Ieri sera prima
dell’allenamento invernale, e la grande novità per noi, per me dopo più di 10
anni di troppi km diverse volte a settimana, è stata quella di salire le scale
di casa ed iniziare a darci dentro. Incredibile! Una sensazione strana sicuramente,
non essere circondati da altri psicopatici carichi di kg attaccati ai travi o
ai pan ma solamente io ed Elena nella nostra palestrina non completa di tutto
per ora ma già ben attrezzata, con la nostra musica, senza pressioni esterne e
soprattutto senza l’ansia di dover finire entro una certa ora per ripartire
verso casa e cenare alle 23… anche se poi in realtà non ci siamo andati molto
lontano!
E stato sicuramente bello e
non solo stancante tutti questi anni viaggiare per allenarsi: ogni tanto si
partiva incazzati da casa e si rientrava rilassati, quasi sempre la compagnia
mi aiutava a staccare la presa, a pensare ad altro. Ci son stati momenti incredibili,
come per esempio quando si viaggiava avanti e indietro verso Ceva per allenarsi
all’Anteo con Funsu, circondati da gente che neanche sapeva cosa facessimo
essendo quella una palestra di sola pesistica. E alla fine pur essendo delle
mosche bianche in quell’ambiente la gente si era dimostrata davvero piacevole e
simpatica, spesso più di alcune sale d’arrampicata che ho frequentato negli
anni dopo. Si perché il popolo rampicante è strano… entri in una palestra che
non hai mai frequentato e ti trovi addosso gli sguardi interrogativi della
gente che si chiede che tipo di climber tu sia: assiduo e incazzato o della
domenica per regolarsi poi nei tuoi confronti, dato che spesso l’accoglienza
che ricevi è direttamente proporzionale alla tua tenenza. Che minchiata… così
come ricordo i primissimi tempi al Vertigo a Pollenzo, iniziavamo appena ad
allenarci o quantomeno a provarci ma le serate finivano quasi sempre
inevitabilmente in modo alcolico, anche se per merito mio e di Funsu avevamo
organizzato una bellissima serata con Fabio Palma a presentare il suo nuovo
libro e Giova a darci di diapo, eravamo stati davvero grandi. Oppure quando ero
totalmente uscito di testa e mi facevo avanti e indietro verso Savona da casa
per arrampicare sui blocchi tracciati da Core, belli per carità ma quella era
stata proprio una cazzata oltre ogni limite umano. Per arrivare infine al Posto
di Blocco la palestra che forse mi ha fatto crescere di più arrampicatoriamente
parlando, la più completa e quella alla quale son più legato e che onestamente
un po’ mi spiace non poter frequentare come prima: per la gente, le conoscenze
fatte, le serate di bestemmie per la poca tenenza e le serate in cui ti gasavi
perché riuscivi con facilità! Tutti questi anni mi hanno lasciato dei bei
ricordi devo ammetterlo. Non è mai stato sbattimento altrimenti non l’avrei
fatto, per me era allenamento certo ma anche uscire con gli amici non per
andare in birreria ma comunque a divertirci a modo nostro, ad arrampicare che è
la cosa che più adoro, a parlare di cose serie o sparare stronzate senza sosta.
Per tutto questo lo ammetto
ieri sera ero strafelice ma anche un po’ perso, una malinconia latente per
alcune situazioni che non rivivrò: ho fatto il salto di qualità per certi versi
ma credo d’aver perso un po’ di approccio naif all’arrampicata. In ogni caso si
continua, oggi son già a pezzi e stasera sarà dura, così come sarà dura domani
ma non mi son mai fermato, neanche con la polmonite, perché allenarmi e
distruggermi mi piace troppo, ormai è una droga inevitabile per me.
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