Tre settimane senza toccare
roccia… un tempo infinitamente lungo per un malato come me, la plastica è un
surrogato che dà soddisfazione momentanea ma non sazia e la voglia di uscire,
vedere il sole, passare delle belle giornate a spellarsi le mani era arrivata a
limiti onestamente insostenibili. Poi a metà settimana si apre uno spiraglio,
vedi il meteo che di punto in bianco dà temperature prossime allo zero, il
vento che gira da nord e che soffia seriamente e allora torna una speranza:
Varazze sarà in condizioni! E sinceramente benché Varazze sia mediamente una
merda quando l’aderenza è quella giusta diventa un vero paradiso!
Inizio il venerdì, ancora
stanco dai circuiti al moonboard, ma il pomeriggio schizzo giù col topo e vago
tra il potala basso arrampicando il più possibile, senza obiettivi. Una
goduria! Colla, nessuno in giro, troppo presto diventa buio e io mi trovo nel
bosco a tornare dalla macchina in completa solitudine, esattamente quello di
cui avevo bisogno questo weekend. Torno a casa provato dal freddo e dal vento
anche se ancora non so che il giorno dopo sarà ben peggio…
Preparativi, mi sento con Ale
e decidiamo di andare alla collina ad arcuare un po’ di lame di rasoio… al
mattino si unisce anche Matteo e già a Ceva capiamo che la cosa sta prendendo
una piega devastante. Il cielo è scuro, fa un freddo porco e il vento si fa già
sentire… arrivati su appena scendiamo dalla macchina capiamo che la giornata
sarà parecchio dura. Ci proviamo comunque, ma io sento che i muscoli non
rispondono, non chiudono proprio e tantomeno le dita si rifiutano completamente
di arcuare, ho proprio paura di farmi male! Dopo un paio d’ore in ste
condizioni deplorevoli capiamo che è arrivato il momento di abbandonare, non
abbiamo più l’età per queste cose sinceramente. Torno a casa e per combattere
il freddo chiaramente faccio un po’ di muro…
Il giorno dopo sembra ancora
più freddo ma questa volta col sole. E questa volta ho intenzione di tirare
fuori l’artiglieria, vestiario ad hoc quasi da spedizione himalayana. Mi sento
sol socio, diamo un’occhiata al meteo, ci facciamo forza e decidiamo nuovamente
per Varazze. Giù il vento tira ancora più dei giorni prima, freddo fa freddo ma
c’è il sole e quindi per un momento si sta quasi bene… dura poco, ma devo dire
che tutto il giorno non ho patito, anzi; la cosa che più mi è sembrata strana è
che in giro non ci fosse assolutamente nessuno, nonostante le condizioni
fossero assolute, davvero parecchio ambiguo… in ogni caso non perdiamo tempo e
iniziamo subito a martellare un passaggio dopo l’altro. A fine giornata
decidiamo di scendere da “Occhi di gioia”, lasciato incompleto un pomeriggio
dell’anno scorso perché da solo non me l’ero sentita di uscire (lo so, è
strano, ma sinceramente avevo paura di farmi la schiena sul masso dietro… mi
prendono per il culo ancora adesso, a ragione…) con la ferma intenzione di
chiudere i conti e passare al vero progetto della stagione. Purtroppo la voglia
non è bastata, i tre giorni hanno iniziato a farsi sentire seriamente e
nonostante qualche bel tentativo fino al bordo non ne avevo davvero più e le
prese basse ad un certo punto si faticavano pure a vedere ancora… poco male, la
prossima volta lo stampo sicuro perché se da stanco morto c’ero vicino non
penso di avere problemi e soprattutto perché è tempo di passare a martellare i
passi che mi son segnato per l’inverno a Varazze.
Per concludere stupenda
compagnia ieri, come sempre con Funsu. Si parla, si ride, a volte arriviamo
pure a discorsi seri, si martella senza sosta sulla roccia, insomma è
sicuramente il socio per eccellenza. E per quanto riguarda il freddo iniziamo a
farci l’abitudine anche perché è con ste condizioni che ci si diverte
seriamente: mi pare fosse proprio Malcolm Smith che dicesse che sopra i 5° non
si tratta più di vero boulder!