mercoledì 21 dicembre 2016

CHIUDIAMONE UN ALTRO...

Un anno ancora volato, assolutamente evaporato. A parte riflettere sul fatto che un terzo della mia vita è stata buttata nel cesso in modo totalmente inutile al lavoro (poi per carità ci son quelli che ti dicono che senza il lavoro non saprebbero come occupare il tempo… datemelo, io non ho problemi) mi spaventa che ormai gli anni trascorrano velocissimi e neanche me ne accorgo, e siamo ormai alla soglia dei 40!
Comunque a parte queste riflessioni autodistruttive, che poi in sto periodo merdoso che è il natale non fanno che aumentare a dismisura, onestamente credo sia stato un 2016 davvero bello e pieno di cui non rimpiango neanche un singolo istante. Ho arrampicato, ho viaggiato anche se decisamente meno come d’altra parte mi ero prefissato fin da subito, ho conosciuto gente nuova e ne ho lasciata per strada di vecchia e inutile, son stato bene con le persone che amo, mi son divertito e quasi mai incazzato seriamente, cosa non del tutto trascurabile, mi son allenato, mi son distrutto, ma soprattutto ho vissuto. Sempre con un’angoscia di fondo però son sincero, perché il momento che stiamo attraversando è terribile e non ci rendiamo conto che davvero ci stiamo esponendo al peggio…
Lasciando perdere questi discorsi da presidente della repubblica, il lato arrampicatorio che è quello che mi interessa qui non posso dire sia stato splendido ma forse un po’ me la son cercata. Nel senso che se avessi voluto semplicemente far numero avrei potuto volare più basso mentre son andato proprio a tuffarmi nel cemento! Progetti, tantissimi, duri, insalibili per me ma soprattutto belli. La bellezza della linea e del gesto, quello che ti fa arrampicare, le cose che ti fanno incazzare al momento ma che quando ci ripensi ti danno soddisfazione, che sinceramente non avrei avuto guardando solamente il grado. E una cosa che non capisco ma va bene, tanti gusti… la linea che ancora mi impressiona di più e che ho nel cuore è il “Mostro”, resta lì da salire per quel dannatissimo singolo ma non mi son mai stancato di tornarci a provare, sbatterci il muso, perché semplicemente è troppo. Troppo bella, troppo dura, troppo alta, troppo tutto, ma son sicuro che tra qualche mese sarò di nuovo lì a spellarmici le dita. Per il resto devo dire che ho girato molto meno degli scorsi anni a cercar roccia e mi son sbattuto anche meno: quando le condizioni erano dubbie ho spento l’interruttore e son andato su plastica, perché piuttosto che provare una linea di merda fuori mi diverto al muro, non c’è storia. Il gesto alla fine di tutto è l’importante per me.
Son contento che anche Elena abbia trovato la sua dimensione arrampicatoria. Senza esasperazioni, dando il massimo che il momento permette ma senza stare a cercare qualcosa che non c’è. E topo sempre con noi tra un blocco e l’altro!
Il 2017 credo sarà nel nostro piccolo un anno di grandi cambiamenti personali, niente di vitale per carità, ma nella ricerca continua di evoluzione e se possibile di miglioramento l’importante e non fermarsi mai troppo, in un posto, su una posizione, a meno che proprio non si sia convinti o quasi obbligati da situazioni contingenti. Vedremo, per il momento auguri a tutte le persone che ho incontrato sul mio percorso perché abbiano sempre il meglio!
 
Ed ecco dove vorrei tornare ora, in questo momento proprio…
 

lunedì 19 dicembre 2016

SHIT HAPPENS

E che ci vuoi fa?
E da un po' che non posto, perché onestamente c'è poco da scrivere in questo periodo, in due weekend di cui uno pure bello lungo e godurioso ho toccato poco o niente la roccia... voglia, scazzo, influenza, un po' di tutto ecco ma non mi è mancata poi così tanto per esser sincero. Il ponte dell'immacolata ce lo siamo sfangati  tra un po' di valdinferno, una bella camminata con sorpresa finale (io non mi faccio mai mancare i trip di ritorno alla ricerca di nuovi sentieri, Elena non mi fa mai mancare qualche bel bestemmione contro!) e un'uscita in Ellero svacco a parare Andre sul suo progetto. Niente di particolare, nessun blocco, ma mi son rilassato anche se già sentivo l'inculata in the air...
E infatti. Mercoledì son entrato nel tunnel dei malanni di stagione, ringrazio di cuore tutti quei colleghi con gagni che fanno da untori a tutto il mondo mentre loro non contraggono un cazzo (come facciano non si sa, ma avranno degli anticorpi grossi come cocker?!) ma porca di quella puttanazza col cazzo che non arrampico! Moonboard a manetta cazzoooooo e non mollare. Compresi sabato e ieri, dopo una puntata in inferno a parare Elena sui suoi due progetti (e che progetti cazzo porco, uno l'ho fatto ma l'altro sicuramente non lo proverò maiiiiiii) son tornato a casa e mi son frullato le ditina sul muro in modo abominevolmente figo.
E qui 2 considerazioni. La prima: come ho fatto a vivere fino ad oggi senza le Hiangle della 5.10??? Perfette! Son innamorato alla follia, anche più delle Team, non ci sono paragoni per me. La seconda: ormai è scoppiata la moonboard-mania anche tra i big, soprattutto ammmericani, come se il sempresialodato Ben abbia inventato l'acqua calda. Non proprio, ci siamo ricordati semplicemente di come ci si allenava nei mitici anni 80 e abbiamo capito che tirare schiaffi a 2 volumi forse potrà anche dartene in gara ma quando esci fuori e devi chiuderti le tacche ad altezza uccello serve a poco. Anzi a niente. E quindi alla fine della fiera la triade PG-trave-moonboard resta insuperabile ancora oggi. E io godo.
 
 

lunedì 5 dicembre 2016

INFERNO STYLE

Valdinferno alla fine è un po’ come il jazz, o lo ami alla follia o proprio non riesci ad ascoltarlo per più di 30 secondi. E poi diciamolo come il jazz è un po’ da “capire” e non solo da ascoltare Valdinferno piace se vuoi prendere si bastoni ma vuoi scalare realmente anche se tocca maneggiare un po’ i gradi medi (almeno), altrimenti proprio non ti va giù. Ma per me Valdinferno rappresenta davvero tanto, forse più della val Ellero stessa dove ho iniziato ad arrampicare, perché la pace che riesco a ri-trovare in quel posto onestamente non la trovo da nessun’altra parte. Puoi muoverti a 1 metro da terra con traversi infiniti o salire con un bel po’ di aria sotto al culo oppure semplicemente ascoltare e rilassarti in compagnia di te stesso.
Sabato mattina, solita solfa del weekend, ti svegli e fa schifo. Nebbia, umido, pioggia, giro di telefonate, io vado ai ciciu, io in ellero, no sto a casa… io provo con la Valdinferno, mal che vada faccio due passi con topo e poi torno a sfondarmi al moonboard. Ceva, Bagnasco, Garessio, tutto fradicio, ormai le speranze son a -20, ma poi inizio a salire e tira un vento del porco e vedo il termometro della macchina che rapido da +8 arriva a +1… mi preoccupo… arrivo al parcheggio e la tipica giornata infernostyle mi accoglie: grigio, freddo, nessuno in giro, un ambiente che un persona normale tenderebbe a rifuggire forse, io invece mi butto con topo nel bosco. Iniziamo ad arrampicare, 1, 2, 3, 4 ore senza sosta, l’aderenza è davvero fuori norma come il freddo d’altra parte, son felice di esser qui, da solo perché a volte serve, con topo a tenermi compagnia, ad un certo punto le campane della chiesa mi ricordano che è ora di scendere. C’è qualcuno dalla grotta, qualcuno che ci ha creduto come me. Stupendo.
Ieri mattina il fisico e le dita chiedevano solo pietà. Invece no cazzo. Colazione svacco, un paio di video al tablet per far capire al fisico che oggi non si sta a casa a fare un cazzo, ti piacerebbe il centro commerciale eh. Invece no! Giro di telefonate, io salgo di nuovo in Inferno, garanzia ragazzi, ci vuole un po’ di sicurezza nella vita… arriviamo primi io e topo e ci godiamo alla grande il sole caldo del mattino, che differenza da ieri… si sta in maglietta, è rilassante. Inizio a scaldarmi e ad arrampicare e nel frattempo sento le prime voci, son Elia e Clara che stanno arrivando, topo si dà da fare ad andarli a prendere. Che bello, era una vita che non li rivedevo! E poi altre voci, oggi c’è un bell’ambiente: arrivano Nic, Ninio, Matteo, Chiara, topo non sa più dove annusare! E passano le ore, svacco, discorsi, risate, Red Bull per svegliarsi, roccia, sangue… bello, questo è fare blocchi come Dio comanda, almeno come piace a me. Si torna a casa, non ce la faccio proprio più adesso, birretta-divano-svacco happy ending perfetto!