E anche ieri il mio appuntamento
infrasettimanale col Lupo e andato che è un piacere e in più questa volta anche
Elena ci ha accompagnato quindi doppia libidine come si diceva parecchio
(troppo) tempo fa. Adoro questo masso, da quando 3 settimane fa l’ho scoperto
ho iniziato a passarci un pomeriggio a settimana e ogni volta trovo qualcosa
che mi piace di più: il posto sicuramente, la tranquillità, una certa aura
rilassante, nessun rompicoglioni in giro e i passaggi davvero fighi. Ieri
durante il riscaldamento poi ne ho fatto uno che ancora mi mancava e che ho trovato
eccezionale, “Stupid love”, un 7A+ per niente regalato secondo me, forse un
pelo più facile per i lunghi ma io l’ho trovato un legno… non l’ideale per
scaldarsi le dita sicuramente, ma davvero davvero bello! E poi di nuovo sul mio
progetto-test di resistenza, ci sto lavorando e piano piano tornano a farsi
vedere le fibre rosse. Certo, non è proprio il mio (e forse lunedì sera ho
esagerato un pelo al moonboard...), ma intanto mi piace e lo trovo estetico e
bello da arrampicare e poi mi serve in ottica di un progetto ancora più
importante (per me) da portare avanti, ma quando cadi ripetutamente all’ultimo
movimento cazzo se ti girano i coglioni… la prima parte di 7A va via veloce, la
seconda sul 7C pure ma quando arrivo al ribaltone dell’ultimo 7C sono in ghisa
totale e… cado. E ieri dopo aver fatto tutto il traverso, molto bene peraltro e
riposando il giusto dove possibile, son arrivato alla fine, convinto al 95% di
uscire, ho preso il piattino di sinistro e non ho sentito niente… bella sacher
di merda! Mani dure come il ghiaccio, non riuscivo a far quell’arcuatina che
normalmente mi salva, e incredulo son sceso giù, neanche caduto proprio sceso,
in attesa della salita di ghisa abissale alle braccia e smadonnando in 7 lingue
diverse. Peccato… ultimo tentativo buono, ne ho fatti ancora un paio ma niente
di che, purtroppo so che non ne ho tanti in un solo pomeriggio su quel blocco.
Ma che cazzo di figata, diventa davvero dura tornare alla vita di tutti i
giorni dopo pomeriggi così, che poi son abbastanza di routine: scali, riposi,
scali, riposi, torni a casa con un tramonto incredibile ad accompagnarti, cena
e svacco a mille, per tanti non sarà niente di che e lo capisco ma per me è il massimo
che possa avere. E finché continua così non posso lamentarmi.
Lato gossip le donne
continuano a macinare che è un piacere (l’intervista letta poco tempo fa a una
bella e forse un po’ invidiosa climber nostrana mi ha lasciato davvero l’amaro
in bocca. Ma si sa, la fiaba della volpe e l’uva non è una novità!): la
Zangerl, che in effetti è un chiaro esempio di falesista monotematica dedita al
100% e anoressica (…), ieri ha chiuso i conti con un tiro che deve essere una
favola, “Chikane”, in soldoni 8c+. E anche la Kiersch, pure lei tristissima
falesista che non sa cosa sia il vero alpinismo, continua a portare a casa
botte di 8c e oltre a RRG. Che dire, complimenti davvero, io tutta sta
tristezza da prestazione obbligatoria non la vedo, ma per carità, questione di
opinioni. Così come son opinioni e in quanto tali opinabili anche cosa siano il
vero alpinismo e il fatto che una salita come il “Pesce” oggi possa fare ancora
notizia. Nel 1994 una certa Lina Collina saliva in giornata e in libera totale
il Nose, non so se fosse alpinismo, non me ne intendo tanto, ma sicuramente era
e resta un exploit… quello…
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