venerdì 22 giugno 2018

Neanche la caldazza ci ferma! L’esplorazione dei tetti lup continua, o la riesplorazione perché ho scoperto che comunque tanti passi, soprattutto nell’area bassa, già esistevano ad opera di Torielli, Giova, Paulo, ecc… e io mi stavo perdendo un mondo!
Intanto, partiamo dall’incomincio. Settimana scorsa pomeriggio con Ale con un’aderenza fuori norma per il periodo e la quota. Di mio ripeto un paio di blocchi senza nome tra il 7A e il 7B/C sul masso della padella davvero strepitosi e poi mi unisco ad Ale a provare una nuova prua di una bellezza senza paragoni! Prese disegnate, pochi movimenti e molto intensi, scoperta e provata un po’ dal team acciaio e liberata giovedì scorso, un nuovo 8A di riferimento per la valle e non solo, un vero blocco senza tanti sgami, anzi forse sgami sarà quasi impossibile trovarne. Tutto sommato anche la caduta non è male, da solo bisogna fare occhio ma si può fare, quindi autunno aspettami (cazzo però forse ne ho già troppi in ballo…)!
Sabato si torna, questa volta con Funsu, Chicca e Ninio. A parte aver lasciato ai posteri un modello di Scarpa nuovo intonso in modo che tra migliaia di anni si rendano conto della vitaccia dei climber degli anni 2000 stavolta l’umidazza si è fatta sentire. Niente di fatto per me, qualche tentativo inutile sulla “Padella” ma quelle piatte son da sentire oltre che da tenere e non era proprio la giornata ideale; comunque divertimento, tanto, buona compagnia e svacco quindi da non lamentarsi.
E poi sta settimana, dopo lo scazzo al muro di martedì, colpo di testa: smontato tutto il setup 2017 per rimontare il 2016! Sinceramente dopo l’amore iniziale mi son già rotto le palle… troppo monotono, poco allenante se non per i bicipiti, ho deciso di tornare a tritare le dita che poi su roccia son quelle che servono e quindi si riparte dal vecchio setup e da nuovi bastoni! E da un nuovo allenamento di cui sento il bisogno, dalla prossima settimana, a base di solo Pan Gullich, muro e blocchi fuori.
E infine ieri. Di nuovo con Ale ma stavolta il fresco non era dalla nostra, anzi… riscaldo veloce, ripeto una prua sul 7A/B di Ale di fronte al masso di Angelo, bello ma dura il giusto, e poi ci spostiamo dalle parti delle “Dita di Cristo” a cercare un po’ di fresco… niente… comunque finalmente vedo “il segaiolo”, fatto flash ma le dita son incazzate ancora adesso, e poi via da “Veleno”, un blocco made in Andre che ha il suo perché. Si alza un po’ di freschetto, le prese diventano quasi tenibili, ma la sua methode resta dura per Ale quindi figuriamoci per me, un piatto da tenere di pelle con un tallonaggio su una pustola ad andare ad un altro piatto… via duro, troppo. Ale trova una methode alternativa davvero figa, fisica e incazzata, e dopo qualche giro lo stampa, io ci sto ancora facendo mentalmente amicizia adesso. Un blocco di sensazione, duro, di condizioni, chi lo sa magari tornerò anche qui, senza dubbio un altro pomeriggio di pura power!

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