Questa volta l’aderenza era
davvero esagerata. Purtroppo da solo di tornare dal Mostro non se ne parla,
inutile ripetere tutti i singoli fatti e rifatti centinaia di volte, se passo
su quel blocco passo per uscire e stop, ma di farlo da solo non se ne parla,
non mi puzza ancora abbastanza la vita… decido quindi per mezza giornata ma per
tornare dal Bracco, quello vecchio che non frequentavo da una vita e mezza,
quasi 4 anni da quando avevo abbandonato con l’amaro in bocca Superbirra, un
blocco che non era proprio nelle mie corde (come tanti altri purtroppo) e
decido di riprovarlo. Già salire fin lì con il mondo e un triple sulla schiena
e topo che mi spacca i maroni non è proprio il massimo, la bestemmia parte già
prima di toccare la roccia; quando arrivo mi rendo conto di quanto ormai quella
piatta sia provata dai passaggi, quasi un sanpietrino, e la bestemmia riparte
agile… riposo, pulisco, mi scaldo sull’uscita e decido di partire anche perché
non è che abbiamo molto tempo prima del buio, tra arrivare qui, salire al
blocco e riprendere fiato già è tardi e la bestemmia ormai esce senza filtro.
Ma appena mi siedo capisco che qualcosa in questi 4 anni è cambiato.. non è il
blocco, semmai quello in peggio, forse l’aderenza però l’avevo provato altre
volte in queste condizioni, io sicuramente perché son ormai vicino ai 40
(merda…) ma non lo trovo così tanto duro come ricordavo. Duro ma non esagerato.
E infatti dopo un paio di giri a ricordare la methode mi trovo all’uscita, ma
mi cago nelle mutande e non provo, con i pad non sotto di me e senza paratore
se non topo che mi guarda come se pensasse a come tornare a casa senza di me
non mi fido. Mi riposo e mi dico che forse cercando di pensare che tutto
sommato la caduta non è pessima e che l’uscita non sia così dura potrei uscire,
anche perché comunque i pad fin li non ci arrivano. Riparto, arrivo all’uscita
e… di nuovo giù, non me la sento proprio di farmi la schiena su quella pietra
del cazzo, oltretutto sto blocco mi porta una sfiga enorme visto che nel periodo
in cui lo stavo provando mi ero acchiappato la polmonite… superstizioso come
neanche un napoletano sa essere… peccato, non son uscito quindi non l’ho fatto,
son contento ok ma non soddisfatto diciamo e quindi cosa mi aspetta. La discesa
infinita fin dalla macchina col buio, due pad sulla schiena e topo che rompe le
palle, il ritorno a casa e una bella seduta di moonboard con Elena, perché a
noi ci piace farci del male fino in fondo. Comunque un pomeriggio esagerato,
con una colla che da un po’ non sentivo! Speriamo continui così, speriamo non
nevichi, speriamo che il riscaldamento globale salvi tutti i climber della
terra quest’inverno…
Ed ecco un bel video per
scaldare le bielle in vista del we, dato che siamo al fatidico giorno collinetta.
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