Ci sono passaggi più o meno
mitici, che per un qualche motivo che non sia la semplice difficoltà fine a se
stessa ci colpiscono più di altri. E ce ne sono anche qui in provincia, pochi
ma decisamente di livello e spesso non ancora ripetuti, la cui prima salita
aleggia nel mistero che spesso si risolve in una semplice questione di tenenza.
Uno di questi, forse quello
più incomprensibile, è “Dal profondo” alla grotta delle fate in Valdinferno,
salito anni fa da Core (e da chi altrimenti). Una linea stratosferica, logica,
bella e senza eliminanti particolari che sale la parte destra del grosso
strapiombo su tacche nette ma piccole con gran lavoro di body tension. Tentata
parecchio, da tanti big e da tanti molto meno big invano, di un grado direi
universale perché comunque si parla di “solo” 7C, ho avuto anch’io la fortuna
di provarla qualche volta. Fortuna non tanto perché ne sia arrivato a qualcosa,
ma perché per quel poco che ci son restato attaccato ho provato movimenti
davvero belli su una linea entusiasmante. Il passaggio originale, partendo
dalla grossa bancata di fondo, fa uscire con la mano sinistra per poi
proseguire diritti fino alla bancata a metà parete, oppure a scelta
(decisamente consigliata) con uscita in cima, che non aggiunge molto in termini
di difficoltà, quantomeno se siete arrivati fino a qui dal sit, ma ne da
parecchio in termini di logicità e bellezza. Varianti possibili 2: la diretta,
uscendo quindi di mano destra, che ancora resta da fare e che è ancora più dura,
oppure andando a destra e uscendo su Nenea, che invece è decisamente più fattibile.
Come dicevo, la difficoltà
vera, al di là del numerino in se che dice davvero poco in questo caso, sta nel
riuscire a trovare le condizioni giuste per questo tipo di roccia (quarzite) e
poi tenere quelle tacche millimetriche in forte strapiombo, oltreché mantenere
il corpo in perfetta tensione su appoggi lontani e sfuggenti. Decisamente
consigliato un gran lavoro di sospensione monobraccio su merdine e gran
sovraccarico…
Un passaggio mitico quindi,
ma non mitologico, ripetuto qualche anno fa dallo stesso Core che ne ha
confermato il grado e la fattibilità: niente si è rotto come si pensava, c’è
ancora tutto al suo posto. E semplicemente duro, duro e molto bello, quindi ora
che si avvicina l’inverno non resta che andare a provarlo per sfatare l’aura di
mistero!
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