mercoledì 16 gennaio 2013

TARGASSONNE




Vacanze di Natale 2012. Sembra il titolo di un film degli anni 80, in realtà è il racconto di un viaggetto che ci siamo concessi per visitare una nuova area blocchi che ancora ci mancava, tra la Francia e la Spagna.
Questa volta partiamo camperizzati con Elena, in modo che il meteo non ci possa mandare a monte tutto: brutto da una parte? Bene, noi si va dall’altra! In realtà il meteo sarebbe stato l’ultimo dei nostri problemi… dopo un viaggio a dir poco eterno (bello il camper…) finalmente si intravedono i primi blocchi e qui la stanchezza per un momento scompare. Il paesaggio intorno è piuttosto lunare, desolato, ma pur essendo a quasi 1.600 m. di quota il caldo si fa sentire, anche se decisamente secco (e quindi portatore di aderenza! ); il campeggio invece è da paura: pulito, comodo ai blocchi, completo dei servizi essenziali e oltre. 



Anche la compagnia di Claudia e Ale è ottima come sempre, con loro c’è la sicurezza di arrampicare ad oltranza, senza badare troppo al grado ma piuttosto alla bellezza dei passaggi da provare, e per me questo è importantissimo.

Claudia si spalma...
...ale speriamo di no!

Il meteo, come dicevo, è stato davvero l’ultimo dei nostri problemi, anche se poi di grossi problemi in realtà non ne abbiamo avuti. Comunque il sole ha spinto senza sosta per tutti i giorni (pochi) che siamo stati li, permettendoci di scalare in maglietta ma nel contempo sfruttando un’aderenza ottima per quasi tutto l’arco della giornata; si saltava senza sosta da un blocco all’altro, da un’area all’altra.



A proposito, la figata assoluta di questo posto è che volendo al mattino esci dal letto ed inizi a scalare, perché i blocchi sono tutt’intorno al campeggio, anche se onestamente secondo me l’area più meritevole è quella più lontana (oddio lontana, son 2 km…).
Enormi uova di granito coloratissimo appoggiate su prato, cadute perlopiù ottime anche se le altezze a volte son importanti, tacche poche (ma dolorosissime) e tanti piatti da rimontare con tutto il corpo, uscite spiazzanti anche sui boulder più facili, niente di scontato soprattutto sui gradi che invece uno si aspetterebbe di maneggiare in scioltezza!


Elena lancia cattiva!

La pelle delle mani già dopo il primo giorno inizia a diminuire, non so onestamente come facciano i nostri 2 compagni di viaggio a continuare a scalare, son qui da un paio di giorni più di noi ed ho male io per loro! Anche le braccia e i pettorali ne risentono, il tipo di arrampicata è davvero totale, ma i passaggi, la roccia, la compagnia, tutto è troppo bello, quindi si parte subito dopo la colazione e si tira avanti fino a sera, fino al tramonto, fino alla cena e al dopo cena, tutti insieme a ridere e pensare già ai passaggi del giorno dopo, oppure a parlare di arrampicata (che strano) o a vedere un paio di video di boulder (con enorme gioia di Elena…).





Colori del tramonto
Aperò vista blocchi
Non sto a parlare di prestazioni, gradi o nomi di alcuni blocchi piuttosto che altri, perché la cosa veramente bella è stata l’esperienza del viaggio e di poter vedere un posto nuovo, di avere come unico pensiero il vagare tutto il giorno in mezzo ai massi in cerca della linea perfetta da provare, di sparare un paio di cazzate ogni tanto (nel mio caso neanche poi così raro…) e di tornare al campeggio disfatti e contenti. Purtroppo, come tutte le cose belle, anche questa volta tutto finisce abbastanza in fretta: Claudia e Ale son in partenza alla volta di Albarracin, noi ci concediamo ancora mezza giornata di tentativi, ma anche il meteo sembra peggiorare, quindi si decide in fretta e furia di tornare a casa, per evitare di trovarci nella cacca col camper. Un altro posto stratosferico visitato, ci ripromettiamo di tornarci meglio organizzati quanto prima, come capita sempre… può essere, per il momento non riusciamo a fare a meno che guardare ogni giorno le foto fatte, con la lacrimuccia!


Sulle croste

Dov'è, dov'èèèèèèè?????




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