mercoledì 8 marzo 2017

LUPO 2

E anche ieri il mio appuntamento infrasettimanale col Lupo e andato che è un piacere e in più questa volta anche Elena ci ha accompagnato quindi doppia libidine come si diceva parecchio (troppo) tempo fa. Adoro questo masso, da quando 3 settimane fa l’ho scoperto ho iniziato a passarci un pomeriggio a settimana e ogni volta trovo qualcosa che mi piace di più: il posto sicuramente, la tranquillità, una certa aura rilassante, nessun rompicoglioni in giro e i passaggi davvero fighi. Ieri durante il riscaldamento poi ne ho fatto uno che ancora mi mancava e che ho trovato eccezionale, “Stupid love”, un 7A+ per niente regalato secondo me, forse un pelo più facile per i lunghi ma io l’ho trovato un legno… non l’ideale per scaldarsi le dita sicuramente, ma davvero davvero bello! E poi di nuovo sul mio progetto-test di resistenza, ci sto lavorando e piano piano tornano a farsi vedere le fibre rosse. Certo, non è proprio il mio (e forse lunedì sera ho esagerato un pelo al moonboard...), ma intanto mi piace e lo trovo estetico e bello da arrampicare e poi mi serve in ottica di un progetto ancora più importante (per me) da portare avanti, ma quando cadi ripetutamente all’ultimo movimento cazzo se ti girano i coglioni… la prima parte di 7A va via veloce, la seconda sul 7C pure ma quando arrivo al ribaltone dell’ultimo 7C sono in ghisa totale e… cado. E ieri dopo aver fatto tutto il traverso, molto bene peraltro e riposando il giusto dove possibile, son arrivato alla fine, convinto al 95% di uscire, ho preso il piattino di sinistro e non ho sentito niente… bella sacher di merda! Mani dure come il ghiaccio, non riuscivo a far quell’arcuatina che normalmente mi salva, e incredulo son sceso giù, neanche caduto proprio sceso, in attesa della salita di ghisa abissale alle braccia e smadonnando in 7 lingue diverse. Peccato… ultimo tentativo buono, ne ho fatti ancora un paio ma niente di che, purtroppo so che non ne ho tanti in un solo pomeriggio su quel blocco. Ma che cazzo di figata, diventa davvero dura tornare alla vita di tutti i giorni dopo pomeriggi così, che poi son abbastanza di routine: scali, riposi, scali, riposi, torni a casa con un tramonto incredibile ad accompagnarti, cena e svacco a mille, per tanti non sarà niente di che e lo capisco ma per me è il massimo che possa avere. E finché continua così non posso lamentarmi.  
Lato gossip le donne continuano a macinare che è un piacere (l’intervista letta poco tempo fa a una bella e forse un po’ invidiosa climber nostrana mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Ma si sa, la fiaba della volpe e l’uva non è una novità!): la Zangerl, che in effetti è un chiaro esempio di falesista monotematica dedita al 100% e anoressica (…), ieri ha chiuso i conti con un tiro che deve essere una favola, “Chikane”, in soldoni 8c+. E anche la Kiersch, pure lei tristissima falesista che non sa cosa sia il vero alpinismo, continua a portare a casa botte di 8c e oltre a RRG. Che dire, complimenti davvero, io tutta sta tristezza da prestazione obbligatoria non la vedo, ma per carità, questione di opinioni. Così come son opinioni e in quanto tali opinabili anche cosa siano il vero alpinismo e il fatto che una salita come il “Pesce” oggi possa fare ancora notizia. Nel 1994 una certa Lina Collina saliva in giornata e in libera totale il Nose, non so se fosse alpinismo, non me ne intendo tanto, ma sicuramente era e resta un exploit… quello…

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