E siamo quasi a fine anno,
tocca tirare le somme. Un anno controverso, come sempre alti e bassi dal lavoro
allo svacco ma onestamente non posso lamentarmi troppo. Un anno volato, passato
quasi in sordina perché non volevo troppi scazzi, volevo starmene il più
possibile tranquillo e cercare di limare i ricordi terribili di un anno fa e in
parte credo di esserci riuscito. Non dico dimenticare, non sarebbe giusto e
neanche possibile, ma cercare solamente di togliere gli spigoli dolorosi…
E come sempre l’arrampicata è
stata una parte prevalente del mio tempo e sicuramente una buona medicina. A
gennaio son ripartito alla grande, con un bellissimo ricordo di quella giornata
dove in Valdinferno ero riuscito a portare a casa un sogno che da anni credevo
impossibile, soprattutto per me: Gillette e perdipiù sit! Una linea super del
bosco, una delle poche che ancora mi mancava e sicuramente la migliore che è
dura da in piedi, figuriamoci da sotto… e invece quel giorno l’ho quasi
passeggiata ed è stato un gran bel momento, il primo sorriso dopo un mese di
merda assoluta. Poi ho scoperto il masso del lupo, che ancora non conoscevo, in
un posto bellissimo, isolato e tranquillo, l’ideale per passarci dei bei
pomeriggi con topo. Li alla fine penso di averli fatti tutti e tra i tanti
quello che più mi ha dato soddisfazione è stato “Duri a morire”, una bella
linea, scalabile e piacevole da provare, senza eliminanti, un bel passaggio
ecco. E anche lì ho dei gran bei ricordi, si usciva dall’inverno e anche il
morale ripartiva nel senso giusto, alla fine per me si tratta sempre di un
passaggio che mi resta in testa non solo per il grado, la difficoltà o la linea
ma anche e soprattutto per le sensazioni che mi ha lasciato. Così come poco
dopo scoprivo e valorizzavo in parte l’area alta del Lausfer, davvero in quota
e fuori dal caldo opprimente (ma anche piacevole a pensarci ora…), eravamo
quasi a 3.000 metri in un posto che definire splendido credo sia riduttivo, con
Elena e topo a metter mano a blocchi nuovi, enormi, con roccia perfetta, tutte
le linee per noi… “Far beyond driven” è stato davvero il top, forse lato
emozionale il top di tutto l’anno: la linea ha pochi paragoni, alta e dura il
giusto, la roccia, le tacche tutte dove servono, lì mi son reso conto che forse
è vero che madre natura arrampica! Son stati davvero giorni splendidi, partenze
prestissimo, avvicinamenti eterni, sembrava più alpinismo a tratti! Forse
quella linea non verrà mai ripetuta perché giustamente non tutti potrebbero
aver voglia di cammellare dei pad fin là ma son stato contento di aver lasciato
una piccola firma anche da quelle parti. E che dire per esempio di “Cani
sciolti”? Onestamente a posteriori non una delle più belle linee fatte ma anche
lì ho bei ricordi di serate passate a cercare l’aderenza giusta con topo nella
solitudine della valle Gesso, il relax dopo il lavoro e il fatto di riuscire a
farla anche piuttosto velocemente mi han fatto stare bene il giusto, ecco. E
poi naturalmente il Remondino, tutta l’estate su e giù, a volte anche solo dei
pomeriggi infrasettimanali toccata e fuga, un sacco di bei passaggi fatti altri
solo provati, compagnia ottima, lì ci tornerei sempre e comunque, anche non
avessi più niente da provare. E “Rododentro”, anche quella fatta velocemente,
quest’anno non ho mai avuto granché voglia di mettermi seriamente su un
progetto e spenderci tempo, la testa è sempre mancata un po’… ma a quella linea
ci tenevo davvero, non so poi perché dato che si è bella (ma li son tutte
belle) ma non una delle migliori credo, e invece volevo salirla, volevo
togliermi il dente!
E adesso qualche foto dei
migliori ricordi che ho del 2017, per il prossimo anno mi attendono credo delle
gran belle sfide non solo arrampicatorie ma ci provo, come sempre mai mollare!
Gillette sit, Valdinferno
Duri a morire, Lupo
Ambiance Annot
il Mostro stand (quello non manca mai...)
Far Beyond Driven, Lausfer
Il più bel trekking dell'anno, lago del vej del bouc
Rodo-dentro sit, Remondino
Pomeriggi al Remondino con topo, quanto mi mancano...
E anche Chironico è andato. E come nella migliore delle
tradizioni (nostre) tra le tante sfighe questa volta c’è stato il meteo, ma
comunque noi non molliamo mai e siamo riusciti lo stesso a sfondarci per bene
sulla roccia. Primo giorno a Cresciano, in realtà una mezza giornata ad
arrampicare sotto scrosci di pioggia ghiacciata (alla faccia di chi dice che ci
lamentiamo sempre) con Gian a provare “Arcadia”, anche se farlo in quelle
condizioni sarebbe stato ben oltre: passaggio e roccia davvero super. Nel
mentre Giorgia alla luce della frontale metteva qualche bel tentativo su “Frank
Wild Years”, una linea certo non tra le più belle ma con movimenti
interessanti, e anche lì farla in quelle condizioni sarebbe stato decisamente
molto oltre… nel mentre arriva la solita notizia delle sfiga supplementare
sull’alloggio, che fortunatamente poi si è risolta in un niente ma per un
attimo abbiamo temuto il peggio: senza riscaldamento e acqua calda! Il che col
freddo allucinante che ci siamo beccati lungo il giorno sarebbe stato il colpo
di grazia, forse la Svizzera avrebbe dovuto far a meno di me per sempre perché
non avrei retto all’ennesima sfortuna firmata Chironico…
Giorno 2: previsioni bellissime, al mattino ci svegliamo e nevica segno che comunque anche il meteo svizzero sbaglia, o magari risente solo della vicinanza italiana! In ogni caso alle 10 smette e con poco coraggio ci avviamo ai massi e a sorpresa tutto è asciutto anzi non solo, tutto è in condizioni eccellenti: “Freak brothers” mi aspetta! Riscaldo veloce e via a ricordare i singoli, nel frattempo 2 anni son passati quindi potrei anche darmelo nuovamente flash, la logica non fa una piega e se qualcuno la usa un motivo ci sarà. A parte le cazzate mi ci rimetto e stavolta i problemi si amplificano, provo comunque con la methode classica (punta, no tallone) perché le chances di farlo eventualmente son maggiori, anche se una congiunzione astrale sarebbe il top. Con Giorgia buttiamo qualche tentativo, alcuni anche decenti, ma niente di fatto se non una gran botta di freddo, cosa che comunque andrà anche aumentando esponenzialmente durante il giorno… niente, si passa ad altro anche se di mio non ho altri progetti, o comunque sinceramente son venuto qui per questo blocco e non ho più grinta per passare ad altro. Ritorno alla macchina nuovamente alla luce delle frontali e il giorno dopo si riparte di buon’ora, senza alcuna speranza di poter toccar roccia dato che il meteo di merda incombe. Che dire: ci abbiamo provato, no remorse. Comunque la compagnia è stata il top davvero e da questo punto di vista tutto è andato al meglio, non possiamo davvero lamentarci di nulla, anzi sinceramente sarei rimasto su ancora un paio di settimane potendo scegliere.
Per il resto: Moonboard Masters! L’Evento, con una formula di gara perfetta e magari da applicare anche ad altre competizioni, con 10 garisti e non tra i migliori climber al mondo. L’ho vista praticamente già 3 volte, l’ultima ancora ieri in pausa pranzo e: 1) le nuove prese in legno le adoroooooo 2) Megos è il cazzone da battere al momento (e se facesse gare seriamente probabilmente si divertirebbe meno ma farebbe il culo a quadri a tutti). Bei blocchi, non c’è stata proprio storia tra gli uomini un pelo di più ma neanche troppa tra le donne, il team Megos/Hayes ha arrampicato alla grande mentre non capito se il Woods della gara fosse una controfigura di quello vero (peccato perché la Condie è stata super e soprattutto ha avuto grinta da vendere). Un gran bell’evento promozionale prima di tutto e divertente immagino per chi l’ha fatto, sicuramente per chi l’ha visto. Altre 2 parole in merito a Megos: le strizza come se non ci fosse un domani, sempre, e quando vuole si prende pure la libertà di sfottere potendolo fare (l’ultimo blocco l’ha passeggiato e pannellato, senza piedi…), arrampica in modo perfetto con una tensione del corpo invidiabile e un dinamismo che forse solo Ondra ha e soprattutto si diverte e fa divertire. Un nuovo status di climber?
Giorgia tenta Freak...
Sempre Giorgia, questa volta su Dr. Pinch
Io mi allungo inutilmente su Freak...
E poi prima Giorgia
e poi Gian tentano la bellissima linea di Tomahawk
Sempre Giorgia, questa volta provando alla luce della frontale Frank Wild Years
Quando ti alzi dal letto (svegliarsi è un parolone,
soprattutto in queste 2 ultime nottate…) e la prima canzone che ti viene in
mente e che naturalmente non riesci a toglierti dalla testa è “na na na na na”
dei Kaiser Chiefs c’è qualcosa che non quadra… earworm si chiama il “problema”,
a me capita spesso di avere questo baco nella testa, dovrò preoccuparmi?
Comunque al di là di questo il fine settimana mi ha portato
consiglio: la plastica è molto più divertente della roccia. Punto. Son arrivato
a questo assunto dopo un weekend insano a base di neve, freddo e plastica e
delle tre salvo solo l’ultima. La neve: l’inutilità totale, se una volta andavo
matto per il freddo, l’inverno, la merda bianca ora la trovo non solo fine a se
stessa ma piuttosto fastidiosa. Spalare, sbattersi, immerdarsi, cosa ci sia di
bello non so, resto dell’idea che una temperatura costante di 20-25 gradi
tendenzialmente secchi con una precipitazione abbondante al mese possa essere
il mio paradiso, altro che 72 vergini di cui onestamente non saprei che
farmene. Facciamo così: io scelgo un paradiso fatto di blocchi farlocchi,
temperature miti e qualche altra cosa di cui non si può parlare qui e le mie 72
vergini le lascio da spartire a chi ha abbastanza pazienza da dedicarci tempo!
ma torniamo alla plastica. Sabato: colazione, svacco, un paio d’ore di
moonboard tanto per attivare le braccine alla spalatura del cortile, pranzo e
altre quasi 4 ore sempre al moonboard. Di testa avrei continuato ma il
vaffanculo è partito in automatico dalle dita. Con la ferma convinzione che
avrei potuto fare di meglio, guardo il santino di Patxi Usobiaga (che tutti
dovrebbero avere nel portafogli o attaccato al trave) e inizio a prendere
accordi per la domenica, naturalmente per una bella palestrata. Si ok magari
fuori con un po’ di spirito di sacrificio si sarebbe potuto andare ma ho quasi
40 anni, chi me lo fa fare sinceramente? Davanti ho 2 bivi: il primo mi dice
caldo, asciutto, musica, svacco e blocchi nuovi, il secondo… ok andiamo in palestra!
Quindi tasto repeat: sveglia, colazione, svacco, passeggiata con topo sulla
merda bianca, pranzo della domenica classico di ogni famiglia italiana, ovvero
alle 11 con una mozzarella e via con Giorgia e Gian direzione Escape a
Collegno. Che divertimento ragazzi! Ok le dita e le braccia ancora mi mandavano
a fare in culo per il giorno prima, ma che blocchi! Nella testa dopo 3 ore
continuava a girarmi il ritornello “ascolta il tuo corpo” (il mio earworm di
ieri), ma stoicamente avanti, fino a che onestamente non ce la facevo davvero
più. Basta. Ma comunque la plastica è davvero meglio della roccia, non c’è
storia. Na na na na na!
E alla fine ieri siamo tornati
sul luogo del delitto… nonostante la giornata fosse iniziata nel peggior modo
possibile o quasi e alle 7 di mattina bestemmiassi già in aramaico antico,
nonostante poi il meteo sembrasse una vera merda alla fine con Gian abbiamo
deciso comunque di provare a salire da the Legend a dare un’occhiata. Beh il
meteo era splendido, almeno quello ci ha aiutati, ma le condizioni erano le
peggiori trovate finora! E io continuo ad incazzarmi perché il primo giorno era
andato alla grandissima e poi… il nulla assoluto. Non riesco più a gestire
l’ultima parte del traverso, non riesco più a sentire le prese e ora mi ha pure
distrutto una spalla e il polso sinistro mi fa un male porco anche solo a
scrivere al PC!
Domenica le condizioni erano
comunque migliori, anzi direi quasi perfette, ma per me non c’è stata storia
ugualmente, mentre Gian ha preso confidenza col passaggio e ieri, umidazza a
parte, ha fatto degli ottimi tentativi, son certo che se l’aderenza fosse stata
quella giusta il passaggio l’avrebbe già chiuso. Il problema ad ora resta la
ribalta finale! La diretta alla fine del traverso in placca è bella intensa,
anzi dopo tutto il traverso direi stronza proprio, mentre continuare sullo
spigolo dietro non è così duro ma sicuramente in estetica perde qualcosa. Gian
credo abbia trovato alla fine il giusto compromesso, al quale mi associo
sicuramente: continuare sullo spigolo per un paio di metri, forse neanche, e
poi ribaltarsi sulla placca per la parte finale. In ogni caso una linea fantastica
e motivante il giusto, peccato che ora come ora sia piantato e la nevicata in
arrivo il weekend certo non aiuterà…
Ci concentriamo invece su
Chironico ora, in partenza con Elena, Giorgia (almeno qualcuno ci farà vedere
come si chiudono i passaggi!) e Gian, non vedo l’ora di tornare su a limarmi la
pelle su quella roccia fantastica e in ottima compagnia!
Tra un acciacco e l’altro ho
ricominciato ad allenarmi al muro e ad arrampicare. E sinceramente non sta
andando malaccio… mercoledì scorso ho deciso finalmente di andare a vedere la
bellissima linea di “the legend” ai Ciciu, liberata anni fa da Matteo Gambaro e
sinceramente una delle poche che mi attizzano davvero in quel posto. Una linea
logica, bella e con finale al pepe, di resistenza pura e con caduta tutto
sommato ottima. Dopo una bella opera di carpenteria e pulizia e dopo averne
tastato un po’ le prese alla fine son riuscito a fare tutto il traverso,
naturalmente senza uscita perché mi sembrava un tantino esagerato da fare da
solo… sabato siamo tornati e chiaramente come un babbo mi son rimesso a
provarla al mattino, per capire solo alla fine che invece il pomeriggio è
l’ideale perché va in ombra! E infatti i tenta migliori li ho messi quando
ormai non sentivo neanche più gli avambracci dal dolore, bella la ghisa
soprattutto per noi boulderisti del cazzo. Comunque ho spazzolato anche
l’uscita e l’ho fatta, giusto per capire che: 1) non è difficile 2) da quella
placca è meglio non cadere se vuoi andare a festeggiare e non al pronto
soccorso… ora mi tocca tornare per completarlo, spero, sicuramente in compagnia
perché da solo sinceramente non me la sento. Il blocco è lì, ora è pulito e
aspetterà il momento giusto, io non ho fretta.
Per il resto poche altre news
e nessuna davvero interessante. Mi son rimesso a camminare un po’ in montagna
in attesa di essere operativo al 100% e il giramento di palle è direttamente
proporzionale allo svacco: da un lato non mi dispiace ogni tanto svarionare,
dall’altra non essere a posto in questo periodo dell’anno, godurioso/fresco/aderenzoso,
mi fa stare ancora peggio perché mi son allenato un botto per arrivare in questo
momento con le condizioni giuste e mi sembra di aver buttato tutto alle
ortiche. Ma è perché io son testa di cazzo, non ho pazienza e non so aspettare,
per cui mi creo problemi quando in realtà non ce ne sarebbero, l’importante alla
fine è riuscire comunque a far qualcosa, non sarò al top in questo periodo ma
ho tempo per tornarci e soprattutto parecchia voglia. Come sempre.
Una settimana. Tanto mi è
bastato per sentirmi male davvero lontano dal tirare prese… dopo un’intera
settimana a riposo, lato fisico sicuramente ma devastante a livello mentale,
ieri sera son tornato nella mia piccola stanza degli orrori e dopo un
riscaldamento infinito, con quasi una lacrimuccia agli occhi, son tornato a far
moonboard, forse l’invenzione più utile del mondo dopo la ruota. O anche meglio
della ruota stessa. Una settimana di antinfiammatori, creme e pastiglie varie,
forse poco rispetto a quanto mi era stato ordinato, ma davvero non ce la facevo
più, quindi con molta calma e senza voler strafare ho ricominciato nel modo più
pacato e statico possibile a far muro e un po’ di train a secco. Avete presente
quella fantastica sensazione di aver “lavorato”, di sentire il fisico che è
incriccato, di avere i muscoli distrutti, quella bellissima sensazione che
avevo ieri sera e che mi sto godendo ancora adesso. La pelle delle dita che fa
male, il secco della magnesite… non lo so davvero come si possa fare a starne
lontano per tanto, troppo tempo, non riuscirei mai e non voglio neanche
pensarci, ho ricominciato e ora son davvero rilassato. E anche la testa
ringrazia.
E con molta calma da domani si
ricomincia anche fuori con un nuovo progetto che ho in mente da st’estate. E che
in questo momento può andare bene perché non è un blocco di potenza, cosa da
evitare, ma un bel traverso estenuante e di resistenza, per ora devo limitarmi
a questo. Anche stavolta il “Mostro” ha lasciato il segno direi… la stagione è
terminata prima del previsto (e per fortuna), quest’anno ho provato, ci son
quasi riuscito, ma con quel quasi non ho portato a casa la sit purtroppo ma
solamente un infortunio, in un modo stupido e per colpa mia. Ultimamente ho
sottovalutato troppo il riscaldamento e son stato bastonato, punto. Ma ora si
riparte, con un bel weekend lungo a Chironico tra non molto che già mi fa
prudere le mani e la previsione di un bell’allenamento intenso da gennaio che
quest’anno voglio metter giù seriamente e senza compromessi. L’importante è
avere sempre un obiettivo!
E niente, eravamo rimasti che
ero rincoglionito ed in effetti ora sono fermo, fermo davvero e del tutto e mi
mangio le mani. Onestamente non capisco che sia capitato, non so se uno strappo
muscolare o un’infiammazione articolare, ma un dolore acuto al pettorale
sinistro mi ha messo del tutto KO, prima fisicamente e poi psicologicamente…ho
provato ad andarci con calma, sabato non ho quasi del tutto arrampicato e
domenica son stato a riposo, ma quando lunedì ho provato a far qualcosa è
tornato fuori sto dolore del cazzo che mi ha costretto a tirare i remi in barca
e mettermi il cuore in pace per un periodo che spero esser non troppo lungo. Ho
una voglia di arrampicare senza senso e sembra che intorno a me tutto stia
facendo il possibile per farmi salire la ralla ancora di più… avrei voglia di
farmi un giorno intero in palestra e sfondarmi all’inverosimile e poi tornare a
casa e farmi ancora un po’ di PG e poi il giorno dopo ricominciare al moonboard.
Credo di avere un problema. Avete presente la scena di Fight Club, di Bob e
delle sue enormi tette, ecco quello più o meno potrebbe essere un circolo di
recupero giusto per me… e intanto fuori nevica e piove, per fortuna certo, ma
in queste giornate dove l’unico posto dove dovresti e potresti essere è una
sana palestra di arrampicata a sniffare la magnesite, che per me è un po’ come
il napalm al mattino per il colonnello Kilgore, la smania non fa che aumentare.
Drogato di arrampicata, di movimento, del fare, ogni minuto che sto fermo mi
sento un grammo in più sovrappeso… credo che quando potrò riprendere del tutto
mi farò una scheda devastante perché io dico sempre che sbagliando s’impara, peccato
che io non mi sia mai sbagliato!
Se ti fai male ma sei
tendenzialmente rincoglionito (come nel mio caso) e quindi non puoi proprio
stare fermo il moonboard può diventare un ottimo attrezzo per allenare una
tantum la forza resistenza in diversi modi. Se da un lato è interessantissimo
tracciare blocchi medio-facili per il proprio livello e farne ripetizioni di 5
diversi (1 tentativo massimo) con un riposo tra l’uno e l’altro di circa 1
minuto, il tutto ripetuto per 4 volte con intervalli chiaramente più lunghi tra
le serie, dall’altra non è male anche circuitare su un pannello che comunque
non consente grossi recuperi.
Più o meno l’ho sempre fatto
nei periodi in cui volevo aumentare un po’ la ghisa oppure, come adesso, in cui
fare forza pura non è possibile per infortuni vari e mi è tornato in mente poco
tempo fa facendo quelli bellissimi postati su instagram da Jollypower. Non ho
mai voluto per scelta crearmi dei blocchi exnovo, ho preso il moonboard proprio
perché sia allenante e per sfondarmi su blocchi che magari non mi son
congeniali quindi l’idea di mettermi li, creare un boulder e postarlo proprio
non mi è mai passata per il cranio, ma dato che nel tempo ho fatto dei circuiti
medio-lunghi anche carini (ogni scarrafone…) ho deciso alla fine di iniziare a
metterne qualcuno online, potrebbe esser anche carino iniziare a crearne
diversi e raccoglierli. Un modo in più per sfruttare un bellissimo attrezzo qual
è il moonboard credo!
Oggi posto quello fatto ieri sera,
non duro e senza movimenti particolarmente boulderosi (per quanto possibile su
questo muro!), non do gradi e non m’interessano, l’unico scopo è allenarsi a
muerte e se possibile anche divertirsi! Piedi liberi, la mano sinistra va sulle pari e non si accoppia mai tranne che sullo start e sul top, le prese da utilizzare son quelle sopra ai numeri. Good climb!
Stop forzato di qualche giorno
patito più dello stesso sovrallenamento, cazzo, il weekend proprio non ce l’ho
fatta e alla fine ho rimesso mano alla roccia, anche se con molta calma. Dal
punto di vista meteo questo periodo è stranissimo (e pure schifoso) ma per l’arrampicata
è il massimo che si possa desiderare: temperature finora per niente basse ma
tassi di umidità a livelli invernali, un mix esplosivo e fighissimo. Poi che
moriremo tutti estinti dalla siccità quello è un altro discorso…
Sabato da Isengard, un settore
sopra S. Giacomo snobbato parecchio ma con passi che sul medio facile non hanno
uguali: roccia figa, dita e posto super svacco! Ho girato su roba molto facile
ed Elena ha ripreso un po’ pure lei, rifatti i soliti e provato a dare un’occhiata
a Barbablù dopo la rottura della presa chiave, secondo me col livello giusto si
può rifare! Da tornarci per un paio di blocchi intravisti e con potenziale
esagerato. Ieri invece ho deciso di tornare dal Mostro, sballato dall’ora nuova
e dal caldo fuori norma per il periodo, ma con condizioni tutto sommato buone:
di nuovo tentativi da sit favolosi, stavolta quasi al bordo, l’ho detto ieri se
stampo sto blocco resto ubriaco per una settimana! Nel pomeriggio invece ho
raggiunto Ale Penna e Andre che come al solito si stavano dando da fare su roba
nuova che noi umani non riusciamo neanche ad immaginare, non tanto scalarle
quelle linee ma proprio intravederle sotto strati di muschio dove altri non andrebbero
neanche a cercare. Anche questo è livello! Tra l’altro entrambi reduci da
prestazioni assolute, Ale che da poco ha fatto la prima ripetizione di Big Fish
e Andre che giusto il giorno prima è riuscito sulla mitica Raul, entrambe a
firma di Core (non pinco pallo per capirci…) ed entrambe in attesa da anni di
qualcuno che avesse il livello per ripeterle. Complimenti matoti, altro
pianeta. Ma tornando a ieri, nuove linee in un settore vecchio/nuovo che sembra
di esser a Brione, avvicinamento zero e blocchi superfighi; arrivo e stanno
pulendo un muro verticale alto, ma tanto alto, in mezzo a due case e tra una
risata e l’altra nasce Tetano, un blocco a detta loro non estremo ma ragazzi
che linea! Nel frattempo salgo dallo Spettro per scoprire che è improvabile e
quindi ridiscendo da loro che mi fanno vedere qualche linea appena nata. M’innamoro
subito di quella di Ale, Angelo, anche se son tutte una più bella dell’altra,
io ne avrei per qualche inverno qui, loro ne fanno in sequenza; mi attacco da
sopra e trovo una delle 3 methodes fattibili ed inizio a provarla con Andre e
poco prima del sangue alle dita (è aggressiva, parecchio!) riesco a stamparla,
rischiando anche il collo. Cazzo che bella! Da scalare fino alla fine, con un
inizio atletico ed un finale a sorpresa, in 3 facciamo 3 methodes diverse ma
con lo stesso risultato, un bella linea dedicata ad Angelo Siri scomparso da
poco quindi doppiamente di soddisfazione. E niente, per me la giornata finisce
qui, non voglio andare oltre anche se la voglia ci sarebbe pure, saluto la
truppa e con topo torno a casa, un altro super fine settimana anche se non al
100% come salute ma con la ralla di sempre!
L’aspettavo da tempo e finalmente è arrivato: il
sovrallenamento! Finalmente cazzo, dopo tanto tempo e tanto sfondarmi al muro
son riuscito a tornare a non dormire, ad aver male ad ogni muscolo, a voler
uccidere ogni persona intorno a me, non riuscivo sinceramente più a starne
senza… già da qualche giorno avevo qualche dubbio, rafforzato dalla conferma di
Giova (che ne sa) che i sintomi c’erano tutti ed in effetti dopo un weekend
disastroso ieri pomeriggio mi son dato dei bei colpi di coglione.
Per fare un sunto della situazione: da circa 10 giorni ho
iniziato a dormire male, primo sintomo oltre a parecchi altri, ma con l’enorme
testa di cazzo che mi ritrovo non ho neanche pensato a fermarmi, anzi, ho
spinto ulteriormente sull’acceleratore, tirando giù una bella scheda pesante.
Poi venerdì ho pensato che l’indomani sarei stato di “sentinella” alle fate
quindi non avrei fatto niente e ho messo dentro un’altra sera al moonboard, col
risultato che il sabato ero un’ameba; chiaramente la domenica si va ad
arrampicare, quindi tutto il giorno senza mollare, e ancor più chiaramente
ieri, giornata eccezionale (e via di colpi di coglione…) son salito in Ellero,
con risultati però decisamente pessimi… e infine stamattina, dopo l’ennesima
notte insonne, ho acceso il cervello e annullato ogni impegno scalatorio della
settimana. Che dire, non ho dosato bene le energie, l’alimentazione forse, e ho
voluto strafare, ne pago le conseguenze e pace, ma devo fare più attenzione a
queste cose.
Da chi si tiene veramente invece gran belle novità.
Domenica sera torno a casa e guardo su instagram e lì per lì ho creduto fosse
una bufala. Che la Eiter fosse forte non avevo dubbi, ma per stampare un 9b non
basta quello, devi essere oltre sotto ogni aspetto, e non un 9b a caso aperto
da Antonio Puzzettone (perché mi spiace, ma anche quello fa la differenza,
peraltro ad ogni livello di difficoltà) ma da king Ondra himself, un 9b
reputato da tanti improponibile (vedi Edu Marin) e portato a casa coi denti da
uno come Schubert che ha un palmares da fare invidia. E poi ti arriva lei,
piccolina e gracile, e con la mentalità e la forza che solo un campione del suo
calibro può avere riesce dove la maggior parte dei maschietti getta la spugna!
9b ragazzi, qualche anno fa un noto climber ma soprattutto scrittore
dell’ambiente scalatorio (di cui non farò il nome) mi aveva detto chiaramente
che l’8a in falesia era ormai diventato un grado medio e a me si erano rizzati
i capelli e afflosciato tutto il resto, ripensandoci ora, brutto a dirsi, non è
neanche più medio, non stiamo a discutere dei nostri infimi 7 perché quello è
l’entry level, che piaccia o meno. E ripeto, per tanti garisti italiani che
spesso, a torto o ragione, si lamentano della situazione della federazione, di
come son supportati, ecc… ma che poi invece di far risultati dove dovrebbero
scalano su roccia alla facciazza di tutti, questa era una garista che quando
scalava mangiava plastica e i risultati a casa li ha portati, ora è
“pensionata” e i risultati a casa continua a portarli dove e come le piace
veramente. Imparate gente, imparate. E soprattutto, come ho letto su parecchi
forum in giro, ricordiamoci che questi son atleti al 110% e come tali ne deriva
la fisicità (Usain Bolt infatti è risaputo abbia la panza da birra…), per cui
le battute mangiatevele, ignoranti da rifugio che non siete altro, e beatevi dei
vostri bellissimi quinti su marcioni, che con questa mentalità giusto quello
potete e riuscite a fare!
Siete stati splendidi! Alla fine
tutta la giornata di sabato si riassume in questo e i ragazzi della val Tanaro
hanno dato davvero il meglio, più di quanto onestamente immaginassi. Non sono
un tipo da raduni e chi mi conosce sa che spesso e volentieri son parecchio
orso pure ma sabato bisognava esserci, perché la Valdinferno ci ha dato davvero
tanto e soprattutto gli organizzatori meritavano di essere supportati al 100% per
lo sbattimento infinito che in questi ultimi giorni si son fatti. E tutto è
andato al meglio, anzi oltre le aspettative di tutti credo.
Quando al mattino son partito
da casa ero davvero dubbioso… nebbia, pioggia dalle parti di Cuneo, tutto era
al contrario di come avrebbe dovuto essere e già giravano le palle. Poi come
sempre, nella migliore tradizione della valle, da poco sopra Garessio tutto si
è aperto in una giornata fantastica oltre ogni aspettativa! E lì mi son trovato
davanti l’inaspettato… tutti i sentieri puliti e segnalati, tutti i massi con
le basi rimesse a posto e le prese segnate, un’organizzazione che non avrei sinceramente
mai creduto avesse potuto fare tanto. Noi ci avevamo provato, ma come giustamente
anche Giova mi ha fatto notare il nostro spirito era decisamente più naif,
forse troppo, ma erano altri tempi. Sicuro è che noi non saremmo riusciti a
fare tanto. La mia postazione era la grotta delle fate e non avrei potuto
chiedere di meglio, perché adoro quel posto, adoro quel masso e poter
contribuire in quel modo facendo conoscere a mia volta ogni singolo passo di
quel blocco per me ha significato davvero molto. Tanta affluenza, tanta gente
nuova, tante facce conosciute e magari non riviste da tempo, era un raduno ma
anche un’occasione bellissima per stare tra amici, tra gente che condivide
davvero una passione, senza limiti di età e soprattutto di grado e senza troppe
seghe mentali. E quando alle 17 son sceso al ritrovo mi son entusiasmato a
mille: tantissime persone, non credevo e non sapevo essendo recluso (in senso
buono) alla grotta, mi erano arrivate voci di 100 iscritti e tanti altri “visitatori”
ma davvero non immaginavo una cosa così bella. Le premiazioni, le estrazioni,
una birra, tantissime parole con tante persone bellissime… ragazzi ci avete
regalato un’emozione, una giornata come poche e vi siete meritati davvero tutti
gli applausi di chi è venuto a farvi vedere che alla fine siamo un bel
movimento!
La Valdinferno ha riiniziato a
vivere, un bel passaggio di testimone credo e un ottimo innalzamento
qualitativo, ora ci son tutti i presupposti perché possa diventare un must
della provincia, la guida, i blocchi rimessi a posto, nuove linee. E "Dal
profondo" che continua a restare lì ad aspettare qualcuno che ci rimetta mano
sopra seriamente…
Niente di particolare da segnalare in questo autunno che sa
molto di primavera avanzata e che credo rimpiangeremo tra non molto…
soprattutto blocchi in valle Gesso, soprattutto muro, soprattutto allenamento e
per il resto ben poco di interessante. Le condizioni fuori son altalenanti,
bene, peggio, meglio, merda, ma so che son io che mi lamento sempre e comunque
anche se un paio di settimane fa con aderenza giusta ho finalmente fatto il mio
giro migliore sul Mostro, la mia nemesi ormai, partendo sit e arrivando a sto
benedetto verticale; ogni tanto mi chiedo che cosa mi spinga ancora a metterci
testa, oltre al fatto che sia una linea stupenda, e son arrivato alla
conclusione che forse la risposta sta proprio in quel posto che ha un che di
magico ma soprattutto in cui ci sto da dio ogni volta che torno, da solo o in
compagnia, mi ci costruirei casa cazzo! Però certo è che se riuscissi a farlo
sto passaggio non mi dispiacerebbe…
Poi un paio di puntate in Ellero senza troppa decisione ma
giusto per ritornare su e capire che con Rastello siamo in una fase di stallo,
non ci piacciamo più come un tempo ma forse l’amore tornerà… o forse no, poco
male.
E infine il prossimo weekend. L’infernoblocco è alle porte
e i ragazzi dell’organizzazione si sono sbattuti all’inverosimile, son davvero
curioso di vedere il lavorone fatto e la rivalutazione del bosco magico e spero
sinceramente che il meteo sia dalla loro e che arrivino un sacco di
partecipanti perché se lo meritano. Valdinferno non è la val di Mello chiaramente,
non ha le potenzialità (per dire un posto in zona) della val Gesso e non ne ha
neanche la roccia, ma la magia di quel bosco non la trovate da nessun’altra
parte, questo è sicuro, e il meeting insieme alla nuova guida di Giova sono un’occasione
perfetta per conoscerlo meglio e tornarci più volte! C’ho passato giornate in
completa solitudine, nel grigio dell’autunno oppure in mezzo ad una nevicata
invernale e ricordo ogni singolo momento come speciale, la grotta delle fate non
è un nome buttato lì a caso… e poi l’evento nell’evento, il memorial per Angelo
Siri che li ha fatto davvero tanto, in un periodo in cui forse il bouldering
non se lo cagava nessuno, tirando fuori delle linee che ancora oggi sono
imperdibili (Checkup per dirne una su tutte, un classico con una bellezza da
riferimento!). Io sarò alla grotta, questa volta non come climber ma come “testimone”,
diciamo così, per certificare chi avrà voglia di metter mano al blocco per
eccellenza, Dal profondo, e tentare di farne la prima ripetizione dopo anni
dalla libera del colosso Core, se passate di lì un saluto e due ciance mi
faranno piacere!
Parecchio fermento in valle
Gesso ultimamente, come non potrebbe essere altrimenti data la stagione
perfetta e il fatto che sempre di più si sta dimostrando un vero paradiso dei
blocchi. Sinceramente, la valle per intero ha poco da invidiare a posti ben più
conosciuti in quanto a qualità di linee e roccia e bellezza dei posti, l’unica
pecca resta il fatto che generalmente è piuttosto dispersiva quindi o la si
conosce perfettamente oppure per chi viene da fuori diventa difficile
orientarsi tra i diversi topò e le informazioni che si trovano online ed è
comunque un peccato. La speranza è una nuova guida per la valle Gesso lato
S.Anna…
Da parte mia settimana scorsa
finalmente son riuscito insieme a Gian a dare un’occhiata al famoso Spettro e
metterci pure mano sopra. Che dire, la premiata ditta Penna/Tallone non sbaglia
un colpo (e parecchi altri sono in canna, grosse novità in arrivo)! Un blocco
magnifico su cui uscirebbero parecchie linee di livello ma che loro
(giustamente) hanno deciso di valorizzare solo in parte e per quelle più
evidenti: quindi lo “Spettro”, un 7C bellissimo sui cui abbiamo passato gran
parte della giornata e devo dire che non è andata male, sapendo poi come sono i
loro 7C su cui provare a riuscirci in giornata è davvero una rarità, e poi “Team
Acciaio”, una linea un po’ diversa dalle solite tritadita, entrambe belle
adrenaliniche e aeree ma con cadute direi ottime (e con la possibilità di
scendere dall’alto avendo un spit per sostare). Insieme al Mostro sicuramente i
must della valle! E poi domenica che causa schiena fuori uso è stata dedicata
allo svacco e alla buona compagnia, insieme a Funsu a Sangia Gnus a provare
qualcosa di nuovo e rifare parecchie linee vecchie. Sulle facili da segnalare
il bellissimo spigolo di 7A su piatte fatto durante il riscaldo, davvero bello
da scalare e sinceramente nemmeno troppo facile… rifatto The Dog con due
partenze diverse, una più bassa (quella di Cani Sciolti) che aggiunge un
pizzico di duro e completa sicuramente, e poi provato Gasolina, ma qui ci sta un
discorso a parte. La linea non mi ha mai attratto particolarmente ma non
sapendo che provare mi ci sono attaccato ma… non credo tornerò a provarla. Non perché
sia particolarmente dura, a parte un movimento tutto il resto è abbastanza
fattibile, ma perché proprio non mi piace e credo che la versione short fatta
da Paulo (tra l’altro grande lui che l’ha fatta per intero) sia ben più logica
e bella della versione integrale. My 2 cents! Resto dell’idea che la Linea del
blocco resti The Dog, al di là della difficoltà reale, e quindi complimenti a
Funsu che l’ha stampata relax: ora ti tocca Cani Sciolti! Comunque il vero
regalo della giornata è stata la spalla fuori uso… quindi schiena, spalla e
dito, con questo fantastico tris di sfiga pura ieri ho deciso di fare un po’ di
blocchi/non blocchi, roba facile e traversi ma ho sbagliato il posto, mannaggia
la miseria! Con topo alla volta del masso GTA, 2 pad e roba sulle spalle a
farsi un culo che reputo del tutto inutile. Non avevo mai scalato su questo
masso, tranne forse un paio di volte agli inizi, e ieri ho realizzato anche il perché…
non mi piace, anzi son sincero, mi fa proprio cagare, non me ne voglia nessuno
ma io sono piuttosto secco nei miei gusti e quando arrivi da un’estate al
Remondino il palato è abituato a cose… come dire… diverse! Per carità meglio
che un pomeriggio in ufficio ma peggio che un pomeriggio al moonboard! E pensare
che son stato indeciso tutta la mattina se andare a farmi una bella cima, devo imparare
ad ascoltare di più il mio istinto… e niente, ora un paio di sere al muro e poi
il weekend si stacca, finisce il mese di allenamento e si parte finalmente con
quelli che dovrebbero essere i 2 mesi migliori per le braccia e per gli occhi. Voglio
scalare e basta, niente trave, pan, trx e cazzate varie ma solo tirarle il più
possibile, concentrandomi su un paio di obiettivi che meritano davvero, tra cui
sicuramente il Mostro sit perché la stand dello scorso anno non mi è bastata,
un coito interrotto, una cagata senza giornale di arrampicata al seguito, una
birra senza schiuma… insomma avete capito.
E arrivato il freddo, di colpo
e incazzato o forse solamente pesa di più perché l’estate è stata torrida, ma
in ogni caso ora non ci si può più lamentare delle condizioni. Mi resta la
stanchezza da allenamento, poi non avrò più scuse, quindi devo sbattermi per
cercare qualcosa che giustifichi la mia non-tenenza…
A parte tutto weekend davvero
di colla assoluta, bastava prenderci meglio le misure per non patire il freddo
inutilmente. Sabato all’insegna dell’indecisione se stare a casa sul muro o
andare fuori, alla fine ha prevalso la vergogna e allora via a pian della Casa,
senza particolari obiettivi se non scalare qualche roba già fatta per fare un
po’ di volume e magari provare i soliti mattoni nei denti… il problema era il
termometro della macchina che mentre salivo continuava a scendere, e io in
maglietta che temevo il peggio che poi puntualmente si è avverato: +6° alle 13,
niente male… riscaldamento si fa per dire e poi “You” sit, un passaggio
stratosferico che quando riesco rifaccio sempre almeno in piedi, così come “King
Kong”, quest’ultimo fatto in giacca perché il vento mi stava depilando. Un paio
di manate su “the Twins”, per capire che è proprio da lasciare perdere come
passaggio e come obiettivo, se non per farci due risate ogni tanto: il problema
non è tanto arrivare alla seconda tacca, il problema è tenerla, fissarla,
muovere i piedi e lanciare al bordo, troppi problemi per un solo blocco… non è
il mio, è decisamente oltre quindi non credo ci spenderò altro tempo.
Ieri invece salita di gruppo
al Remondino, camminatori e boulderisti per una volta tutti insieme al
cazzeggio. Le condizioni capiamo già dal parcheggio che saranno assolute ma ce
ne renderemo conto solo dopo che non ci sbagliavamo per niente… su ci troviamo
con la Tesio-family e si parte subito col dente avvelenato. Consiglio a Giorgia
“Rodo-dentro”, un passaggio che sapevo già non le avrebbe dato troppi problemi
un po’ perché il suo livello è esagerato un po’ perché non è il solito passaggio
tritadita Remondino style ma sicuramente un pelo più “plasticoso”. E infatti
non ci mette tanto a portarlo a casa, qualche giro per sentire la methode e
capire l’uscita e via stampato, neanche il tempo di rilassarmi un po’! Decidiamo
di scendere da “Antigrip” e porca puttana mi entra tutto senza problemi ma su
un singolo niente da fare, non passo; ci proviamo tutti e tre per l’intero
pomeriggio, col vento a far scendere ulteriormente la temperatura, alla fine
neanche più gli escursionisti son in giro, restiamo solo noi a chiudere la
giornata. E Giorgia è l’unica dei 3 che riesce a passare, in modo perfetto ed
esemplare su un blocco ben duro, secondo me e non solo ben più duro di altri 7C
del Remondino (che notoriamente già non regala niente), una linea non certo
stratosferica ma con movimenti uno più bello dell’altro… a me è restato l’amaro
in bocca perché l’unico giorno in cui sarei potuto passare, un paio di mesi fa,
non ci ho creduto abbastanza nel giro buono e ho perso il treno, temo fino alla
prossima stagione se continua così. Peccato. Un blocco in meno fatto e uno in
più nella lista dei TO DO. Fine giornata degno dei migliori hardcore boulderers
al bar a scaldarsi con cappuccio, the, birra e vino perché la roccia non basta!
E ora si riparte coi progetti
in bassa quota. Sicuramente si torna all’attacco sul “Mostro”, fatto in piedi l’anno
scorso ma la vera battaglia è da sotto per me, o sit o niente, e poi chissà,
tante linee da vedere, il Barbara che ora torna in condizioni, “Gasolina” a
Sangia Gnus che vorrei provare (o forse no, non l’ho ancora capito…), almeno un
giorno a settimana in falesia perché altrimenti lascio perdere da subito gli
obiettivi con la corda… troppe cose, come al solito. Bene.
Appuntarsi la data, perché l'evento secondo me sarà uno di quelli da non perdere! Il 21 ottobre prossimo i ragazzi della val Tanaro hanno organizzato un bellissimo raduno/gara in quel di Valdinferno ed oltretutto il periodo è assolutamente quello buono, dove l'aderenza inizia a farsi interessante e il posto ancor più bello del solito. Da parte mia sicuramente ci sarò, non per far la gara perché alla fine a Valdinferno (tolto "dal profondo" e pochi altri) ho fatto praticamente tutto e non sarebbe sicuramente giusto, ma per divertirsi e stare in compagnia. E chissà magari scovare anche qualche nuova chicca al di fuori dei circuiti solitamente battuti, questo potrebbe esser l'anno giusto per andare un po' in giro a cercare novità.
Spero che i ragazzi della val Tanaro riescano dove noi abbiamo fallito più volte (ricordo parecchi anni fa, almeno 11-12, si voleva organizzare e poi la meteo ha fatto andare tutto a monte...), la grinta e lo spirito son quelli giusti e il posto merita sicuramente di essere valorizzato per il gioiello che è, ora poi con la nuova guida di Giova è tutto in regola perché possa diventare qualcosa più di uno spot local. E spero sempre con la giusta testa e il rispetto dei posti che, ricordo, son proprietà private e quindi "concesse" al divertimento di tutti noi.
Weekend all’insegna dello svacco o quasi. Paradossalmente in
questo periodo devo usare il fine settimana per riprendermi dato che gli
allenamenti infrasettimanali mi succhiano via tutto… son contento e spero che
mi porti un po’ di pompa in più ma sul momento mi girano non poco le balle non
riuscire a far niente di concreto. E sto caldo ora mi ha davvero sfiancato,
pressione sotto i piedi e sonno costante, l’unica cosa che mi conforta ora è
che le previsioni danno peggioramenti e temperature basse dal weekend, adoro l’estate
ma adesso ho davvero bisogno di rigenerarmi un po’.
Comunque come dicevo niente di straordinariamente
prestazionale durante lo scorso fine settimana. Il sabato siamo saliti dalle
parti di cima delle Lose in valle Stura: ricordavo questo bosco bellissimo
dalle skialp dei bei tempi, era una delle gite che si faceva in caso di tanta
neve non trasformata (quantomeno non fino in cima, per non rischiare le palle…)
e la salita in mezzo ai pini era qualcosa di straordinariamente rilassante e
bello. Come son cambiati i tempi… ho sofferto, niente gamba e niente fiato, ma
comunque mi ha concesso di staccare un po’ dalla ripresa lavorativa, pure
quella una merda. E vedere topo correre libero per i boschi mi ha rilassato il
doppio!
Domenica invece son salito nuovamente al Remondino, questa
volta per il piacere della compagnia e stop tanto sapevo che sarebbe andata una
merda. Mi ha fatto piacere rivedere Gian (come sempre in straforma) e Funsu,
una giornata di relax piacevole, qualche chiacchiera e qualche manata. Un nuovo
passaggio/variante per Gian su “giorno di paga”, secondo me come difficoltà non
tanto lontano dall’originale e pure più bello e logico volendo! E per finire la
giornata qualche tentativo senza ricognizione dall’alto su “ricordo di
Buttermilk”, una linea come ce ne sono poche e dove il numerino conta davvero
un cazzo! Siamo saliti fin dove la logica del non-suicidio ce lo ha permesso e
con la sicurezza di tornare con un pezzo di corda per pulire per bene dato che stranamente
non è tanto provata… alla sera andare via quando la bolgia dei merenderos è già
partita, col sole che crea una luce spettacolare sulla Nasta e l’aria è fresca
è un rito che va oltre ogni spettacolo per me! Starò rincoglionendo forse?!
PS grande Elena che su mio consiglio (…) ha provato a fare
da sola la traversata Ciriegia-Mercantour, che non credevo essere tanto
disertata dato che me la ricordavo davvero fantastica. Comunque brava lei che c’ha
provato, è salita al Ciriegia, è sconfinata in Francia tanto per non farsi
mancare niente, è tornata al pian della Casa e poi risalita al Remondino da
noi, il tutto sotto un sole devastante. La forza della volontà alle volte
regala dei bei ricordi da gustare poi in settimana chiusi in ste gabbie di
merda!
Si ricomincia, come sempre,
ormai mi son assuefatto alla situazione di dover ripartire con la solita
routine e non so se sia un bene. Ma in ogni caso non ho grosse alternative…
Vacanze rilassanti, per
davvero stavolta, fatto niente di stravolgente ma era quello che in realtà
volevo più di ogni altra cosa perché in primis avevo bisogno di rilassarmi e
staccare da tutto, non solo il lavoro. Una settimana in val Maira,
semplicemente fantastica come sempre, a base di svacco e camminate, senza orari
finalmente in un posto che davvero ci ha permesso di dimenticare tutto e dove
sinceramente non avrei grossi problemi a vivere… campo base in un bellissimo
chalet a più appartamenti a S. Michele di Prazzo e da li ogni giorno una
camminata diversa con topo che davvero non è stato fermo un secondo. Ciliegina
sulla torta il Chersogno, da una vita che non ci tornavo ma come sempre una
salita semplice ma panoramica come poche. E anche il meteo alla fine è stato
dalla nostra, non un caldo torrido come le altre settimane ma sempre una
leggera (beh a volte neanche tanto leggera…) velatura che ci ha permesso di
camminare senza soffocare. E anche la sconfinata in val Fissela, per me una
delle più belle e selvagge qui intorno, è stata un bel ritorno in una delle
valli che amo di più del cuneese.
La seconda settimana invece ho
provato a tornare a far qualche blocco decente ma sempre, in ogni caso, in ogni
posto, anche al Remondino, il caldo mi ha scoglionato al punto che alla fine ho
preferito restare sul muro di casa, con l’aria condizionata, per evitare di
fare chilometri davvero inutili. E stranamente da ieri che son tornato in
ufficio le temperature son diventate accettabili… in ogni caso avevo anche
voglia di non intestardirmi per qualche tempo sui soliti passaggi e quindi ci
stava anche dimenticare un po’ la roccia. Pietoso il ritorno alla corda, sarà
davvero dura ripartire a far qualcosa di decente ma se voglio portare avanti un
progettino st’inverno dovrò darci dentro e cercare di mettere insieme più di 5
movimenti altrimenti meglio lasciare perdere fin da subito. Ora mi aspetta un
mesetto di devasto e allenamento allo stato puro, quindi le aspettative fuori
non son granché ma confido in un autunno soddisfacente e poi sinceramente ho
davvero voglia di tornare a spingere un po’ e sentire la fiacchezza come si
deve.
Praticamente il panorama dalla nostra casa a S. Michele, col Chersogno in primo piano
Partendo al mattino
La bellissima sagoma del Chersogno
Salendo spunta il Re!
L'alta val Maira, con il Brec e L'Aiguille
La cima
Sopra il mare di nuvole...
Alta val Maira dal colle Greguri
Vista insolita per chi arrampica sul gruppo Castello-Provenzale!
Devo ammetterlo: stamattina
facendo colazione e passando in rassegna instagram quando ho visto la notizia
della rinascita della mitica Pusher un po’ di groppo mi è venuto… per chi non
la conoscesse (e per chiarire subito che, purtroppo, non ci son motivi commerciali
di fondo) o per chi fosse arrivato dopo, la Pusher holds era una mitica società
americana fondata a cavallo degli anni 90/2000 quando ancora in giro il boulder
non è che fosse molto cagato ma stava esplodendo di brutto proprio in quel
periodo. Non erano tanto le prese piuttosto che il materiale vario che ne
facevano una delle più conosciute, ma soprattutto le foto promozionali che
insieme a quelle della 5.10 per me erano le migliori possibili e ti tiravano
fuori una ralla incredibile. Partivi il mattino non senza prima aver guardato
per la millesima volta Dosage 1 e nell’intro ti partiva la pubblicità della Pusher,
poi della Prana e poi di Climbing che già t’immaginavi tutto il giorno su
Mandala, mentre poi bestemmiavi su “Radiologia” in Ellero… c’era la foto del
sempresialodato Jerry Moffat con le Laser ai piedi in Svizzera che la Svizzera
ancora era un sogno lontano, la foto di Malcolm Smith e Dave Graham che era
praticamente da altare e silenziosa preghiera serale, quella di Obe Carrion che
strizzava come il Calibba, quella di Sharma che ancora fumava il giusto ed era il
vero e unico the King… quasi vent’anni, tanto, troppo tempo, ma quello che mi
fa davvero strano è che alla fine, nonostante tutto, i personaggi son sempre gli
stessi. OK, ora c’è Ondra, ma lui tanto non fa testo, c’è Megos, ci sono vari
gagni pulciosi che per il solo fatto che si tengono più di me mi stanno in
culo, ma cazzo vuoi mettere il carisma che avevano allora? E ancora adesso! Graham,
Sharma, Lamprecht, Kehl, Loskot, Rands e molti altri che, almeno in quanto ad
immagine e personalità, cagano in testa a praticamente tutti i climber di oggi
e pure in quanto a tenersi non scherzavano.
La scena di oggi ha perso
fascino. Punto. Il discorso di base è questo per me, poi si può parlare di
tutto il contorno, social che ci hanno reso imbecilli (io in primis),
prestazioni fasulle ma commerciali, marchi che derivano verso la sfilata di
moda milanese ma alla base c’è che in giro si arrampica per non andare in
palestra a far pesi, o crossfit, o altre puttanate, il boulder, la ricerca, la
sfida si son perse per strada… ma io vedo che poi bene o male, e io son
contento, anche la gente vera e incazzata che vedi in giro sulla roccia resta
sempre la stessa: quando vai in Ellero, o al Bracco, o in Inferno in pieno
autunno, col freddo, dalla mattina alla sera a fare scrub alle mani i
personaggi con cui ti fermi a discutere, a tirare due prese, a fumare una
sigaretta son i medesimi di 15, 20 anni fa quando col socio, dopo una settimana
di allenamenti e lavoro, arrivavi ai massi e incontravi Giova che magari già
tornava a casa dopo aver fatto almeno 2 volte il circuito di Rastello
(chiaramente senza pad), Paulo che aveva trovato un altro blocco nuovo e stava
già pulendo quelle 5-6 linee, Nino che strizzava le tacche più piccole, Gian e
Sergio sempre inseparabili, Lollo che passava praticamente inosservato con la
sua Opel Corsa po’ stampinata, Lore che aveva ancora i capelli (perdipiù lunghi)
e tantissimi altri che giravano come cinghiali da un blocco all’altro, le
bestemmie che risuonavano ovunque come un rito messianico. Egoisticamente,
ripeto, son felice che alla fine non sia cambiato nulla e il fatto che una
ditta, un marchio ma soprattutto una leggenda come la Pusher sia rinata dalle
sue ceneri mi fa ben sperare che il futuro e il passato s’incontreranno sempre.
E arrivano le ferie, anche
quest’anno, con Lucifero che ci brucia il culo. Voglio staccare un po’ la
presa, ne ho bisogno, almeno 4-5 giorni senza moonboard, senza allenamenti,
senza roccia. In giro per montagne a camminare o al mare accalcato sullo stesso
asciugamano di altre 5 persone rigorosamente sconosciute, ma senza arrampicata.
Sarà dura, avrò bisogno di un circolo di recupero tipo alcolisti anonimi, ma devo
farcela. Domenica scorsa al Remondino è andata alla grande, son contento,
voglio tornarci prima di staccare, ma poi basta, non per tanto però eh… e
lasciamoci con quella che era la canzone simbolo dell’ultimo, grande film di
boulder che mai esisterà, “Pilgrimage”.