Penso che ognuno di noi
abbia una bestia nera, un passaggio sul quale, nonostante centinaia di
tentativi ed ogni tipo di soluzione possibile ed immaginabile provata, non si
riesca a schiodare. Non sto parlando di passaggi oltre il nostro limite
naturalmente, dove per forza non passi perché non hai il livello e la tenenza
giusta e quindi è inutile accanirsi, ma di blocchi che inconsciamente sai di
poter fare ma che per un motivo psicologico o semplicemente morfologico e
spesso per un solo singolo movimento non riesci a salire. E normalmente sono
blocchi stupendi e su cui ci si intestardisce alla morte perché più non si
passa più sale il desiderio di farli, indipendentemente dal grado. Per me
quest’incubo si chiama “You”…
La linea: pura e semplice,
uno spigolo perfetto su cristalli. La roccia: uno gneiss doloroso e tritacarne.
Il posto: pian della casa su un masso stracomodo a bordo strada. Sicuramente
non è la linea più bella dell’area, se paragonata per esempio a King Kong,
sicuramente non è la più dura, Ambrosia e alcuni progetti sono oltre, ma per me
è sempre stata un’ossessione, da quando ho iniziato a frequentare il posto.
Arrivando al masso è forse la più logica e nel contempo la più inimmaginabile
da salire, ma poi a poco a poco escono le méthodes e un singolo dopo l’altro
inizia a farsi strada l’idea di poterla fare, che forse tutto sommato tanto
dura non è. Almeno per me è stato così… in piedi ricordo che mi era venuta
abbastanza velocemente, seppur già parecchio impegnativa rispetto al grado
dichiarato, quindi è stata la volta di tentare da sotto, e allora li è iniziato
il vero incubo. Ossessivamente, ogni volta che passo da lì, mi ritrovo alla
base del masso seduto sui pad in contemplazione, un tentativo dopo l’altro,
ogni volta da 3 estati a questa parte, con ogni condizione meteo, sempre e solo
per non venirne a capo. E per un solo, singolo, bastardo movimento! Conosco a
memoria ogni cristallo, ogni appoggio, dove recuperare, come uscire e
soprattutto dove cadrò al prossimo tentativo. A volte è piacevole, rilassante,
altre volte per nulla. E non capisco se ormai è la mia testa che si rifiuta di
passare da lì oppure che semplicemente quel movimento non sia il mio, che
dovrei cambiare e lasciar perdere. Almeno per un po’… ma poi l’appuntamento si
ripete, come se io e quel pezzo di roccia potessimo ormai conversare e tenerci
compagnia. Come è stato ieri, io in ripresa da un sabato sera piuttosto
“pesante” e lui riemerso da un lungo inverno, ci siamo ritrovati e niente
(purtroppo) è cambiato tra di noi, uno di fronte all’altro a guardarci come
vecchi amici che non possono stare lontani, ormai non so più neanche io se
voglio salirlo davvero oppure solo provarci senza troppa convinzione per la
paura di perdere questi momenti. Questo è il mio piacevole incubo
arrampicatorio, credo di non essermi mai accanito tanto su un passaggio:
normalmente o salgo in pochi giri oppure è fuori portata e quindi tengo lì il
progetto per farci un tentativo ogni tanto, ma senza stare troppo a
scoglionarmi. Con “You” invece è tutta un’altra storia, ma son sicuro che prima
o poi riuscirò a venirne a capo, sono assolutamente sicuro. Anzi magari uno di
questi giorni torno a dargli qualche manata…
Nessun commento:
Posta un commento