Invece in Ellero si andava armati di pad, tutti i we e d’estate pure di sera. All’inizio si stava nelle cosiddette “zone basse”, tra gli schiaffi, la bestia, il tetto, perché la casa, coi suoi gradi, l’altezza eccessiva e i “big” che ci bazzicavano, c’intimoriva troppo. Parlo al plurale, perché eravamo sempre, con ogni tipo di meteo, io e funsu, a prendere sberle, a stampare qualcosa ogni tanto, a rovinarci dal mattino alla sera.
Poi pian piano s’iniziò pure a girare il resto del pianeta “Rastello”: la casa, la vela (che strizza…), petra, il gigiat e pure qualche masso che sul topò non c’è. E, con un po’ d’allenamento e tanta costanza, iniziarono ad entrare anche alcuni passaggi un po’ più duri o di soddisfazione.
Per me Rastello rappresenta l’area perfetta del cuneese: frequentabile pressochè in ogni stagione, esigente nel tipo di arrampicata, non regala nulla soprattutto nei passaggi storici, quando vai ci trovi sempre qualcuno che conosci e con cui scambiare una parata e 2 parole. E si continua ad andarci naturalmente, per continuare a prendere bastonate e per farle prendere pure ad Elena, che nel frattempo si è affezionata sia al boulder che a Rastello: dalle nostre parti non se ne può fare a meno (non delle bastonate eh…) Per questo allego la lista dei passaggi che ho trovato più belli e remunerativi (naturalmente nei miei limiti), sperando di invogliare più gente possibile a venire a provarli!
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