Intanto la scheda nuova va
avanti, ho scelto di mixare la forza con un po’ di resistenza e fare 3 serate
mirate di cui una solamente dedicata alla body tension, sperando di avere
risultati a medio termine anche se magari accuserò il colpo nell’immediato.
Sempre per quanto riguarda l’allenamento son contento della scelta fatta di
spostare avanti l’annuale trimestre di carico, ora come ora anche il meteo mi
sta dando ragione e spero continui così ancora per un po’, anzi magari fino
alla prossima primavera sarebbe il top! Non ho particolari progetti, uno
solamente lasciato in piedi dallo scorso anno che son sicuro di portare a casa ed
un altro in cui ho smesso di credere ma che ogni tanto proverò sicuramente,
voglio invece dedicarmi ad aiutare il più possibile Elena a portare a termine
il suo megaprogetto e la volta che lo salirà, perché son sicuro che lo salirà,
farò davvero festaccia come se avessi chiuso un 8B io! Ognuno ha i suoi demoni,
chi li combatte, chi li accetta e ci convive...
giovedì 26 novembre 2015
SI VA AVANTI
Ok ora che son una paio di
settimane che ho montato anche le gialle sulla bestia un’idea più precisa me la
son fatta. Intanto la prima cosa che devo dire è che onestamente come grana
delle prese preferisco di gran lunga quella delle bianche/nere, decisamente più
aggressiva e grippante e su delle presine come le gialle, già strane e piccole
di loro, una grana piuttosto fine fa si che siano terribilmente meno tenibili
su queste inclinazioni… per il resto vero è che di blocchi fatti solo su questo
set non ce ne sono molti ma i pochi che ho fatto li ho trovati effettivamente
più coerenti con i gradi outdoor e decisamente molto belli. Un tipo di scalata
più “naturale” che facilmente puoi trovare anche su roccia, movimenti meno ampi
(fortunatamente) che richiedono un posizionamento del corpo più preciso; le
prensioni a differenza di quanto si possa pensare non sono
“arcuatearcutearcuate”, dato che comunque con setup misto purtroppo le gialle
non son quasi mai posizionate secondo quello che potrebbe essere il verso più
tenibile (neanche fossero ronchie…), quindi spesso e volentieri ci si trova a
doverle usare con pinzatine strane o addirittura a dita stese! Il meglio
sicuramente l’ho trovato nei blocchi misti sui 3 colori, dove magari ti trovi a
fare un movimento di allungo o dinamico per poi continuare di controllo su una
microtacca schifosa, in questo caso il divertimento è assurdo (o son io che son
malato) e non vorresti mai smettere, se non quando ti rendi conto che non stai
più attaccato a niente… in ogni caso il setup in questione è duro, molto,
allenante sicuramente ma mi spiace soprattutto per Elena che ora forse più che
mai trova lungo ed è davvero difficile tracciare qualcosa di facilmente
salibile.
lunedì 23 novembre 2015
CONSAPEVOLEZZA
Finalmente Ellero come lo
intendo io: freddo, grigio e con gran aderenza! Così si mi piace e così si che ci
torno volentieri. Sabato con Funsu abbiamo deciso di salire comunque,
nonostante non avessimo grandi aspettative: strada bagnata a casa, a Mondovì, a
Roccaforte, minimo ci aspettavamo di dover fare dietrofront al moonboard ma
invece su era tutto asciutto e ventoso e con gran condizioni! Solamente a metà
giornata per un attimo la magia è svanita, ma tempo neanche un’ora ed è tornata
al top. Subito riscaldo con tranquillità visto che le mie dita non son ancora a
posto (quest’anno non so che mi capiti ma non riesco a rigenerare la pelle)
agli schiaffi, il progetto di Funsu è “Drago bianco”, il bellissimo e classico
traverso su piatte; grande lui che al primo giro della giornata cade
praticamente all’uscita, onestamente l’ha passeggiato e non mi aspettavo che
potesse non chiuderlo. Decide di rilassarsi un attimo, giustamente perché il
giramento di coglioni è tanto, quindi saliamo al muro degli schiaffi per
dedicarci a me; “Krav maga” non è proprio il mio stile di blocco, tacche
piccole su muro leggermente strapiombante, ma sicuramente la linea è super
quindi merita di lasciarci quel poco di pelle che mi resta. La partenza è la
parte più dolorosa per me, il sit per arrivare alla prima tacca di sinistro mi
buca subito entrambe le mani e neanche l’attack (ebbene sì, funonzia alla
grande per le piccole ferite!) basta, quindi via di nastro per non metter
sangue dovunque; cado subito alto quindi capisco che è solamente questione di
resistere un po’ al dolore per portarlo a casa e così in effetti va. Parto,
strizzo e spengo il cervello per non pensarci, arrivo alla tacca alta di
destro, bordo e via fuori dal masso con enorme soddisfazione: passaggio a 5
stelle per quanto mi riguarda e onestamente ben duro, e anche sopra il dolore
si fa decisamente sentire! E nuovamente la volta di Funsu sul suo progetto quindi
si torna agli schiaffi; Drago bianco è un passaggio davvero aleatorio, non ha
un singolo duro ma ha diversi movimenti sui piedi su cui puoi cadere in ogni
momento, mi ricordo quando l’avevo fatto la prima volta che avevo bestemmiato
in diverse lingue in effetti… il socio aveva però trovato un po’ di tempo fa
una methode diversa dalla classica che in effetti, dopo averlo rifatto sabato
in questo modo, lo semplifica di molto rendendolo decisamente meno “sulle
uova”. Peccato per lui che la stanchezza prenda il sopravvento, sicuramente non
gli manca niente per portarlo a casa forse solo un po’ di consapevolezza delle
sue reali capacità! Giornata finita, saluti ad Ale e Claudia anche loro in
valle e fatto finalmente la conoscenza di Keiji76, mi spiace non avessimo tempo
per arrampicare un po’ insieme e magari farci un birra dopo ma sicuramente la
prossima volta non mancherà.
Ieri invece decido di
tornare in Valdinferno in compagnia di Fenrir, soprattutto per verificare le
condizioni su e vedere il progetto abbandonato lo scorso anno ma senza contare
troppo sulle mie di condizioni. Torno alla linea adocchiata e provata un po’ la
stagione scorsa, riscaldo veloce con un sole bellissimo e caldo, l’aderenza non
è il top ma tutto sommato buona; parto e rifaccio la parte alta senza troppi
problemi come già l’avevo salita, mi rimetto quindi sul sit e fin da subito
capisco che si fa ma… c’è sempre un ma, la linea come l’ho intuita
richiederebbe delle eliminanti che non mi son mai piaciute e che in un posto
come la Valdinferno ci stanno proprio male. Decido quindi di lasciare stare,
progetto abbandonato purtroppo perché ora ho sinceramente voglia di trovare
delle linee mie dato che è da Esischie che mi dedico solamente a ripeterne di
già salite e ho voglia di pulirne di nuove da decifrare ma credo che la roccia
non manchi e di mettere impegno in un’eliminante lo trovo abbastanza stupido…
già che son li ripeto per l’ennesima volta la bellissima “Supersayan” e anche
“Non senza grazia”, dopodiché guardo le mie dita e decido che forse una
passeggiata col topo con quella giornata stratosferica sarebbe stata l’opzione
migliore… in ogni caso un weekend ottimo, concluso con un bel messaggio di Ale
che mi ha fatto davvero molto piacere: finalmente qualcuno ha ripetuto la mia
linea “Merda” (o come si voglia chiamare) a S.Anna di Valdieri! Nonostante sia
solo 7A son felice che qualcuno l’abbia apprezzata, in particolare quando uno
come lui dice che gli è piaciuta non può che fare piacere anche a me: è alta, è
bella ed è logica, la consiglio lasciando da parte ogni pregiudizio sul grado (qui un mini topò la linea è la 2, centrale).
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La faccia del dolore... |
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Mimetismo a punta! |
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Primavera... |
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Credetemi, il mare si vedeva! |
martedì 17 novembre 2015
FOTO MITICHE 4
Sempre di qualche anno fa la
foto mitica di oggi, un bel poster decisamente motivazionale che è restato appeso
al muro di fianco al mio trave per anni.
Climber mitico, Mauro
Calibani, la potenza applicata al boulder, peggio di lui a quanto mi ricordi solamente
Malcolm Smith; passaggio altrettanto mitico per diversi motivi, non ultimo
perché è stato il primo a raggiungere il grado allora improbabile di 8C+. Dal
momento in cui è stato salito per la prima volta nel frattempo molte cose son
cambiate: da una parte la chiusura al pubblico di Meschia vecchia, dove appunto
il blocco si trova, dall’altra la ripetizione del blocco e il successivo
ridimensionamento del grado, ma non è questo che m’interessa.
La foto la trovo
semplicemente stupenda, un gioco di luci eccezionale secondo me che mette in
risalto la bellezza e la complessità del blocco, inoltre la linea essenziale e
la roccia con straordinarie forme morbide, semplicemente azzeccata in tutto! Un
blocco che chi l’ha visto da sotto definisce semplicemente senza prese, un
gioco di compressioni esagerate di tutto il corpo, l’allungamento da sotto di
una linea preesistente (“Leonardo”) su un blocco a portata di mano ma che
(ovviamente direi io) non è mai stato cagato più di tanto, dato che intravedere
una linea di salita era già oltre. Questa foto rappresenta per me insieme a
poche altre l’essenza stessa del boulder, ovvero immaginare una linea dove
altri non vedono niente, desiderarla, pulirla, decodificare una sequenza possibile
e portare avanti l’idea che salire quel blocco sia realizzabile. Mi ricordo che
quando avevamo iniziato ad allenarci seria(l)mente col socio alternavamo serate
a Ceva sul mitico muretto dell’Anteo (quando mi manca ragazzi!) a serate di
allenamento a casa, 4 su 5 eravamo sotto col train mentre il venerdì uscivo dal
lavoro e andavo a correre un po’ perché di star fermo non se ne parlava e
quando si stava a casa l’unico attrezzo che avevo a disposizione era un trave.
Dura farla passare, perché comunque un trave è sempre e solo un trave, ci
trazioni, ti ci sospendi, fai qualche tours per svarionare un po’ ma in ogni
caso resti sempre su quel mezzo metro quadro a fare il salame appeso e dopo un
po’ può anche diventare una palla mortale: allora questa foto era lì davanti a
me per ricordarmi che il weekend era vicino e la roccia mi aspettava per far
qualcosa di vagamente simile a quello che stava facendo il Calibba, ovvero
bloccare a tutto spiano e divertirmi come un matto per intere giornate. Mi
ricordo che al tempo per me esistevano solo le Venom della Sportiva, da un lato
perché mi ci trovavo da Dio dall’altro perché onestamente il mio desiderio di
emulazione superava l’aspetto puramente critico; inoltre alzavo quanta più
ghisa possibile perché ero fermamente convinto che aumentare a dismisura la
massa potesse aiutarmi ad arrampicare meglio, e anche qui onestamente, seppur a
livelli inarrivabili per me, il braccino di Mauro un po’ invogliava…
Tonino78 è stato forse
l’apice della carriera di Calibani, che dopo aver vinto un campionato del mondo
ha portato la sua classe sulla roccia, dopodiché è riuscito a realizzare il
sogno E9 e successivamente ha unito il tutto per vivere a pieno d’arrampicata
in modo, direi, intelligente. Nel frattempo questa linea è caduta nel
dimenticatoio mediatico complice anche la chiusura dell’area d’arrampicata ma
verrà comunque per sempre ricordata come un ennesimo step nella scala delle
difficoltà o quantomeno come il simbolo della volontà di alzare l’asticella e
questa foto per me è tuttora il simbolo di un periodo in cui era quasi
tutto nuovo e avevo una voglia infinita solamente di arrampicare, allenarmi e
scoprire, come e più di oggi.
giovedì 12 novembre 2015
E IL PARCO GIOCHI SI ALLARGA!
E son sempre più goduriosamente felice! Ordinato il set
di prese mancante per il moonboard (il giallo) ieri mattina, arrivate oggi
pomeriggio e non sto più nella pelle. Ora è completo, sentivo che mi mancava un
pezzettino in effetti… per quel che mi riguarda, son onesto, il set migliore e
più utilizzabile resta il nero, per il tipo di prensioni e per la tipologia di
prese, una giusta via di mezzo tra le bianche più ronchiose e le gialle che,
per quel che ne so (purtroppo il pacco è a casa e non le ho ancora viste), son
decisamente una legnata sui denti. Ma ci tenevo davvero ad avere il pannello
completo in modo da sfruttare a pieno i blocchi tracciati online, e ora penso d’averne
almeno fino al 2070! Quindi ora mi toccherà rismontare il tutto, pulire e
rimontare un nuovo setup che credo a questo punto sarà quello completo che non
ho ancora provato, anche se ero molto tentato di rimontare quello di Moon
comprensivo di gialle.
A parte tutto questo, di cui forse non fregherà niente a
nessuno (meno del resto che scrivo? Impossibile!), gran bel pomeriggio in
Ellero ieri. I francesi son in festa e io ne approfitto, scappando dall’ufficio
e godendomi questa finta primavera; blocchi tutti per me, quiete assoluta,
aderenza buona e meteo ottimo, son scappato dal bosco che già faceva notte
anche se sarei restato ancora su a godermi quel silenzio. E vero che Rastello
negli anni mi ha un po’ stufato, forse perché l’ho davvero frequentato molto,
ma quando ci torno non resto quasi mai deluso, che sia per fare un circuito in
scioltezza oppure per provare un blocco duro, ed è davvero raro trovare delle
condizioni così buone in valle per cui sarebbe stupido non andarci e tutto
sommato non posso lamentarmi di come sia andata. E stasera via di allenamento
per terminare in pompa la settimana…
lunedì 9 novembre 2015
RELAX
Week-end di riposo prima della nuova scheda d'allenamento che spero mi farà riprendere un po' di forma in vista della vacanzina di fine anno. Riposo di sabato farcito una bella camminata davvero relax insieme al topo in giro per langa, con un meteo e dei paesaggi davvero fuori norma tanto erano belli, per poi finire gambe sotto al tavolo per quasi tutto il giorno, e ci stava al la grande una tantum.
Ieri invece abbiamo deciso per qualche ora in Ellero tanto per svarionarci un po' ma senza grandi obiettivi, tanto più che Elena era pure mezza influenzata. In ogni caso, nonostante l'influenza e le dita ancora aperte dalla settimana di allenamento, è riuscita in quella che forse è la sua più grande prestazione fino ad ora, quantomeno secondo me è così. Dopo qualche passo alla Bestia è partita in quello che forse è il passaggio più figo del masso, un 6C sit ditoso, tecnico ma soprattutto alto ed è uscita al primo giro! 6C blocco flash, una prestazione davvero superiore tra l'altro fatta alla grande e con ampio margine in un posto che non regala assolutamente niente! Superiore, giustamente su un passaggio a lei congeniale ma fatto senza esitazioni e tra l'altro stando anche poco bene (immagino se allora stava OK...). I miei complimenti davvero, perché ci sta credendo e si sta togliendo delle belle e dovute soddisfazioni senza voler strafare ma seguendo una linea logica che forse qualche tempo fa aveva perso.
Da parte mia niente di rilevante, un po' di fiacca sicuramente e dita aperte, è arrivato il momento di una scheda che mi faccia risalire la china, di spingere sull'acceleratore in modo da arrivare il più preparato possibile alle vacanze di natale in Svizzera, che ora come ora sono il mio obiettivo principale. Dopodiché con l'anno nuovo riinizierò a sfondarmi per qualche mese, come ogni anno e forse anche di più perché già mi mancano le serate infinite a creare ghisa!
mercoledì 4 novembre 2015
FOTO MITICHE 3
La terza foto mi è sempre piaciuta un sacco, fin da
quando l’ho vista la prima volta sulla pubblicità della Prana e dopo anche su
Dosage 3, anche se forse può sembrare abbastanza insignificante.
Il climber naturalmente è Dave Graham mentre il passaggio
dovrebbe essere (uso il condizionale perché non ne sono sicuro) “Cellar Door” a
Brione, o qualcosa di simile insomma. Al di là del blocco in se nel mio
immaginario ha sempre rappresentato un sacco di cose: passione, tenenza, roccia
perfetta, insomma boulder allo stato puro! Mi ricordo che non era molto che
arrampicavo e le serate d’allenamento con Funsu erano a base di trazioni senza
senso con carichi allucinanti e ore di boulder al Vertigo a cui faceva seguito
un cena a base di birra o alcool vario ma niente di solido, coglioni proprio
forte direi anche se al tempo non pativamo un cazzo. Le discussioni
naturalmente erano (e a volte lo sono ancora) incentrate al 99%
sull’arrampicata e si aspettava solamente il venerdì per poter organizzare le
uscite del weekend, dopodiché si partiva con ogni tipo di meteo e alle volte
eravamo talmente esaltati che ci portavamo dietro anche un lettore DVD
portatile e i vari Dosage, Pilgrimage, ecc per gasarci ulteriormente. E mi
ricordo benissimo questa foto su cui restavo in estasi ogni volta che la
ritrovavo sfogliando un Pareti, un Alp Wall, un Grimper dell’epoca oppure
quando mi impallavo per ore a vedere il stile corazzata potemkin il Dosage 3
del socio.
Pensavo a questo tipo che stava trascorrendo mesi in giro
per l’Europa, in particolare in Svizzera, pulendo linee nuove o ripetendo tutti
i blocchi più duri sul granito migliore del mondo ma non provavo invidia,
onestamente non ne ho mai avuta anche per altri che avevano possibilità diverse
e migliori delle mie perché ho sempre guardato al mio orticello e alle già mie
immense possibilità accontentandomi alla grande. Per me Graham è sempre stato
un simbolo, veritiero o meno non saprei, della passione allo stato puro,
masticare roccia e non plastica a prescindere, di una forza di dita enorme
(leggenda vuole che su Action Directe riuscisse ad arcuare i mono…) e la
Svizzera ai tempi era ancora un sogno per me inarrivabile e forse inutile, dato
che a malapena mi muovevo sui 6 non vedevo la necessità di uscire dai miei
posti dove tutto era ancora da fare. Anni dopo, quando ho iniziato a
frequentare assiduamente Chironico e posti vicini, mi son subito reso conto che
quello era il posto dove bisognava andare molto tempo prima perché era il top,
di meglio non c’era e non poteva esserci in giro e quella foto mi è tornata in
mente fin da subito, sentendomi gasato come ai tempi delle uscite in Ellero con
Funsu.
Magro, tirato all’osso, V10 ai piedi e sguardo incazzato
a strizzare una tacca infima alla ricerca del prossimo passaggio da tritare, me
lo immagino in giro per i boschi intorno a Cresciano, Chironico e Brione alla
scoperta delle linee migliori ancora da salire o da chiodare, per me era ed è
tuttora la naturale prosecuzione di ricerca di Fred Nicole, sempre col culo sul
prossimo aereo per valorizzare un’area nuova. E la Svizzera, pur avendo visto
un po’ di posti in giro anche fuori Italia, resta ancora il mio sogno personale
per ogni singolo blocco e linea che vedo perché per me di meglio non esiste, e
questa foto è ancora lì nel mio archivio personale a testimonianza soprattutto
di un periodo in cui vivevo l’arrampicata in modo molto più semplice e spesso
divertente che adesso...
martedì 3 novembre 2015
CHE GODURIA
Che figata di weekend! Meteo perfetto, tanta roccia ma
soprattutto un giorno in più del normale che non guasta mai. Tante idee, alla
fine uno vorrebbe arrampicare ovunque e per la testa ti passano mille posti
diversi dove poter andare, tanti progetti da portare avanti, vorresti fare
boulder ma anche corda ma bisogna comunque accontentarsi e cercare di
restringere le scelte.
Alla fine sabato ho deciso di riprendere con la corda e
di riprendere subito da qualcosa che avevo provato tempo fa su cui però non schiodavo
granché. Una bella linea chiodata da Giova ai Quarzini con una partenza nuova
non dura e un blocco a metà che è un vero legno fino a ricongiungersi ad un
tiro esistente di 7b+, un tiro tecnico e ditoso ma che al contempo richiede
anche pompa nelle braccia. Fortunatamente non serve molta resistenza altrimenti
sarei fottuto in partenza, perché comunque ha un paio di riposi davvero buoni
dove riesci a rigenerarti quasi completamente; dopo tutta la mattinata solo su
quel blocco infame e con tutta la pazienza di Elena a disposizione alla fine
son riuscito a decifrarlo con un movimento davvero aleatorio e su cui avrò
comunque bisogno di parecchia aderenza per provare a farlo in continuità dal
basso, anche perché comunque la quarzite con un minimo di umidità come sabato
diventa una merda da tenere. Tornando alla macchina mi son chiesto più di una
volta come avrei affrontato quel passaggio se fosse stato un boulder a terra
(sicuramente in modo diverso) e quale sarebbe potuta essere la difficoltà del
singolo: risposte me ne son date, vedremo se e quando riuscirò a tornare per
liberarlo definitivamente se avrò ragione o meno. Per intanto un grazie enorme
a Giova per averlo chiodato e soprattutto per avermi lasciato la possibilità di
provare e ad Elena per l’enorme pazienza ma anche l’occhio e l’intuizione su
alcuni movimenti che mi hanno aiutato non poco!
Domenica invece è stata la volta di Elena di darci
dentro, nonostante l’allenamento estenuante di questi giorni che l’ha parecchio
provata ma soprattutto con le dita ridotte in uno stato pietoso ancora dal
weekend precedente; alla fine ha scelto per Sant’Anna di Valdieri, roccia non
troppo aggressiva e posto relax con parecchio passaggi per lei da provare
mentre io e Fenrir ci svaccavamo al sole. Nessuno in giro, quindi qualche
blocco medio facile per scaldarsi (anch’io, alla fine non riesco a non fare
nulla…) e poi a provare i progetti lasciati in sospeso la scorsa stagione. Non
è andata male, chiaramente deve tornare riposata e con la pelle rigenerata ma
onestamente è migliorata sul movimento e in quanto a forza pura ne ha
decisamente di più, se continua a crederci in questo modo questa stagione son
convinto che si possa togliere delle belle soddisfazioni!
E infine ieri, giorno lavorativo per tutti tranne che per
noi doglianesi (festa patronale, mi son sempre chiesto se il patrono di
Dogliani sia san cadavere a questo punto. Boh…) e io mi godo il mio giorno di
boulder in completa solitudine e relax. Col topo siamo tornati di nuovo in
Ellero, quest’anno ci sarò andato se va bene 4-5 volte, senza progetti
particolari se non godermi la giornata stupenda, la valle tutta per me e
l’aderenza ottima. Provato un paio di passi nuovi (per me) oltre ad un blocco
stronzo che proprio non mi vuol entrare (ma onestamente non è che mi prenda poi
tanto come linea), finito la giornata senza pelle e con poca fibra, sento che è
di nuovo ora di un mesetto di train mirato in vista del viaggetto di fine anno.
Comunque una giornata favolosa, sarei andato volentieri in Valdinferno e
riprendere il mio progettino lasciato in sospeso lo scorso inverno ma alla fine
è andata bene così, di meglio onestamente non avrei potuto chiedere.
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Fede sul tiro progetto ai quarzini |
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Falesia "Quarzini" |
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