Ed è arrivato di nuovo quel
periodo balordo dell’anno in cui trovare un posto per arrampicare degnamente
mezza giornata diventa improponibile… o sali in quota, ma con poche ore a
disposizione è dura, oppure ti alleni come un matto in attesa di temperature
migliori. Per me la seconda soluzione resta la migliore!
E quindi si comincia con una
nuova scheda per rinfrescare queste serate torride, chiaramente non son restato
svacco finora ma per me arrampicare al moonboard non significa allenamento nel
senso più stretto del termine, lo considero più un momento di arrampicata che
non di secco e quindi finora andavo avanti con 5 giorni di arrampicata a
settimana e tutto sommato andava bene mentre da adesso per il mese a venire ho
proprio voglia di sfondarmi un po’ le braccia con qualcosa di serio e sfruttare
i pomeriggi liberi per fare qualche bella escursione col topo e rilassarmi un
po’.
Lato roccia vera finalmente
abbiamo iniziato con Elena la valorizzazione della nuova area trovata; la neve
sta scendendo velocemente e nuovi massi escono come funghi anche se per ora ci
siamo dedicati alle linee che ci hanno preso fin da subito. E allora è nata la
prua di Kashmir (abbiamo deciso di dedicare le linee nuove alle canzoni o agli
album che più ci piacciono o che comunque in quel preciso istante ci son
tornati alla mente), fantastica come il brano dei Led Zeppelin pur nella sua
semplicità, con uscita piuttosto adrenalinica ma dolce da arrampicare e ideale
per scaldare le braccine. E poi il tetto di Orgasmatron, ignorante ma muscolare
come una canzone dei Motorhead appunto, dove parti dal fondo in mezzo al
ghiaccio vivo per spuntare fuori al sole caldo. E alla fine la più bella e la
più dura (per ora) dell’area, un gioiello come pochi ne ho trovati in questi
anni sinceramente, la prua a tacche di Far beyond driven, furiosa e complicata
come l’album per me migliore di sempre del gruppo che più adoro, una linea
logica ma piuttosto dura, con incroci su tacche furenti e un finale a sorpresa
su di un masso che definire perfetto è riduttivo e con uscita alta. La voglia
di continuare ci sarebbe anche stata ma sinceramente ero bollito dal sole e
stranamente (non patisco quasi mai) dalla quota, sentivo i recuperi infiniti e
l’idea di andare a pian della casa il giorno prima diciamo che non ha aiutato…
la cosa che più mi ha limitato è stato il fatto di avere un solo pad per
ridurre al minimo il peso da cammellare su e inoltre continuava a girarmi per
la testa di fare attenzione, di non farmi male, che un problema qui sarebbe
stato una vera merda… non so come mai, non mi è mai capitato, quantomeno così… ora
voglio tornare ancora un paio di volte per portare avanti altri mostri visti in
giro, con corda al seguito perché diversamente sarebbe un suicido provarli dal
basso senza ricognizione, e poi iniziare a recensire e rendere pubblico il
posto, anche se credo che non ci sarà mai il pienone. Siamo riusciti ad
individuare una traccia di sentiero che aiuta nell’avvicinamento, che comunque
è lungo sì ma non infinito, ma resta il fatto che per salire li bisogna averne
davvero voglia: di sbattersi, di cercare e di non dare niente per scontato.
Ovvero, se cerchi il numerino e la prestazione take away forse è meglio non
prendere neanche in considerazione quest’area…
La bellissima sequenza centrale di "Far beyond driven" |
Ma chi cazzo te lo fa fareeeeee? |
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