Fortunatamente all’interno di questo microcosmo c’è gente che arrampica ancora per il puro piacere di farlo!
martedì 25 febbraio 2014
GIOIA?
Gli eventi di questi ultimi
giorni, in particolare la ripetizione di “Gioia” da parte di Hukkataival, hanno
dimostrato una volta di più che per la maggior parte del popolo rampicante la
cosa più importante in assoluto è il grado, basta dare un’occhiata sui vari
forum piuttosto che siti specializzati. Non la bellezza di una linea o la
bravura del personaggio, ma semplicemente il numero che c’è dietro. Ma la cosa
più esilarante e stupida in assoluto è che quest’interesse inutile è tanto più
importante per chi quei gradi non li vedrà mai neanche in foto e il bisogno
incredibile di dimostrare di poter parlare di qualcosa che non si capisce
neanche lontanamente oppure di un passaggio che forse non si è mai visto
neanche dal vivo esplode in questi casi, come se il possibile sgradare quel
blocco sia un’urgenza soprattutto di chi non lo salirà mai. Quantomeno Hukkataival
ora lo ha ripetuto e può parlarne a ragion veduta, nel bene o nel male, così
come Ondra che l’aveva rivalutato oppure Core che aveva fatto una proposta
cautelativa; invece noi ci trasformiamo in questi casi nei peggio tifosi di
calcio del lunedì facendoci miliardi di seghe mentali su un semplice numero o
peggio ancora un +. Ridicolo eppure è così, il grado è tutto quando non vuol
dire niente, da metro di valutazione individuale è stato trasformato in metro
di paragone all’interno della cricca degli arrampicatori della domenica. L’imperativo è svaccare in basso, quantomeno
fino all’8A bisogna essere di manica larga perché d’altra parte non si deve
faticare troppo per arrivare al “grado medio”, non sarebbe giusto perché tutti
più o meno dobbiamo essere gratificati; poi oltre quella soglia diventa tutto
nebuloso, incominciano ad intervenire meccanismi diversi, sponsor, qualche
scarpetta o maglietta o peggio soldi e allora interviene il gioco dello sgrado
ad ogni costo perché “io devo dimostrare di essere il migliore”. E nel boulder
in particolare quest’atteggiamento è sempre più radicato…
Fortunatamente all’interno di questo microcosmo c’è gente che arrampica ancora per il puro piacere di farlo!
Fortunatamente all’interno di questo microcosmo c’è gente che arrampica ancora per il puro piacere di farlo!
lunedì 24 febbraio 2014
VAI DI FOTO
Questa volta per cambiare un post di poche parole e qualche foto in più del solito. Un gran bel weekend di arrampicata e svacco con un meteo favoloso, 2 giorni passati al Bracco nuovo. Sabato con Ale e Claudia ho potuto finalmente provare un po' "Sciopero" dopo la rottura della presa sul singolo duro che ora è decisamente più duro, ma tutto sommato devo dire che le sensazioni sono buone, quantomeno ho qualcosa da provare prossimamente. Ieri invece con Funsu e Elena che si son buttati su "Tai Chi" (che ho fatto anche in versione sit, molto bello e molto doloroso), gran complimenti a loro due che nonostante per motivi diversi non fossero proprio in forma si son mossi molto bene. Dai che ce l'avete!
Elena tenta "Aulin" |
Funsu tenta "Manitù" |
Tentativo su "Sciopero" |
Elena su Tai Chi |
Funsu lotta col dolore! |
Etichette:
boulder
Ubicazione:
12030 Sanfront CN, Italia
mercoledì 19 febbraio 2014
STRANI VIAGGI
Come spesso mi accade in
diverse contesti, dall’arrampicata alla vita lavorativa, quando raggiungo un
obiettivo e mi guardo indietro godo più del percorso fatto per conquistarlo che
del finale positivo. Dalle cazzate di sempre, come quando il venerdì sera nel
momento stesso che esco dall’ufficio e ripenso al lunedì provo rammarico quasi
se il week end prima ancora di iniziare fosse già terminato, oppure come quando
alla fine riesci su un blocco tanto provato e rimpiangi di aver “rotto”
irreparabilmente il giocattolo, di non poterti più allenare per, di dover
trovare ad ogni costo una nuova asticella da superare, un nuovo problema che ti
coinvolga e possa far ripartire il motore della passione. “Per qualche perversa ragione, è spesso più divertente desiderare
qualcosa che averlo”, giusto per mettere una citazione che riempie la bocca
ma che in realtà mi si addice al 110%. E in ogni caso devo ancora trovare chi,
per dire, preferisca il giorno di Natale alla vigilia…
Tutto questo perché non mi
spiego del tutto alcune meccaniche mentali che mi torturano, prima fra tutte il
piacere enorme di allenarsi, di portarsi al limite ogni sera quando il 90%
delle persone farebbe altre cose decisamente più interessanti per poi arrivare
al momento della pratica vera e trovarsi spiazzato perché magari non hai
neanche voglia di arrampicare… strano ma mi capita e ultimamente neanche tanto
raramente. Allora mi chiedo quale sia il senso del “viaggio” quando poi le mete
interessanti son poche, non è forse meglio viaggiare sempre senza sosta? In
realtà mi preparo, considero l’allenamento come una crescita non solo fisica ma
soprattutto interiore, perché cerco di superare la mia soglia non tanto per
migliorare “in funzione di” ma per capire fin dove posso arrivare a livello
mentale e per quanto tempo posso sostenere questa condizione. E poi spesso
sbotto perché mi rendo conto che il tutto si riduce ad un circolo vizioso
infinito! Non riesco, per dire, a far coincidere i miei obiettivi col tipo di
train che sto portando avanti ed è questo che mi fa capire che in realtà io mi
alleno più per il gusto di farlo che per migliorare ed è forse anche questo che
mi ha limitato in tutti questi anni. Se mai dovessi smettere con l’arrampicata
(se mai) non credo riuscirei a ridimensionarmi, anzi forse spingerei ancora di
più sull’acceleratore e sempre e solo in ambito sportivo; per me non esiste
altro che possa indurre quel raro senso di soddisfazione psicologica di “aver
creato” che un corpo decisamente stremato e portato al limite, e non credo che
le endorfine siano la causa principale di quest’effetto. Come dicevo strane meccaniche mentali...
lunedì 17 febbraio 2014
NUOVI CANTIERI
Finalmente un weekend
soddisfacente, il tempo almeno sabato non è stato pessimo come annunciavano e
ieri nonostante si fosse potuto arrampicare comunque, ne abbiamo approfittato
per riposarci e recuperare.
Come dicevo, sabato, dopo
parecchi tentennamenti, si è deciso per il Bracco nuovo, anche per cambiare un
po’ dai soliti passaggi; dopo aver sbagliato strada quelle 2-3 volte (…)
abbiamo raggiunto Ale e Claudia accompagnati da un piacevole sole, tanto svacco
ed un’aderenza che non era affatto male! Giornata per quanto mi riguarda dedicata
ad eventuali cantieri nuovi per Elena, quindi riscaldamento relax e giretto
contemplativo del posto, che avevo visto solo una paio di volte e pure di
sfuggita. Alla fine decide di dedicarsi a “Tai chi” un passaggio che io avevo sempre
snobbato un po’ perché è un traverso un po’ perché decisamente ditoso, su cu
invece come parecchie altre volte ho dovuto ricredermi, un gran bel blocco di
resistenza e con movimenti continui e piacevoli fino alla sorpresina finale. Un
blocco che secondo me le si addice, a parte un paio di movimenti peraltro
allenabili che richiedono un po’ più di potenza come la chiusura finale che è
la ciliegina sulla torta che arriva dopo che ti trituri le dita nella fessura. Un
blocco che potenzialmente è abbastanza allenante per la falesia e viceversa e
quindi tanto di guadagnato in questo momento.
La cosa assolutamente buona
è che Elena sta entrando nella corretta mentalità per progredire, anche se
ancora ogni tanto le parte l’embolo e s’incazza, ma s’interessa a progetti
nuovi e soprattutto cerca di superare il suo limite attuale che credo sia
davvero l’unico modo, insieme a tanto allenamento, per riuscire a fare meglio,
ognuno naturalmente rispetto ai propri standard! Da parte mia nessun problema a
tornare su per darle la possibilità di macinarlo, un progettino che mi prende
bene ce l’ho pure io da quelle parti...
Elena sul finale di Tai Chi |
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boulder
Ubicazione:
12030 Sanfront CN, Italia
venerdì 14 febbraio 2014
FUTURO?
Trovo che sia in assoluto una delle citazioni migliori da un film capolavoro di qualche anno fa. Citazione che soprattutto in quest'ultimo periodo mi ronza in testa assiduamente, per svariati motivi...
"Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita"
Credo d'aver preso molte decisioni giuste in vita mia, alcune anche penalizzanti di cui non ultima la scelta fatta in questi giorni. Me ne pentirò?
"Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita"
Credo d'aver preso molte decisioni giuste in vita mia, alcune anche penalizzanti di cui non ultima la scelta fatta in questi giorni. Me ne pentirò?
mercoledì 12 febbraio 2014
SOSPESO
A volte perdo di vista il vero motivo per cui mi piace far blocchi, lo perdo in nome di un numero, di un nome o semplicemente perchè la routine m'inghiotte . Poi stacco, passo ad altro per un momento e quando ritorno capisco che far boulder per me è la cosa in assoluto più bella del mondo e trovarsi a provare un passaggio, in una splendida giornata di sole primaverile, ti ricompensa di tutti gli sforzi e ti fa dimenticare tutti gli scazzi della vita quotidiana. Ti senti sospeso, distaccato, un po' di musica, te e il blocco e il movimento che ogni volta va via sempre più liscio, semplicemente stupendo. Oggi a Varazze era così...
PS incontrato un certo finlandese che mi sa che è venuto fin qui per provare un po' di Gioia...
lunedì 10 febbraio 2014
ANONIMO
E nevica di nuovo. Oddio nevica, piove e fa schifo, una stagione assolutamente strana e per niente da boulder quella che sta facendo. E allora che fare se non rifugiarsi in palestra oppure sfruttare il po' di sole che ogni tanto esce per starsene spaparanzati a far niente o quasi. Ed è praticamente quanto abbiamo fatto il weekend appena trascorso: sabato a disfarsi per bene alla SASP con Elena, con blocchi forse un po' più "stupidi" di quelli a cui siamo abituati ma su inclinazioni decisamente allenanti per le braccine, 3 ore senza sosta o quasi di divertimento assoluto. Ieri giornata a Finale, in una falesia di ripiego che non è quella che avevamo scelto con Elena per far in modo che potesse riprendere con calma, tra colate, caldo e io che ho arrampicato tutto il giorno al limite dello sbocco e con un mal di testa allucinante. Risultato: giornata tendenzialmente di merda in una falesia che proprio non mi è piaciuta per nulla (strano a finale), l'unica cosa positiva è stato godere di una stupenda giornata al mare.
Manca il freddo, manca l'aderenza, i blocchi son sotto la nave, ultimamente non mi vergogno a dire che mi diverto più sulla plastica che fuori... gran brutta cosa!
Manca il freddo, manca l'aderenza, i blocchi son sotto la nave, ultimamente non mi vergogno a dire che mi diverto più sulla plastica che fuori... gran brutta cosa!
venerdì 7 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
ROUTINE?
Finito il quadrimestre di
allenamento invernale anche questa volta. Un po’ più blando rispetto agli ultimi
anni, o forse semplicemente il mio livello di volontà autolesionistica si è
innalzato, ma molto di qualità e per questo devo assolutamente ringraziare
Giova per le schede che mi ha passato. Ora voglio lavorare in modo totalmente
diverso dagli anni scorsi, perché comunque mi son reso conto che non è più
solamente l’arrampicare che mi può far fare quel minimo miglioramento che mi
aspetto ma anche e soprattutto lavorare in modo specifico sui miei punti
deboli, andare ad intensificare la dove sono più carente e solo in un secondo
momento andare a trasformare. Purtroppo mi rendo conto di molte cose, prima fra
tutte che anche se non ci avrei mai creduto a 36 anni i recuperi iniziano a
farsi sentire e ad allungarsi e poi che comunque non sono un talento, non lo
sarò mai, ma il fatto di aver iniziato davvero troppo tardi (24 anni…) oltre ad
essere fortemente penalizzante fa sì che ogni miglioramento sia un lento
combattimento con rapida distruzione ma ricostruzione molto lenta. Quindi non è
il semplice arrampicare su plastica che mi può aiutare, ma piuttosto cercare di
valutare bene dove voglio migliorare e come posso farlo e poi lavorarci su,
senza far sedute apocalittiche di ore ma badando bene alla qualità e lavorando
mirato in microcicli. E poi tutto quello che verrà fuori sarà tanto di
guadagnato… quindi intensificare sulla forza pura e sulla body tension, dove
sono abbastanza carente, ma soprattutto sulle dita dove più che carente son
proprio una merda! E il piano di allenamento a breve termine l’ho già creato,
naturalmente togliendo alla palestra e regalando al secco, con sedute di lavoro
ai travi intense e senza piedi, che sono un vero toccasana (non il giorno dopo…)
e sedute di dita diciamo così “particolari”. E poi naturalmente muro, meno ma
meglio, e per finire il menù un po’ di simpatico pan gullich che ci sta sempre
bene, il tutto sgrossato da una corsetta ogni tanto per far ricordare al cuore
come dovrebbe battere normalmente. Mi piace troppo farmi del male, mi fa
passare ogni serata post-lavorativa in relax facendomi dimenticare tutti gli
stronzi che purtroppo ogni giorno mi trovo davanti, forse alla fine è un bene
anche per loro che mi sfoghi lì e non in altro modo…
E dopo tutto questo sperare
di riuscire ad arrampicare durante i weekend, toccare roccia, avere un po’ di
sole e starsene in compagnia in qualche bel posto, anche se ora come ora a
vedere le previsioni è pura utopia. L’unica cosa che resta da fare è imparare a
memoria ogni video in rete; qui uno in particolare che mi ispira
parecchio, un po’ per il tiro in se che onestamente credo sia un po’ il mio
sogno impossibile per bellezza e difficoltà, e poi per come viene salito, in
modo perfetto e armonioso da una delle (secondo me) migliori climber in circolazione.
lunedì 3 febbraio 2014
OPEN
Altro weekend di pioggia, altro weekend infarcito di
allenamento su plastica. Dopo un sabato passato a far blocchi alla SASP,
esaurendo ben presto la pelle (non avrei mai pensato di dovermi lamentare del
caldo eccessivo…), ieri son tornato a Boves per finire in bellezza facendo circuiti
al limite e cercando di alzare un po’ l’asticella (bassa) della mia resistenza.
La motivazione resta alta nonostante il meteo di merda anche per i giorni a
venire, non tanto per il boulder che in questo periodo mi ha un po’ stancato
soprattutto di testa quanto per tornare a fare un po’ di corda decentemente che
invece è quanto m’interessa in questo momento. Trovare nuovi progetti, nuovi
stimoli ripartendo da zero o quasi, questo è quanto voglio fare a breve
termine! E nel frattempo per ammazzare la noia ho letteralmente divorato uno
dei migliori libri che mi sia capitato di leggere ultimamente, “Open” la
biografia di Agassi uscita in Italia per Einaudi. Una lettura che mi ha preso
in modo incredibile come poche volte ultimamente mi era capitato, di quelle che
fai davvero fatica a staccare e che quando finisci resti un po’ con l’amaro in
bocca che tutto sia già terminato perché ti piacerebbe averne ancora, magari
averlo centellinato un po’ di più mi son detto… un’incredibile storia non solo
di sport e dedizione allo stato puro, ma anche e soprattutto di una rinascita,
una faticosa risalita come solo pochi campioni veri sanno fare, pagando con
umiltà e sudore. Consigliatissimo anche a chi come me di tennis non ne capisce
una fava!
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