Finalmente un weekend di
meteo stratosferico, buono non solo per arrampicare ma anche per asciugare lo
spirito e le ossa. Troppo caldo in basso per cercare di far qualcosa di
decente, ci siamo spinti ieri in esplorazione in valle Gesso, in cerca di nuove
chicche da pulire e (si spera) salire oppure di vecchie aree da riscoprire in
questa vallata che sicuramente racchiude il maggior potenziale del cuneese, in
termini numerici e qualitativi.
Quindi veloce ricognizione
alle zone già viste, come il masso della colonia ormai tutto praticabile anche
se risente parecchio della poca frequentazione degli ultimi tempi, oppure la
zona dei tetti Lup, in particolare quella sottostante la strada, che invece
sarebbe totalmente da ripulire (operazione che spero di poter fare
quest’autunno dato che ora sarebbe del tutto inutile) ma che valorizzata ri-diventerebbe
una vera chicca per le mezze stagioni. Poco più in alto ci fermiamo a dare
un’occhiata ad un masso che la settimana scorsa ci avevano consigliato, masso
che dalla strada sembrerebbe del tutto inutile mentre sulla facciata a monte si
presenta come un pannello di 5-6 metri, inclinato a 40 gradi, purtroppo quasi
del tutto senza prese: una ricognizione con la corda dall’alto sarebbe
d’obbligo, perché qualche linea interessante (e soprattutto molto dura)
potrebbe uscire, quindi anche questo appuntato per le prossime volte. Poi visto
che ormai siamo in zona decidiamo di andare a verificare l’accessibilità al
pian della casa, cosa presto fatta perché si arriva alle terme e poi neve e rami
rotti ci bloccano la salita in macchina; credo comunque che non tarderanno a
pulire la strada, ma attualmente è off-limits del tutto (pensare che l’anno
scorso in questo periodo già si arrampicava al Remondino…)!
Viste le condizioni e
soprattutto la mancanza di materiale per procedere con le “pulizie di
primavera” con funsu si decide di provare ad arrampicare nella vallata
laterale, quella di San Giacomo; naturalmente puntiamo alla zona classica,
quella secondo me più bella, ma anche li veniamo bloccati qualche km prima del
parcheggio da un’enorme valanga. Sale lo scazzo e gli smadonnamenti vari, anche
perché il masso di Bellerofonte poco sotto è completamente fradicio, ma il
socio trova la soluzione: sangia gnus, dove io non son mai stato ma che
parrebbe, dai commenti sentiti in giro, davvero meritevole. OK si prova! La
zona effettivamente non è niente male, la roccia splendida e alcune linee
davvero belle, quindi riscaldone veloce e soprattutto fatto a cazzo e poi via
di tentativi. La linea che ci attira di più (e che lo stesso funsu mi aveva
consigliato) è quella di “the dog sit”: pura, intuibile, con bei movimenti ampi
e di controllo. Qualche giro per capire i singoli e poi in saccoccia, davvero
meritevole senza stare troppo a sindacare sul grado: è bella e tanto mi basta!
Ci spostiamo poco di fianco mentre il tempo inizia a peggiorare abbastanza
velocemente per provare il sit di “Walkirie”, anche quello davvero interessante,
con le difficoltà tutte concentrate nei primi 3 movimenti. Diciamo che vorrei
metter mano a quasi tutti i passaggi, ma il livello iniza a scendere pietosamente
(e anche l’aderenza, onestamente), quindi chiudo la giornata con qualche
tentativo su “Non chiamarlo”, di cui però non riesco a venire a capo della
parte bassa: no problem, sarà per la prossima sicuramente. Un grazie a chi si è
sbattutto per pulire e metter a posto questo masso, un gran lavoro e delle
belle linee, sicuramente da tornarci anche in autunno per poter provare anche
quelle lato fiume che adesso sono in acqua!
E oggi si riparte, con un
meteo fuori semplicemente stupendo e con delle previsioni terribili da metà
settimana, quindi che fare in questi casi: aspettare questa sera per fuggire in
ellero a piallarsi le dita!
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