Un anno ancora volato,
assolutamente evaporato. A parte riflettere sul fatto che un terzo della mia
vita è stata buttata nel cesso in modo totalmente inutile al lavoro (poi per
carità ci son quelli che ti dicono che senza il lavoro non saprebbero come occupare
il tempo… datemelo, io non ho problemi) mi spaventa che ormai gli anni
trascorrano velocissimi e neanche me ne accorgo, e siamo ormai alla soglia dei
40!
Comunque a parte queste
riflessioni autodistruttive, che poi in sto periodo merdoso che è il natale non
fanno che aumentare a dismisura, onestamente credo sia stato un 2016 davvero
bello e pieno di cui non rimpiango neanche un singolo istante. Ho arrampicato,
ho viaggiato anche se decisamente meno come d’altra parte mi ero prefissato fin
da subito, ho conosciuto gente nuova e ne ho lasciata per strada di vecchia e
inutile, son stato bene con le persone che amo, mi son divertito e quasi mai
incazzato seriamente, cosa non del tutto trascurabile, mi son allenato, mi son
distrutto, ma soprattutto ho vissuto. Sempre con un’angoscia di fondo però son
sincero, perché il momento che stiamo attraversando è terribile e non ci
rendiamo conto che davvero ci stiamo esponendo al peggio…
Lasciando perdere questi
discorsi da presidente della repubblica, il lato arrampicatorio che è quello
che mi interessa qui non posso dire sia stato splendido ma forse un po’ me la
son cercata. Nel senso che se avessi voluto semplicemente far numero avrei
potuto volare più basso mentre son andato proprio a tuffarmi nel cemento! Progetti,
tantissimi, duri, insalibili per me ma soprattutto belli. La bellezza della
linea e del gesto, quello che ti fa arrampicare, le cose che ti fanno incazzare
al momento ma che quando ci ripensi ti danno soddisfazione, che sinceramente
non avrei avuto guardando solamente il grado. E una cosa che non capisco ma va
bene, tanti gusti… la linea che ancora mi impressiona di più e che ho nel cuore
è il “Mostro”, resta lì da salire per quel dannatissimo singolo ma non mi son
mai stancato di tornarci a provare, sbatterci il muso, perché semplicemente è
troppo. Troppo bella, troppo dura, troppo alta, troppo tutto, ma son sicuro che
tra qualche mese sarò di nuovo lì a spellarmici le dita. Per il resto devo dire
che ho girato molto meno degli scorsi anni a cercar roccia e mi son sbattuto
anche meno: quando le condizioni erano dubbie ho spento l’interruttore e son
andato su plastica, perché piuttosto che provare una linea di merda fuori mi
diverto al muro, non c’è storia. Il gesto alla fine di tutto è l’importante per
me.
Son contento che anche Elena
abbia trovato la sua dimensione arrampicatoria. Senza esasperazioni, dando il
massimo che il momento permette ma senza stare a cercare qualcosa che non c’è.
E topo sempre con noi tra un blocco e l’altro!
Il 2017 credo sarà nel
nostro piccolo un anno di grandi cambiamenti personali, niente di vitale per
carità, ma nella ricerca continua di evoluzione e se possibile di miglioramento
l’importante e non fermarsi mai troppo, in un posto, su una posizione, a meno
che proprio non si sia convinti o quasi obbligati da situazioni contingenti.
Vedremo, per il momento auguri a tutte le persone che ho incontrato sul mio
percorso perché abbiano sempre il meglio!
Ed ecco dove vorrei tornare ora, in questo momento proprio…