La terza foto mi è sempre piaciuta un sacco, fin da
quando l’ho vista la prima volta sulla pubblicità della Prana e dopo anche su
Dosage 3, anche se forse può sembrare abbastanza insignificante.
Il climber naturalmente è Dave Graham mentre il passaggio
dovrebbe essere (uso il condizionale perché non ne sono sicuro) “Cellar Door” a
Brione, o qualcosa di simile insomma. Al di là del blocco in se nel mio
immaginario ha sempre rappresentato un sacco di cose: passione, tenenza, roccia
perfetta, insomma boulder allo stato puro! Mi ricordo che non era molto che
arrampicavo e le serate d’allenamento con Funsu erano a base di trazioni senza
senso con carichi allucinanti e ore di boulder al Vertigo a cui faceva seguito
un cena a base di birra o alcool vario ma niente di solido, coglioni proprio
forte direi anche se al tempo non pativamo un cazzo. Le discussioni
naturalmente erano (e a volte lo sono ancora) incentrate al 99%
sull’arrampicata e si aspettava solamente il venerdì per poter organizzare le
uscite del weekend, dopodiché si partiva con ogni tipo di meteo e alle volte
eravamo talmente esaltati che ci portavamo dietro anche un lettore DVD
portatile e i vari Dosage, Pilgrimage, ecc per gasarci ulteriormente. E mi
ricordo benissimo questa foto su cui restavo in estasi ogni volta che la
ritrovavo sfogliando un Pareti, un Alp Wall, un Grimper dell’epoca oppure
quando mi impallavo per ore a vedere il stile corazzata potemkin il Dosage 3
del socio.
Pensavo a questo tipo che stava trascorrendo mesi in giro
per l’Europa, in particolare in Svizzera, pulendo linee nuove o ripetendo tutti
i blocchi più duri sul granito migliore del mondo ma non provavo invidia,
onestamente non ne ho mai avuta anche per altri che avevano possibilità diverse
e migliori delle mie perché ho sempre guardato al mio orticello e alle già mie
immense possibilità accontentandomi alla grande. Per me Graham è sempre stato
un simbolo, veritiero o meno non saprei, della passione allo stato puro,
masticare roccia e non plastica a prescindere, di una forza di dita enorme
(leggenda vuole che su Action Directe riuscisse ad arcuare i mono…) e la
Svizzera ai tempi era ancora un sogno per me inarrivabile e forse inutile, dato
che a malapena mi muovevo sui 6 non vedevo la necessità di uscire dai miei
posti dove tutto era ancora da fare. Anni dopo, quando ho iniziato a
frequentare assiduamente Chironico e posti vicini, mi son subito reso conto che
quello era il posto dove bisognava andare molto tempo prima perché era il top,
di meglio non c’era e non poteva esserci in giro e quella foto mi è tornata in
mente fin da subito, sentendomi gasato come ai tempi delle uscite in Ellero con
Funsu.
Magro, tirato all’osso, V10 ai piedi e sguardo incazzato
a strizzare una tacca infima alla ricerca del prossimo passaggio da tritare, me
lo immagino in giro per i boschi intorno a Cresciano, Chironico e Brione alla
scoperta delle linee migliori ancora da salire o da chiodare, per me era ed è
tuttora la naturale prosecuzione di ricerca di Fred Nicole, sempre col culo sul
prossimo aereo per valorizzare un’area nuova. E la Svizzera, pur avendo visto
un po’ di posti in giro anche fuori Italia, resta ancora il mio sogno personale
per ogni singolo blocco e linea che vedo perché per me di meglio non esiste, e
questa foto è ancora lì nel mio archivio personale a testimonianza soprattutto
di un periodo in cui vivevo l’arrampicata in modo molto più semplice e spesso
divertente che adesso...
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