Potenza pura! Ecco cosa mi
fa venire in mente questa foto, di una qualità piuttosto pessima anche perché
estratta da un video, ma che rappresenta bene quello che era ai tempi lo
scozzese Malcolm Smith. Ricordo che in un’intervista aveva dichiarato una cosa
che avevo trovato piuttosto sconcertante e volendo anche un po’ antipatica,
ovvero che i gradi nel continente erano decisamente regalati rispetto alla
media che si trova nel Regno Unito: ho poi capito in seguito cosa intendesse
realmente quando ho iniziato a uscire un po’ dal mio piccolo orticello e
frequentare qualche posto nuovo, Svizzera in primis…
Comunque incredibile quello
che riusciva a fare e la dedizione pura con la quale portava avanti i suoi
obiettivi. Sua la prima ripetizione della mitica “Hubble”, considerata ormai in
modo unanime come il primo 9a ma soprattutto direi io un blocco atroce tra l’8B
e qualcosa in più, una linea a vedere dai vari video/foto certo non
eccezionale, compressa il giusto, su cui però le ripetizioni si contano sulle dita
(di una sola mano dato che almeno una è più che dubbia…) nonostante abbia ormai
quasi 30 anni. Mitica la foto che lo ritrae mentre smagnesia sui due rovesci
dove la maggior parte della gente invece neanche passa (Ondra compreso), così
come incredibile il fatto non leggendario che avesse arrampicato e
disarrampicato proprio da Hubble per far diverse foto sul tiro… appena
maggiorenne è entrato prepotentemente nella ristretta schiera dei BIG di
oltremanica, affiancando e in parte sostituendo le vecchie glorie, Moffat e
Moon in primis, mantenendo ritmi di allenamento fuori del comune per la maggior
parte dei mortali e ripetendo poi i vari testpieces dell’epoca, Dreamtime su
tutti quando era ancora “intero” dichiarandolo forse per primo come decisamente
sopravvalutato. E forse proprio i ritmi di allenamento bestiali hanno fatto sì
che uscisse dalle scene troppo presto rispetto alle sue potenzialità ma
comunque un climber e prima di tutto un blocchista puro che ha innalzato il
livello e ha aiutato, come altri degli anni 90, a mettere basi empiriche sull’allenamento
applicato al gesto arrampicata.
La foto mi rappresenta la
dedizione al 100%, il fatto di riprodurre sul proprio muro di casa, ancora a stadi
primitivi e con prese in legno (come diceva “per poter arrampicare di più senza
intaccare la pelle e aumentare la prensione pura senza l’aiuto della grana
della resina”), il passaggio di “Hubble” arrivando a ripeterlo a nastro anche
dopo anni dalla salita del tiro stesso. Da tatuarselo addosso!