Dai ridiamo respiro a sto blog
ormai sul letto di morte. Un paio di mesi dall’ultimo aggiornamento, più o meno
il tempo della prima estenuante scheda di allenamento, con qualche sporadica
uscita su roccia senza il minimo risultato se non quello che capita ogni santo
anno: incazzarsi a morte perché non mi tengo un cazzo. Come volere capra e
cavoli. O la botte piena e la moglie ubriaca (e zoccola). Quindi abbandonati
tutti i progetti per dedicarsi ad arrampicare senza guardare un numero.
Varazze un paio di uscite, la
prima eccellente perché nonostante tutto riesco a far in due parti
Alphacentauri, e sinceramente per me è già un gran risultato. Io tutto sto
facile in sto passaggio sinceramente non lo trovo, poi OK che la sega son io
non chi l’ha detto, però… la parte più devastante è sinceramente tallonare ad
altezza palle, lo trovo di una difficoltà fuori logica e mi viene una volta
ogni 100 praticamente. Il resto si fa, niente di estremo, ma in continuità ha
il suo merdoso perché. E poi chiaramente non mi son fatto mancare una bella
bronchite condita da varie schifezze a base di antibiotici e cortisone, come
ogni anno, e chiaramente come ogni anno non ho smesso di allenarmi, dandomi da
solo del coglione a posteriori.
A parte quest’allegra
parentesi ne ho approfittato per far qualche bella camminata al mare col mio
topo, stanco della neve e dei soliti posti, e mi è piaciuto un sacco, anche più
che arrampicare sinceramente. In settimana, nessun rompicoglioni in giro, meteo
scelto e stratosferico, posti fuori dalla (già scarsa) folla, il top! E poi un
bel weekend extralusso in Costa Azzurra senza dover pensare a niente se non a
magnare, bere e fare un cazzo!
E per finire una gran bella
(ri)scoperta. Anni fa ero stato a Cengio, in una di quelle giornate che non
invoglia sicuramente l’arrampicata relax: neve, galaverna, nebbia in un posto
che con queste condizioni diventa potenzialmente da occultamento di cadavere (e
già, i nomi dei blocchi hanno sempre un loro perché…). Invece torno venerdì con
la voglia principalmente di svaccarmi e mi ritrovo in un posto top: roccia,
blocchi, area, tutto che aiutava a raggiungere il mio obiettivo. Fatti un po’
di passi senza stare a cercare necessariamente la difficoltà mi son stupito di
quanto ci si possa ancora divertire anche senza una guida in mano e delle linee
in testa, come si faceva una volta (non sempre crescere significa migliorare!).
E allora perché non tornare anche la domenica in attesa che i posti “alla moda”
tornino veramente in condizioni? Indeciso fino all’ultimo, anche perché non
avrei voluto far perdere una giornata ad Elena e Funsu, invece mi son dovuto
ricredere ed avere anche la soddisfazione di averli soddisfatti pienamente con
una giornata piena e distruttiva al punto giusto: un’area a due passi da casa
(per noi potenzialmente la più comoda con ellero, che però mi ha sfracicato un
po’ le balle) relax e con dei bei bastoni pure, la maggior parte
da domare con tutto il corpo e a dita stese. La Font dei poveretti cuneesi
diciamo.
Ora mi resta ancora un mese,
il più duro, il più mirato, e poi arrampicata. E basta. Palestra, roccia, moon
ma assolutamente niente secco per almeno… un paio di mesi… se resisto…
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