venerdì 11 ottobre 2013

PER IL WEEKEND!


Ci son gruppi che restano fedeli alla propria linea stilistica fin dagli esordi, a volte più per questioni puramente di mercato che per gusto personale, altri che invece si evolvono andando spesso contro a quello che i fans della prima ora si aspetterebbero da loro, cercando sempre e comunque di seguire il proprio gusto musicale prima ancora dei numeri a tutti i costi. Non è strano che proprio questi siano i miei preferiti, come del resto anche nel mondo dell’arrampicata mi piace molto questa logica, e tra questi sicuramente gli Opeth ne sono un esempio calzante. Partiti da sonorità tipicamente death metal, svoltano rapidamente già dai primi album introducendo elementi decisamente più prog associati a parti melodice tipiche del death di stampo svedese; evolvendo creano un sound slegato completamente dall’ambiente musicale circostante e riuscendo nel contempo anche a vendere molto bene, segno che comunque spesso la ricerca stilistica e l’originalità pagano, soprattutto se si è dotati tecnicamente come loro. L’ultimo lavoro, ormai datato di un paio d’anni, segna un’ulteriore svolta verso sonorità ormai completamente pulite da ogni segnale death e completamente votate al prog anni 70, anche se comunque una linea di fondo più oscura è sempre presente in ogni lavoro del gruppo, questo compreso. “Heritage” richiede un ascolto approfondito per essere completamente assorbito e riserva ogni volta una sorpresa: chitarre pulite che s’intrecciano alla perfezione con la bellissima voce del frontman con un sottofondo ritmico sempre importante, in cui il batterista, più ancora che in sfuriate tipicamente metal, si esibisce  in elaborate partiture jazz. Bellissimo, in definitiva un album da avere e non solo per i death-maniaci !

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