Lunedì. Weekend di merda e
giornata statisticamente (su che basi non ho ben capito) peggiore dell’anno
anche se onestamente io non ho trovato differenza da tanti altri lunedì. Tra un
video e l’altro penso a quanto si stanno protraendo ste giornate spaziali per
arrampicare e mi chiedo se allenarsi come un malato in questo momento sia la
cosa giusta, per poi arrivare alla conclusione che si ci sta, assolutamente ci
sta, anzi proprio non potrei farne a meno… ho le palle gonfie di sto freddo di
merda, non riesco più a sopportarlo cazzo, quando ancora sciavo ci andavo a
nozze, eravamo anche in inverno perennemente in maglietta e non beccavamo un
cazzo, ora come ora se non mi vesto come un pagliaccio il giorno dopo son alla
frutta. Che fosse l’alcool decisamente più abbondante? L’abitudine? O semplicemente
l’aver 20 anni in meno?! In ogni caso sto facendo il conto alla rovescia per
arrivare a marzo, giornate lunghe, meno freddo e buttare un po’ di tempo tra me
e gli eventi di fine 2016 che ancora bruciano parecchio…
In ogni caso, come dicevo,
fine settimana all’insegna della merda. Sabato siamo andati in Valdinferno, io
non volevo arrampicare e tenermi per il giorno dopo mentre Elena era gasata per
Gillette. Alla fine Elena è stata male nella notte e quindi il giorno dopo era a
pezzi mentre io se vedo roccia divento come un toro che vede rosso… e niente,
un po’ di passi facili ma sempre molto belli, giusto per dire “ho fatto
qualcosa”: rifatto Gillette, un po’ di blocchi in giro e poi un passaggio molto
bello e per niente scontato nonostante il grado abbordabile al masso del
cinghiale, “Mocambo”, penso sia di Torielli, fatto sta che bisogna strizzarle
parecchio, strano per Valdinferno…
E poi ieri: rielaboro i miei
progetti, non mi va che Elena stia a guardare mentre arrampico, alla fine
decidiamo per Novalesa, il periodo è quello buono e poi li c’è un po’ di tutto
e io devo ancora provare “Nel nome del padre” che da un po’ mi frulla in testa.
Arriviamo a Susa e inizio a sentire odore di inculata, arrivo a Novalesa e già
mi brucia, arrivo dal parcheggio e il danno è fatto. Neve, fresca e ovunque ma
soprattutto sui massi, ma quel che è peggio vento forte. Son sincero, in altre
epoche avrei arrampicato, una spolveratina e via tanto faceva talmente freddo
che di colate non c’era l’ombra, ma ora no, mi rifiuto categoricamente. Dietrofront,
che si fa? A me è scesa mentre Elena propone Montecapretto, un bel masso sopra
Almese scoperto grazie a Giova l’anno scorso. OK tanto per andare a casa al
muro rifaccio un po’ di passi li visto che di nuovi praticamente non me ne
restano da fare, quantomeno i più belli e logici (e non mortali). Ma alla fine
come sempre in questi casi lo scazzo aumenta in modo direttamente proporzionale
ai km fatti e alla fine la giornata e bella buttata nel cesso! Capita il
weekend storto, non mi interessa, va bene comunque così perché alla fine anche
girare a vuoto ma in buona compagnia e soprattutto libero da ogni impegno è
piacevole e quando alla sera torni a casa, al caldo, con un bel bicchiere di
vino e ripensi alla giornata tutto sto schifo non ce lo vedi mica!
Ma ora son già in ralla per
l’estate. Un po’ presto ok ma ho bisogno di obiettivi a lungo termine. Il programma
è già bello fatto e spero che non vada a monte: Silvretta soprattutto per
vedere un posto nuovo e spellarsi per bene le dita, in estate, via dal caldo e
(spero) dalla folla. Ma ho voglia di ributtarmi a trovare posti e blocchi
nuovi, uscire dai soliti giri, dalla menata di provare passi già saliti, pulire
roba nuova ecco. E questo spero anche prima di quest’estate. Ma ora tocca
allenarsi che altrimenti non si va da nessuna parte. E poi a star fermi si
pensa troppo…
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