E arrivato il freddo, di colpo
e incazzato o forse solamente pesa di più perché l’estate è stata torrida, ma
in ogni caso ora non ci si può più lamentare delle condizioni. Mi resta la
stanchezza da allenamento, poi non avrò più scuse, quindi devo sbattermi per
cercare qualcosa che giustifichi la mia non-tenenza…
A parte tutto weekend davvero
di colla assoluta, bastava prenderci meglio le misure per non patire il freddo
inutilmente. Sabato all’insegna dell’indecisione se stare a casa sul muro o
andare fuori, alla fine ha prevalso la vergogna e allora via a pian della Casa,
senza particolari obiettivi se non scalare qualche roba già fatta per fare un
po’ di volume e magari provare i soliti mattoni nei denti… il problema era il
termometro della macchina che mentre salivo continuava a scendere, e io in
maglietta che temevo il peggio che poi puntualmente si è avverato: +6° alle 13,
niente male… riscaldamento si fa per dire e poi “You” sit, un passaggio
stratosferico che quando riesco rifaccio sempre almeno in piedi, così come “King
Kong”, quest’ultimo fatto in giacca perché il vento mi stava depilando. Un paio
di manate su “the Twins”, per capire che è proprio da lasciare perdere come
passaggio e come obiettivo, se non per farci due risate ogni tanto: il problema
non è tanto arrivare alla seconda tacca, il problema è tenerla, fissarla,
muovere i piedi e lanciare al bordo, troppi problemi per un solo blocco… non è
il mio, è decisamente oltre quindi non credo ci spenderò altro tempo.
Ieri invece salita di gruppo
al Remondino, camminatori e boulderisti per una volta tutti insieme al
cazzeggio. Le condizioni capiamo già dal parcheggio che saranno assolute ma ce
ne renderemo conto solo dopo che non ci sbagliavamo per niente… su ci troviamo
con la Tesio-family e si parte subito col dente avvelenato. Consiglio a Giorgia
“Rodo-dentro”, un passaggio che sapevo già non le avrebbe dato troppi problemi
un po’ perché il suo livello è esagerato un po’ perché non è il solito passaggio
tritadita Remondino style ma sicuramente un pelo più “plasticoso”. E infatti
non ci mette tanto a portarlo a casa, qualche giro per sentire la methode e
capire l’uscita e via stampato, neanche il tempo di rilassarmi un po’! Decidiamo
di scendere da “Antigrip” e porca puttana mi entra tutto senza problemi ma su
un singolo niente da fare, non passo; ci proviamo tutti e tre per l’intero
pomeriggio, col vento a far scendere ulteriormente la temperatura, alla fine
neanche più gli escursionisti son in giro, restiamo solo noi a chiudere la
giornata. E Giorgia è l’unica dei 3 che riesce a passare, in modo perfetto ed
esemplare su un blocco ben duro, secondo me e non solo ben più duro di altri 7C
del Remondino (che notoriamente già non regala niente), una linea non certo
stratosferica ma con movimenti uno più bello dell’altro… a me è restato l’amaro
in bocca perché l’unico giorno in cui sarei potuto passare, un paio di mesi fa,
non ci ho creduto abbastanza nel giro buono e ho perso il treno, temo fino alla
prossima stagione se continua così. Peccato. Un blocco in meno fatto e uno in
più nella lista dei TO DO. Fine giornata degno dei migliori hardcore boulderers
al bar a scaldarsi con cappuccio, the, birra e vino perché la roccia non basta!
E ora si riparte coi progetti
in bassa quota. Sicuramente si torna all’attacco sul “Mostro”, fatto in piedi l’anno
scorso ma la vera battaglia è da sotto per me, o sit o niente, e poi chissà,
tante linee da vedere, il Barbara che ora torna in condizioni, “Gasolina” a
Sangia Gnus che vorrei provare (o forse no, non l’ho ancora capito…), almeno un
giorno a settimana in falesia perché altrimenti lascio perdere da subito gli
obiettivi con la corda… troppe cose, come al solito. Bene.
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