venerdì 15 dicembre 2017

2017


E siamo quasi a fine anno, tocca tirare le somme. Un anno controverso, come sempre alti e bassi dal lavoro allo svacco ma onestamente non posso lamentarmi troppo. Un anno volato, passato quasi in sordina perché non volevo troppi scazzi, volevo starmene il più possibile tranquillo e cercare di limare i ricordi terribili di un anno fa e in parte credo di esserci riuscito. Non dico dimenticare, non sarebbe giusto e neanche possibile, ma cercare solamente di togliere gli spigoli dolorosi…

E come sempre l’arrampicata è stata una parte prevalente del mio tempo e sicuramente una buona medicina. A gennaio son ripartito alla grande, con un bellissimo ricordo di quella giornata dove in Valdinferno ero riuscito a portare a casa un sogno che da anni credevo impossibile, soprattutto per me: Gillette e perdipiù sit! Una linea super del bosco, una delle poche che ancora mi mancava e sicuramente la migliore che è dura da in piedi, figuriamoci da sotto… e invece quel giorno l’ho quasi passeggiata ed è stato un gran bel momento, il primo sorriso dopo un mese di merda assoluta. Poi ho scoperto il masso del lupo, che ancora non conoscevo, in un posto bellissimo, isolato e tranquillo, l’ideale per passarci dei bei pomeriggi con topo. Li alla fine penso di averli fatti tutti e tra i tanti quello che più mi ha dato soddisfazione è stato “Duri a morire”, una bella linea, scalabile e piacevole da provare, senza eliminanti, un bel passaggio ecco. E anche lì ho dei gran bei ricordi, si usciva dall’inverno e anche il morale ripartiva nel senso giusto, alla fine per me si tratta sempre di un passaggio che mi resta in testa non solo per il grado, la difficoltà o la linea ma anche e soprattutto per le sensazioni che mi ha lasciato. Così come poco dopo scoprivo e valorizzavo in parte l’area alta del Lausfer, davvero in quota e fuori dal caldo opprimente (ma anche piacevole a pensarci ora…), eravamo quasi a 3.000 metri in un posto che definire splendido credo sia riduttivo, con Elena e topo a metter mano a blocchi nuovi, enormi, con roccia perfetta, tutte le linee per noi… “Far beyond driven” è stato davvero il top, forse lato emozionale il top di tutto l’anno: la linea ha pochi paragoni, alta e dura il giusto, la roccia, le tacche tutte dove servono, lì mi son reso conto che forse è vero che madre natura arrampica! Son stati davvero giorni splendidi, partenze prestissimo, avvicinamenti eterni, sembrava più alpinismo a tratti! Forse quella linea non verrà mai ripetuta perché giustamente non tutti potrebbero aver voglia di cammellare dei pad fin là ma son stato contento di aver lasciato una piccola firma anche da quelle parti. E che dire per esempio di “Cani sciolti”? Onestamente a posteriori non una delle più belle linee fatte ma anche lì ho bei ricordi di serate passate a cercare l’aderenza giusta con topo nella solitudine della valle Gesso, il relax dopo il lavoro e il fatto di riuscire a farla anche piuttosto velocemente mi han fatto stare bene il giusto, ecco. E poi naturalmente il Remondino, tutta l’estate su e giù, a volte anche solo dei pomeriggi infrasettimanali toccata e fuga, un sacco di bei passaggi fatti altri solo provati, compagnia ottima, lì ci tornerei sempre e comunque, anche non avessi più niente da provare. E “Rododentro”, anche quella fatta velocemente, quest’anno non ho mai avuto granché voglia di mettermi seriamente su un progetto e spenderci tempo, la testa è sempre mancata un po’… ma a quella linea ci tenevo davvero, non so poi perché dato che si è bella (ma li son tutte belle) ma non una delle migliori credo, e invece volevo salirla, volevo togliermi il dente!

E adesso qualche foto dei migliori ricordi che ho del 2017, per il prossimo anno mi attendono credo delle gran belle sfide non solo arrampicatorie ma ci provo, come sempre mai mollare!
Gillette sit, Valdinferno

Duri a morire, Lupo

Ambiance Annot



il Mostro stand (quello non manca mai...)

Far Beyond Driven, Lausfer


Il più bel trekking dell'anno, lago del vej del bouc

Rodo-dentro sit, Remondino


Pomeriggi al Remondino con topo, quanto mi mancano...

Salendo sul Chersogno

 

martedì 12 dicembre 2017

CHIRONICO TOCCATA E FUGA

E anche Chironico è andato. E come nella migliore delle tradizioni (nostre) tra le tante sfighe questa volta c’è stato il meteo, ma comunque noi non molliamo mai e siamo riusciti lo stesso a sfondarci per bene sulla roccia. Primo giorno a Cresciano, in realtà una mezza giornata ad arrampicare sotto scrosci di pioggia ghiacciata (alla faccia di chi dice che ci lamentiamo sempre) con Gian a provare “Arcadia”, anche se farlo in quelle condizioni sarebbe stato ben oltre: passaggio e roccia davvero super. Nel mentre Giorgia alla luce della frontale metteva qualche bel tentativo su “Frank Wild Years”, una linea certo non tra le più belle ma con movimenti interessanti, e anche lì farla in quelle condizioni sarebbe stato decisamente molto oltre… nel mentre arriva la solita notizia delle sfiga supplementare sull’alloggio, che fortunatamente poi si è risolta in un niente ma per un attimo abbiamo temuto il peggio: senza riscaldamento e acqua calda! Il che col freddo allucinante che ci siamo beccati lungo il giorno sarebbe stato il colpo di grazia, forse la Svizzera avrebbe dovuto far a meno di me per sempre perché non avrei retto all’ennesima sfortuna firmata Chironico…
 
Giorno 2: previsioni bellissime, al mattino ci svegliamo e nevica segno che comunque anche il meteo svizzero sbaglia, o magari risente solo della vicinanza italiana! In ogni caso alle 10 smette e con poco coraggio ci avviamo ai massi e a sorpresa tutto è asciutto anzi non solo, tutto è in condizioni eccellenti: “Freak brothers” mi aspetta! Riscaldo veloce e via a ricordare i singoli, nel frattempo 2 anni son passati quindi potrei anche darmelo nuovamente flash, la logica non fa una piega e se qualcuno la usa un motivo ci sarà. A parte le cazzate mi ci rimetto e stavolta i problemi si amplificano, provo comunque con la methode classica (punta, no tallone) perché le chances di farlo eventualmente son maggiori, anche se una congiunzione astrale sarebbe il top. Con Giorgia buttiamo qualche tentativo, alcuni anche decenti, ma niente di fatto se non una gran botta di freddo, cosa che comunque andrà anche aumentando esponenzialmente durante il giorno… niente, si passa ad altro anche se di mio non ho altri progetti, o comunque sinceramente son venuto qui per questo blocco e non ho più grinta per passare ad altro. Ritorno alla macchina nuovamente alla luce delle frontali e il giorno dopo si riparte di buon’ora, senza alcuna speranza di poter toccar roccia dato che il meteo di merda incombe. Che dire: ci abbiamo provato, no remorse. Comunque la compagnia è stata il top davvero e da questo punto di vista tutto è andato al meglio, non possiamo davvero lamentarci di nulla, anzi sinceramente sarei rimasto su ancora un paio di settimane potendo scegliere.

Per il resto: Moonboard Masters! L’Evento, con una formula di gara perfetta e magari da applicare anche ad altre competizioni, con 10 garisti e non tra i migliori climber al mondo. L’ho vista praticamente già 3 volte, l’ultima ancora ieri in pausa pranzo e: 1) le nuove prese in legno le adoroooooo 2) Megos è il cazzone da battere al momento (e se facesse gare seriamente probabilmente si divertirebbe meno ma farebbe il culo a quadri a tutti). Bei blocchi, non c’è stata proprio storia tra gli uomini un pelo di più ma neanche troppa tra le donne, il team Megos/Hayes ha arrampicato alla grande mentre non capito se il Woods della gara fosse una controfigura di quello vero (peccato perché la Condie è stata super e soprattutto ha avuto grinta da vendere). Un gran bell’evento promozionale prima di tutto e divertente immagino per chi l’ha fatto, sicuramente per chi l’ha visto. Altre 2 parole in merito a Megos: le strizza come se non ci fosse un domani, sempre, e quando vuole si prende pure la libertà di sfottere potendolo fare (l’ultimo blocco l’ha passeggiato e pannellato, senza piedi…), arrampica in modo perfetto con una tensione del corpo invidiabile e un dinamismo che forse solo Ondra ha e soprattutto si diverte e fa divertire. Un nuovo status di climber?
 
 

 
Giorgia tenta Freak...

Sempre Giorgia, questa volta su Dr. Pinch


Io mi allungo inutilmente su Freak...

E poi prima Giorgia


e poi Gian tentano la bellissima linea di Tomahawk 




Sempre Giorgia, questa volta provando alla luce della frontale Frank Wild Years
 

lunedì 4 dicembre 2017

NA NA NA NA NA

Quando ti alzi dal letto (svegliarsi è un parolone, soprattutto in queste 2 ultime nottate…) e la prima canzone che ti viene in mente e che naturalmente non riesci a toglierti dalla testa è “na na na na na” dei Kaiser Chiefs c’è qualcosa che non quadra… earworm si chiama il “problema”, a me capita spesso di avere questo baco nella testa, dovrò preoccuparmi?
Comunque al di là di questo il fine settimana mi ha portato consiglio: la plastica è molto più divertente della roccia. Punto. Son arrivato a questo assunto dopo un weekend insano a base di neve, freddo e plastica e delle tre salvo solo l’ultima. La neve: l’inutilità totale, se una volta andavo matto per il freddo, l’inverno, la merda bianca ora la trovo non solo fine a se stessa ma piuttosto fastidiosa. Spalare, sbattersi, immerdarsi, cosa ci sia di bello non so, resto dell’idea che una temperatura costante di 20-25 gradi tendenzialmente secchi con una precipitazione abbondante al mese possa essere il mio paradiso, altro che 72 vergini di cui onestamente non saprei che farmene. Facciamo così: io scelgo un paradiso fatto di blocchi farlocchi, temperature miti e qualche altra cosa di cui non si può parlare qui e le mie 72 vergini le lascio da spartire a chi ha abbastanza pazienza da dedicarci tempo! ma torniamo alla plastica. Sabato: colazione, svacco, un paio d’ore di moonboard tanto per attivare le braccine alla spalatura del cortile, pranzo e altre quasi 4 ore sempre al moonboard. Di testa avrei continuato ma il vaffanculo è partito in automatico dalle dita. Con la ferma convinzione che avrei potuto fare di meglio, guardo il santino di Patxi Usobiaga (che tutti dovrebbero avere nel portafogli o attaccato al trave) e inizio a prendere accordi per la domenica, naturalmente per una bella palestrata. Si ok magari fuori con un po’ di spirito di sacrificio si sarebbe potuto andare ma ho quasi 40 anni, chi me lo fa fare sinceramente? Davanti ho 2 bivi: il primo mi dice caldo, asciutto, musica, svacco e blocchi nuovi, il secondo… ok andiamo in palestra! Quindi tasto repeat: sveglia, colazione, svacco, passeggiata con topo sulla merda bianca, pranzo della domenica classico di ogni famiglia italiana, ovvero alle 11 con una mozzarella e via con Giorgia e Gian direzione Escape a Collegno. Che divertimento ragazzi! Ok le dita e le braccia ancora mi mandavano a fare in culo per il giorno prima, ma che blocchi! Nella testa dopo 3 ore continuava a girarmi il ritornello “ascolta il tuo corpo” (il mio earworm di ieri), ma stoicamente avanti, fino a che onestamente non ce la facevo davvero più. Basta. Ma comunque la plastica è davvero meglio della roccia, non c’è storia. Na na na na na!