro, magari Pianbernardo
o canyon o il mitico poggio dell’allodola, via un posto fresco con qualche tiro
corto da provare un po’”. Domenica mattina, scena: Elena con i polsi bloccati
dal dolore (brutto diventare vecchi, soprattutto in quel modo!) e io che disfo
lo zaino per far la borsa da boulder, un destino segnato…
Alla fine, dopo il sabato
passato a far qualche lavoro alla casa nuova, ci siamo ritrovati a zompettare (o
meglio a trascinarci) su per il sentiero del Remondino in cerca di fresco,
aderenza e di Ale e Claudia. Come al solito, anche se davvero non avevo per le
palle di far blocchi, mi son divertito da paura, quel posto ha qualcosa di
magico! Ancora tanta neve, sul sentiero di accesso, sotto alcuni blocchi, ma
tanto fresco e aderenza più che ottima ma soprattutto un ambiente
incredibilmente bello e rilassante; provato un po’ di roba qui e là, ieri mi
sono dedicato ad alcuni blocchi del mitico Torielli che ancora mi mancavano. In
particolare la bellissima linea di “Solo una nuvola nera”, davvero divertente
da arrampicare, ma poi anche “Teschiosauro” e “Castagna volante”. Fatta anche “Tempo
di castagne” (in versione “nonpuoiassolutamentemuovertiosbandierare”),
parecchie volte ci son passato sotto ma non mi ci son mai messo seriamente
nonostante sia davvero una linea logica e super; dato qualche manata anche alla
ditosa “Ki-mono” di Ale e finita la giornata su un nuovo sit di un vecchio
passaggio sempre di Marco, che però non son riuscito a salire (“ehhh ma non mai
più fatto blocchi, è logico, solo più falesia!!!!”).
Ritrovati con il fresco e l’aderenza
anche i superlocal del posto Penna family, in giro a valorizzare passi
nuovi e vecchi con Ale che ha chiuso la giornata con la normale alla Patata (non
è il nome di un film porno ma piuttosto una freesolo vero e proprio sul masso
più alto dell’area… salita e discesa…). Sentiero di rientro sciato (mi sentivo
un po’ come Daniel Woods in Dosage 5!) e rientro il completa solitudine in un paesaggio
incredibile, quanto bello è e quanti massi ci sono su non si può capire! E va bene che oggi pomeriggio si replica perché stranamente ho voglia di arrampicare...
Settore La Steppe con in fondo il bellissimo Glacer Blanc
Ailefroide non delude mai!
Anche stavolta soddisfatti e distrutti, tantissima arrampicata in un posto che
definire magnifico è riduttivo, soprattutto in questa stagione che ti permette
di goderne totalmente con pochi rompipalle in giro. Tre giorni con Elena a darci
dentro sui blocchi, accompagnati da meteo ottima e tanta tranquillità; anche la
scelta della gite anziché del campeggio, per paura che fosse ancora troppo
presto e freddo, si è rivelata buonissima, una po’ di comodità non fa schifo
anche ai climber ogni tanto (a me in particolare…). Tanti passaggi provati,
alcuni risolti altri purtroppo che restano da fare: su tutte la grandissima e
veloce salita di Elena su “Probar”, una bellissima linea nel bosco, fisica,
tecnica e anche dura aldilà del grado fine a se stesso (che comunque è il terzo
7A che sale, ormai mi tocca aver paura!); da parte mia ho fatto qualche
progresso sul mio progetto dello scorso anno e soprattutto son contento di aver
ancora tutte le ossa a posto dopo una caduta che definire memorabile è dire
poco… tanta strizza ma tutto intero, peccato solamente che sia andato davvero
vicino a chiudere il passaggio ma dopo il volo la testa si sia completamente
rifiutata di proseguire, quindi tocca tornare. Ora come ora mi fanno male i
polpastrelli anche a scrivere al PC ma quanto darei per essere ancora su...