In questi giorni di svacco
relativo, in cui la mia dipendenza dall’allenamento è messa a dura prova, mi
trovo a far delle strane pensate che mi possano distogliere almeno un attimo
dalla voglia di attaccarmi al muro e arrampicare… e allora mi è venuto in mente
di stilare una bella classifica in ordine “acazzo” di quelli che per me son
stati gli album fondamentali della mia immensa e dilagante conoscenza musicale!
·
Chopin: preludes interpretati magistralmente da Pollini ricordo che ne avevo
letteralmente consumato il nastro (eh si c’erano ancora le musicassette…) più
di ogni altra raccolta di classica, che era il mio ascolto principale fin
dall’adolescenza. All’inizio adoravo soprattutto il suono di quel pianoforte
dato che non ne capivo fino in fondo l’essenza e la tecnicità con cui quei
pezzi erano prima stati composti e poi suonati, mi ha fatto innamorare della
musica in primis e di uno strumento bellissimo poi, che purtroppo ho abbandonato
troppo presto…
·
Guns & Roses: Use your illusion 1-2 c’è stato un periodo scemo in cui mi
vergognavo persino di averli ascoltati, senza capire che erano proprio loro la
causa scatenante la mia paranoia metal! Non c’è stata una transizione graduale né
una comprensione “storica” del rock/metal per me, son passato direttamente da
metà ottocento a fine anni ’80 nel giro di qualche mese in modo totalmente
ignorante. Ma devo dire che questi 2 albums mi hanno davvero dato tanto e
soprattutto mi hanno fatto iniziare a strimpellare la chitarra e per qualche
anno non ho fatto altro (mi fa ricordare qualcosa…). Ora che si riniza a
parlare di reunion non mi vergogno a dire che se passassero da queste parti ci
farei anche un pensierino!
·
Sepultura: Chaos AD del loro primo periodo mi piace tutto ma ai tempi questo lo
ascoltavo giorno e notte e ogni tanto provavamo anche a suonare in giro qualche
pezzo. Ora come ora non lo paragono neanche a Arise o Beneath the remains, ma è
certo che è stata una svolta importante nel genere e forse con Roots l’ultimo
tassello di questo gruppo che per me poi è morto definitivamente.
·
Opeth: Orchid li
adoro! Li adoravo allora, li amo adesso, anche se son cambiati totalmente non
riesco a non sbavare per ogni singolo pezzo che hanno composto. E Orchid ai
tempi era l’album del periodo depressivo, quando si cercava ad ogni costo di
essere diversi, di esser metal. A parte queste stupidaggini adolescenziali tuttora
quando sento “The twilight is my robe” mi viene ancora la pelle d’oca, e non scherzo!
·
Cradle of filth: The principle of evil made
flesh non ho mai seguito il black metal,
non mi è mai piaciuta né la filosofia piuttosto finta di tanti di questi gruppi
né il genere musicale in se, ma con quest’album (che però di black metal aveva
davvero poco o niente, se paragonato ai vari Emperor o Immortal) mi son
piantato. Girava sempre, in continuazione, venivo matto per il batterista dei
tempi che era una macchina da guerra e devo dire che un pezzo come “The forest
whispers my name” ancora oggi lo ascolto con piacere. Finti ma con classe!
·
Pantera: Far beyon driven ecco, qui non è cambiato proprio
niente: ho iniziato con le cassette, poi i CD, in seguito gli mp3 e ora spotify,
non riesco a farne a meno, sono la mia droga di adrenalina in ogni momento. La
miscela esplosiva di questi 4 non smette mai di stancarmi e poi per me Dime è
il più migliore (in questo caso il superlativo non basta), come lui nessun
chitarrista mai. Ogni album è un gioiello, mai una bassa, ma questo per me è
davvero il top di sempre, la perfezione, il cocktail perfetto di trash, groove
con una scorzetta di death che non guasta mai: ineguagliabile!
·
Metallica: …and justice for all con loro arrivo al black album e
neanche lo includo. Grandi, hanno quasi inventato un genere, peccato che poi si
siano persi e abbiano continuato a suonare, ma con questo hanno raggiunto la
perfezione per me: tecnica, velocità, aggressività. Qualche pecca nei suoni
volendo dividere il capello, ma che riff! Un capolavoro dopo l’altro in un solo
CD, su tutte a gusto personale “Harvester of sorrow”.
·
In.si.dia: Istinto e rabbia diciamocelo pure, in zona ai tempi
eravamo i soliti 2-3 gruppi musicali e chi più chi meno ascoltavamo tutti le stesse
canzoni. E in quel periodo evidentemente “instinto e rabbia” girava parecchio…
in ogni caso un bel trash senza grosse sorprese ma con un bel tiro e
soprattutto col cantato in italiano, il che non mi dispiaceva affatto. E poi la
cover-cover di “Tutti pazzi” ci gasava un sacco quando la facevamo alle serate!
·
Theatre of tragedy: Velvet darkness they fear che viaggi con questo… quando arrivavi alla
sera ti rilassavi mettendo su loro o gli Arcana e ti ritrovavi nel medioevo più
buio a fantasticare. Penso che, pur essendo un gran bell’album, lo adorassi
perché in qualche modo mi ricordava la classica che avevo abbandonato. Anche
loro purtroppo hanno avuto qualche sbando in ambito bruttamente commerciale…
·
Dark tranquillity: The gallery per me il must del melodic
death! Mi piacciono parecchio, un mix di potenza, malinconia e delicatezza di
cui non riesco a fare a meno; con gli At the gates il top del genere, i vari
gruppi deathcore di oggi devono inginocchiarsi di fronte a questi mostri sacri.
Mi vien difficile, ma se proprio dovessi indicare la preferita dell’album direi
“Lethe” che alternava la demonicità della lirica maschile alla purezza di
quella femminile in modo superbo.
·
RATM: Rage against de machine energici è dire poco, le pogate che ci
siamo fatti con “Killing in the name” erano da ossa rotte, le rifacessi ora
probabilmente andrei in pronto soccorso subito dopo… grande gruppo, un genere
che per noi era totalmente nuovo e poi lo stile chitarristico di Morello era ed
è al di sopra di ogni dubbio. Peccato si siano persi per strada, gli Audioslave
non li ho mai apprezzati, per me è stato come prendere dei talenti enormi come
Cornell e Morello e chiedergli di suonare alla festa di paese…
·
Manowar: Battle Hymns tamarri è dire poco, tecnicamente abbastanza scarsi, se
non fosse stato per la voce (ai tempi) di Eric Adams e per la potenza del
riffing sarebbero stati “tra i tanti” e invece son l’emblema del metallo allo
stato puro e duro. Cuoio, borchie, stivali con peluche e mutandoni in pelle, un
ponte di transizione tra gli anni 70 ed oggi che non è scomparso col tempo,
continuando dritto per la sua strada senza guardar troppo le mode del momento.
“Battle Hymn” è imprescindibile per il genere, lo start dell’epico forse,
sicuramente una di quelle canzoni che appena metti su ti ritrovi con uno
spadone in mano!
Col tempo devo dire che non
ho addolcito molto i miei gusti musicali, anzi. Vado matto per il deathcore
ora, senza tralasciare il caro vecchio death europeo, ma non mi dispiace
neanche spaziare in altri generi più elettronici ogni tanto oppure nel rock
60-70 che non può mancare mai, ma quelli qui sopra sono senza dubbio gli album
e i gruppi che mi hanno formato ai tempi, mi hanno fatto innamorare di questa
musica e ancora adesso sono in cima alle mie playlist. Ogni tanto mi ritrovo a
fare headhbanging da solo in macchina con “I’m broken” ad un volume
improponibile come un tarantolato...
Nessun commento:
Posta un commento