lunedì 10 dicembre 2018

LA TENENZA, QUELLA VERA!

Che weekend ragazzi! Intanto partiamo dal presupposto che io non ho stampato un cazzo, così tanto per … allora uno si potrà anche chiedere perché mi son esaltato? Perché ho visto gente che le trita seriamente e con tanta vera passione!
Partiamo dalla fine, Valdinferno ieri. Da parte mia ce l’ho messa tutta per arrivarci in macchina, tanto che alle 9 ero già in botta di RedBull (che non è servita a un cazzo a sto giro), ho sinceramente e pesantemente esagerato la scorsa settimana tra allenamenti, muro e roccia e il mio fisico ha pensato bene di mandarmi a fare in culo; su il clima era praticamente perfetto, una di quelle rare condizioni in valle dove la roba diventa quasi facile: sole, caldo secco e vento da nord, praticamente le tacche ti entravano nella pelle! Per Elena era quasi un ritorno alla roccia, dopo tanta plastica, e sinceramente non poteva andare meglio: già dal riscaldo le cose andavano alla grande, quando poi le ho fatto vedere qualche linea che poteva diventare progetto e si è esaltata per “Andie MacDowell super sexy” allora ho capito che le cose si facevano serie! Intanto perché non è una linea farlocca, e credo sia importante quando si vuol fare il passo di grado sceglierle vere in modo da non avere dubbi e non farli venire agli altri (laggente è stronza, si sa…), poi perché è storicissima, voglio dire Berhault e non Giangiacomo, e poi perché è bella, davvero tanto! Trita le dita senza senso, ricordo ancora il dolore di quando avevo ripetuto l’extension di Filippo, è già lunghetta e mai scontata oltretutto su roccia fantastica e in un posto della Valdinferno tra i più belli in assoluto. Comunque per un singolo solo non l’ha portato a casa e se non si faceva male… chissà… in ogni caso è andata alla grande, praticamente la partenza fino al singolo merdoso l’ha passeggiata ed è questione solo di mettere insieme tutto e via. Complimenti per le ditina, il massimale non scende mai! E poi niente, da parte mia ricordo solo la serata con tanta carnazza, proteine che mi uscivano dalle orecchie…
Sabato: Varazze con Giorgia e Andrea, condizioni galattiche (sembra che quest’anno, almeno per ora, il vento tiri dalla parte giusta!). Ci scaldiamo all’antro, faccio vedere ad Andrea “Occhi di gioia” spiegandogli i movimenti, ero sicuro che lui con la sua altezza e fisicità lo avrebbe passeggiato… e infatti qualche giro a meccanizzarlo e via in saccoccia un bel 7C varazzese e senza troppo pensarci su! Complimenti, braccino bionico il suo! Io tiro qualche madonna sul “Alpha”, capendo un singolo in più e capendo anche che il movimento a mettere il tallone per me resta davvero ostico: Giorgia mi fa vedere sotto ad andare al rovescino piatto e mi entra ma poi non mi riesce proprio di mettere il tallone nella zanca! Elasticità zero… nel frattempo mettiamo qualche pad anche sotto “Fortunadrago” con Giorgia che continua ad elencarci tutti i cartelli di obbligo, prescrizione, divieto, e io che mi convinco sempre di più che se restassi senza patente ora l’unica soluzione sarebbe andare in bicicletta… lei ci fa qualche giro e nel frattempo ci raggiungono anche Simone e compagna. Io mi alterno tra foto, video e qualche tenta al singolo bastardo di “Alpha”, una situazione davvero figa perché nel giro di pochi passi ognuno ha il suo progetto e tanto svacco! Tempo poco e Simone stampa “Forunadrago” alla grande a suon di madonne e tanta potenza! Giorgia riposa, riflette, si attacca pure lei e dopo qualche falsa partenza con una leggerezza incredibile esce dal blocco come se fosse un 6A! Allucinante, al di fuori di ogni logica, dopo averlo provato brevemente una settimana fa al secondo giorno sale il suo primo 8B con ampio margine, ma davvero tanto margine, e poi come se niente fosse torna a studiare scuola guida… io di mio riesco dopo aver snocciolato i santi dei primi 3 mesi dell’anno a far stare il tallone ed andare alla tacca, ma solo di culo perché nel resto della giornata non capiterà più, per cui capisco che forse, se ho intenzione di continuare su quel blocco (e così è) sarà meglio cambiare methode. E infatti a fine giornata, con le dita bucate e senza più fibra Simone mi spiega la sua di methode e realizzo che forse potrebbe funzionare anche con me! Vedremo… è buio e si riparte, in macchina facciamo un po’ di storia malinconica del boulder nostrano e poi ognuno per i fatti suoi. Bellissima giornata, mi piace andare in giro con sti giovinastri che si tengono davvero e che si fanno poche pippe mentali a differenza di altri che invece non si tengono e di pippe se ne fanno troppe: questi li vedi arrampicare con vera passione ma come se fosse un semplice gioco, può andare bene o meno ma intanto sei li, in compagnia e a fare quello che ti piace realmente. Grazie ragazzi, ho guadagnato 20 anni a stare con voi!

Strizzarle come se non ci fosse un domani, tenta su "Andie MacDowell super sexy" 7B
 


Andrea le chiude su di "Occhi di gioia" 7C

La foto non rende merito, ma ho fatto praticamente solo video... Giorgia prima FFA di "Fortunadrago" 8B

martedì 4 dicembre 2018

Ed è nuovamente quasi quel periodo dell’anno! No, niente Natale e cazzate varie, parlo del trimestre di allenamento di devastazione di cui sento tanto il bisogno quando arrivo a dicembre e che arrivato a marzo odierò con tutto me stesso. Come ogni anno dirò che sarà l’ultimo, che non lo farò più, che non ho più l’età, che non ho più voglia, ma poi come sempre arriverò a gennaio dell’anno successivo con la ralla a 1000.
Quest’anno penso di essermi programmato bene: un primo trimestre davvero distruttivo/creativo, intenso come mai avevo fatto se non i primi tempi all’Anteo a Ceva seguito da Giova, affiancato da Jolly che penso mi abbia fatto una scheda ad hoc davvero ben fatta e completa, certo molto intensa ma a me è sempre piaciuto soffrire in allenamento… dopodiché il resto dell’anno l’ho passato a mantenere, senza carichi eccessivi a differenza degli anni scorsi ma con piccoli richiami di forza e ogni tanto di forza resistenza, puntando però sempre al gesto più che a caricare ad ogni costo. Qualche soddisfazione me la son tolta, altre no ma chiaro che son consapevole di non avere le capacità e il talento che possono far fare il salto di qualità, ma la cosa di cui son contento è che son sicuro di aver dato come sempre il 100% se non di più. Niente da recriminare, si continua su questa linea finché la testa terrà botta poi si vedrà, certo è che non riuscirei proprio più a stare senza stress fisico da allenamento, ormai è una droga che va oltre la semplice abitudine ma mi condiziona psicologicamente 24/24, chi non c’è dentro non potrà mai capire. Se dovessi mai smettere d’arrampicare farei sicuramente altro ma farei comunque perché non potrei più farne a meno. Qualcuno punta al lavoro, qualcuno alla famiglia, io punto su me stesso e su quello che più mi piace fare!
Tanta palestra in questo periodo e poche uscite mirate. Sto cercando di frequentare il più possibile Varazze per diversi motivi. Sicuramente perché il livello dei blocchi, non tutti ma la maggior parte, è davvero alto e i gradi son reali, come piacciono a me; poi perché è un posto in cui per divertirsi bisogna avere un livello un tantino più elevato per cui era inutile andarci ai tempi solo per dire “ho fatto blocchi a Varazze”, i passaggi bisogna chiuderli, punto. Ora le mie soddisfazioni me le sto togliendo. Il primo della stagione a cadere è stato “Occhi di gioia”, devo dire anche abbastanza rapidamente: methode Moroni certo, più consona al mio stile, un blocco non certo favoloso come linea in se ma con movimenti davvero al top. E poi andare li all’antro è stato anche un pretesto per vedere da vicino l’altro progetto della stagione, il più importante, “Alphacentaury” stand, gran bella linea. Domani diamo il via alle danze! E come dicevo tanta palestra, Vertigo, BigUp e soprattutto Moonboard: su quest’ultimo ho variato un po’ l’approccio ultimamente, puntando su tante sedute più brevi con blocchi di riscaldamento e poi concentrandomi su alcune linee per me estreme tenute da parte, pochi movimenti davvero intensi (e spesso neanche chiusi…). Oppure circuiti, trovo che su quell’inclinazione fare 25-30 movimenti senza riposi sia un toccasana reale per poter poi puntare più avanti a far qualcosa di più lungo su roccia, magari pure con la corda.
Quindi ancora 2 settimane di progetti, poi le vacanze di natale che tra un panettone e l’altro mi permetteranno spero di spingere ancora un po’ e poi per qualche tempo remi in barca temo, quelle schede il livello lo fanno scendere brutalmente quantomeno i primi 2 mesi…

Sequenza centrale su "occhi di gioia" con topo a parare...
 
 

lunedì 19 novembre 2018

Tre settimane senza toccare roccia… un tempo infinitamente lungo per un malato come me, la plastica è un surrogato che dà soddisfazione momentanea ma non sazia e la voglia di uscire, vedere il sole, passare delle belle giornate a spellarsi le mani era arrivata a limiti onestamente insostenibili. Poi a metà settimana si apre uno spiraglio, vedi il meteo che di punto in bianco dà temperature prossime allo zero, il vento che gira da nord e che soffia seriamente e allora torna una speranza: Varazze sarà in condizioni! E sinceramente benché Varazze sia mediamente una merda quando l’aderenza è quella giusta diventa un vero paradiso!
Inizio il venerdì, ancora stanco dai circuiti al moonboard, ma il pomeriggio schizzo giù col topo e vago tra il potala basso arrampicando il più possibile, senza obiettivi. Una goduria! Colla, nessuno in giro, troppo presto diventa buio e io mi trovo nel bosco a tornare dalla macchina in completa solitudine, esattamente quello di cui avevo bisogno questo weekend. Torno a casa provato dal freddo e dal vento anche se ancora non so che il giorno dopo sarà ben peggio…
Preparativi, mi sento con Ale e decidiamo di andare alla collina ad arcuare un po’ di lame di rasoio… al mattino si unisce anche Matteo e già a Ceva capiamo che la cosa sta prendendo una piega devastante. Il cielo è scuro, fa un freddo porco e il vento si fa già sentire… arrivati su appena scendiamo dalla macchina capiamo che la giornata sarà parecchio dura. Ci proviamo comunque, ma io sento che i muscoli non rispondono, non chiudono proprio e tantomeno le dita si rifiutano completamente di arcuare, ho proprio paura di farmi male! Dopo un paio d’ore in ste condizioni deplorevoli capiamo che è arrivato il momento di abbandonare, non abbiamo più l’età per queste cose sinceramente. Torno a casa e per combattere il freddo chiaramente faccio un po’ di muro…
Il giorno dopo sembra ancora più freddo ma questa volta col sole. E questa volta ho intenzione di tirare fuori l’artiglieria, vestiario ad hoc quasi da spedizione himalayana. Mi sento sol socio, diamo un’occhiata al meteo, ci facciamo forza e decidiamo nuovamente per Varazze. Giù il vento tira ancora più dei giorni prima, freddo fa freddo ma c’è il sole e quindi per un momento si sta quasi bene… dura poco, ma devo dire che tutto il giorno non ho patito, anzi; la cosa che più mi è sembrata strana è che in giro non ci fosse assolutamente nessuno, nonostante le condizioni fossero assolute, davvero parecchio ambiguo… in ogni caso non perdiamo tempo e iniziamo subito a martellare un passaggio dopo l’altro. A fine giornata decidiamo di scendere da “Occhi di gioia”, lasciato incompleto un pomeriggio dell’anno scorso perché da solo non me l’ero sentita di uscire (lo so, è strano, ma sinceramente avevo paura di farmi la schiena sul masso dietro… mi prendono per il culo ancora adesso, a ragione…) con la ferma intenzione di chiudere i conti e passare al vero progetto della stagione. Purtroppo la voglia non è bastata, i tre giorni hanno iniziato a farsi sentire seriamente e nonostante qualche bel tentativo fino al bordo non ne avevo davvero più e le prese basse ad un certo punto si faticavano pure a vedere ancora… poco male, la prossima volta lo stampo sicuro perché se da stanco morto c’ero vicino non penso di avere problemi e soprattutto perché è tempo di passare a martellare i passi che mi son segnato per l’inverno a Varazze.
Per concludere stupenda compagnia ieri, come sempre con Funsu. Si parla, si ride, a volte arriviamo pure a discorsi seri, si martella senza sosta sulla roccia, insomma è sicuramente il socio per eccellenza. E per quanto riguarda il freddo iniziamo a farci l’abitudine anche perché è con ste condizioni che ci si diverte seriamente: mi pare fosse proprio Malcolm Smith che dicesse che sopra i 5° non si tratta più di vero boulder!

giovedì 25 ottobre 2018

BERSEKER

Sono al settimo cielo. Intanto già chiudere un passaggio tuo ti regala una soddisfazione che non è neanche paragonabile a ripetere, quantomeno così è per me. E poi una linea del genere…
La storia di Berseker in realtà è ben più lunga di un paio di mesi! Anni fa con Funsu mentre si scalava da Petra ci eravamo accorti di questa stupenda prua in lontananza e incuriositi ci avevamo ficcato il naso. Ma niente, non c’erano prese e non valeva la pena perderci tempo… solo in seguito son venuto a sapere da Gian che pure lui e Lollo (tra l’altro rivisto con piacere domenica in Gesso!) erano andati a buttarci un occhio, ma anche in quel caso niente di fatto. E poi il nulla fino alla primavera scorsa. Da parte mia ben poca motivazione di scalare in valle, nonostante avessi sempre adorato quel posto mi ero stancato della roccia, delle condizioni altalenanti, delle linee non sempre così evidenti e quindi avevo deciso di fare due passi con topo, che poi due non erano proprio visto che con Ellero grosso ero dovuto partire dal ponte del sale… appena arrivati ho subito intravisto una possibilità, dura ma fattibile, ma poi di nuovo il nulla fino a quest’autunno.
Inizio settembre: Ellero al minimo stagionale e quindi si attraversa alla grande, neanche 10 minuti e son di nuovo li sotto. Inizia la pulizia e purtroppo la roccia, come nel resto della valle, non è il granito a cui son abituato. Si sfalda e se c’è poco quel poco diventa nulla… i primi tentativi nonostante la caldazza vanno bene ma quando inizio ad intravedere la luce in fondo al tunnel spacco un piede fondamentale. Coglioni a terra… prova e riprova ma sia la sit, che nel frattempo è diventata estrema per me, che la parte centrale non mi entrano più! E poi c’è il problema dell’uscita, alta ma soprattutto pericolosa. Decido di dividere il lavoro in due: ogni tanto salgo con la corda per provare sopra e ogni tanto con 3 pad (!!!) per provare sotto. Le condizioni ambientali non migliorano ma vengo a capo, anche grazie all’illuminazione di Fabri, della parte sopra, non troppo dura ma aleatoria; nel frattempo la sit proprio non mi esce e quando riesco nel singolo mi blocco in continuità! Nel frattempo inizia a piovere e io inizio ad aver paura che la stagione in valle sia finita, quantomeno non si riesca più ad attraversare e quindi tutto sia da rimandare all’autunno seguente. Mi butto su altri progetti, senza troppa voglia sinceramente e neanche troppa testa perché quella era rimasta li da Berseker, quindi mi alleno per il passaggio e mi sfondo il giusto… il weekend scorso ero davvero a pezzi, stanco come non mai, e sentivo che avrei dovuto ancora una volta cambiare le carte in tavola. E poi ieri. La voglia di andare altrove era tanta, avevo paura di scontrarmi con l’ennesima giornata di sconfitte, ma sapevo anche che sarebbe stata una delle ultime possibilità del 2018 quindi decido di salire in valle. I primi tentativi sono un disastro… le condizioni son buone, fa caldo ma asciutto e l’aderenza è quella giusta e nel frattempo io mi son riposato, ma ancora non gira. Decido mio malgrado di mettere lo smartphone puntato, non posto mai video per mille motivi ma in questo caso non posso esimermi; dopo un paio d’ore passate tra smanacciate, madonne e relax mi riattacco e senza che me lo aspetti dal piccolo tridito rovescio e dalla pinza di destro riesco a bloccare e arrivare alla lametta! Dal video si vede bene che non ci credo neanche io tanto che cerco la methode per andare via, situazione di merda… riesco a riaccendere il cervello ma ancora manca il singolo alla rovescia che inaspettatamente mi è entrato a nastro tutto il giorno. Come singolo ma non in continuità! Invece la tengo e da li so che se non faccio il pirla è finita. Respiro e continuo a scalare, male perché ho la ralla a mille, ma le tengo fino all’uscita, quando so che non potrò più cadere (e che se cado in ogni caso mi ritroveranno sul posto…) e poi da li anche topo non capisce perché urli come un pirla!
Dicevo nel post di instagram che ho chiuso un cerchio con la valle e lo penso realmente. Li di linee che m’interessano veramente al momento non ne ho più ma quella prua era un tarlo, un piccolo sogno che dovevo portare a termine. Ho aperto qualche passaggio, anche li in Ellero, alcuni più belli di altri (ogni scarrafone...) ma sentivo di dover lasciare anche lì una mia piccola eredità, se così si può dire, in quel posto che mi aveva dato tanto e a cui io avevo dato moltissimo, qualcosa in più del semplice numerino ma una linea che fosse realmente, al di là di ogni dubbio, fantastica, una linea che (forse) alcuni avrebbero avuto il piacere di ripetere come io l’ho avuto su blocchi come l’Assedio, Apocalypto plus, le varie Radiologie alla casa, il Drago bianco, Krav maga e altre, linee che sono inequivocabilmente belle al di là del grado. Chi scala solo per quello forse non lo capirà mai e sinceramente penso si perda una gran bella fetta del piacere di sto gioco…
Berseker credo sia il nome azzeccato per sto passaggio, che dedico assolutamente a me stesso perché me lo merito al 110%! E stasera si riparte col moonboard…  

La linea in tutta la sua bellezza (e io pure!)

mercoledì 17 ottobre 2018

E torniamo a farci sentire ogni tanto… sendtember l’abbiamo fatto fuori e rocktober sta finendo, è quasi ora di pensare ai panettoni e neanche un mese fa si girava in mutande tra i blocchi!
Comunque, scene orride a parte, il mese è passato in pratica tra il progetto, l’allenamento autunnale e un po’ di roccia ma senza grandi sorprese. In Ellero “Berseker” procede al meglio ma purtroppo il fiume inizia a diventare problematico da attraversare e farmi il culo da sotto con pad, corda e quant’altro è fuori discussione. Va bene faticare ma inutilmente anche no grazie… comunque per il momento fatto in due parti che ancora non riesco a collegare tra loro: la sit fino a metà che penso possa valere qualcosa intorno al 7C+, davvero intensa e interessante e non sempre mi entra, e la parte sopra, niente di allucinante certo ma in particolare da stanco e con la caga di cadere può regalare emozioni forti… vedremo se riuscirò ancora a farci un giro prima dell’inverno altrimenti tutto rimandato al prossimo autunno, in ogni caso è l’unico motivo per cui al momento torno in valle.
E poi la valle Gesso, sempre più il top in zona come qualità di roccia e passaggi. Dal “Mostro” ancora non son riuscito (o forse psicologicamente mi rifiuto) a tornare e quindi il top per ora resta tetti Lup. La prua di “Come quando…” al momento è uno dei miei 2 progetti e sabato per poco non la porto a casa, non fosse stato per quel tallonaggio infame. Ma in ogni caso i passaggi quasi fatti restano comunque da fare. E con Funsu siamo saliti al pian della Casa domenica con un meteo che in basso non prometteva niente di buono e che invece su ci ha regalato una giornata con un’aderenza da vero rocktober; mi son dedicato un po’ alle foto e ripetere qualche passo già fatto, in particolare lo splendido “Toit de Jean”, rifatto con una methode diversa ma comunque il blocco in se resta un vero bastone, soprattutto per il grado molto vecchia scuola. E come sempre quel posto, soprattutto in quelle condizioni ambientali, diventa magico all’inverosimile, favoloso in ogni stagione certo ma in autunno regala davvero il meglio!
E poi chiaramente l’allenamento. Ho ripreso ad andare ogni tanto in palestra come dicevo, e al Vertigo ho ritrovato lo stesso ambiente relax di quando avevo lasciato anni fa ma soprattutto la vicinanza che non mi obbliga a macinare km ogni sera; poi moonboard come se non ci fosse un domani, alternando resistenza (circuiti, bellissimi da fare su quel pannello, o blocchi senza riposi) e tanta forza, anche a secco, cercando ancora una volta di tirare fuori il meglio per la stagione in arrivo. Ma ora è il momento, meteo permettendo, di cercare di andare il più possibile su roccia, portando avanti i 3 progetti a cui mi son volutamente limitato per questo fine 2018 in attesa di gennaio e dello sfondamento più assoluto con un altro trimestre di preparazione. Incredibile che ormai da qualche anno dica di non aver più voglia di pestare a fondo e poi mi ritrovi sempre punto a capo…

Uno dei tanti tentativi su Berseker in Ellero

E Fabri sullo stesso passaggio

Quasi a segno su "Come quando..." splendida linea ai tetti Lup

Funsu tenta lo splendido "Toit de Jean" al pian della Casa in condizioni piuttosto autunnali...

venerdì 28 settembre 2018

E finalmente le temperature son scese, decisamente, e si può tornare a bloccare senza farsi un culo della madonna. Sta settimana son tornato a provare la sit de “la virtù” a S.Anna di Valdieri, bellissimo passo made in Andre: fatta ma partendo un metro a sinistra dell’originale quindi nella mia ottica non è lo stesso passaggio. Dico questo perché evidentemente non son stato il solo a provarla (e farla?) in questo modo dai vistosi segni di magnesite ma sinceramente non ha nulla a che vedere con la diretta, ben più dura e forse anche più bella, logica non so perché tutto sommato ci sta anche questa variante; al contempo ho risalito anche la stand, sempre molto figosa e col pepe al culo nel finale, non estrema ma abbastanza psico! Deluso dall’ambiente in completo sfascio e disuso, parecchi alberi tagliati e lasciati in mezzo, apposta o meno non saprei anche se il dubbio mi è venuto, un vero peccato per un’area che nelle mezze stagioni merita parecchio…
Ed ho terminato, in anticipo, anche la stagione del Remondino. A malincuore son salito per l’ultima volta domenica scorsa più per fare un saluto che altro e per riprendermi il pad; anche st’estate ne ho approfittato un bel po’, quel posto mi regala una pace che difficilmente da altre parti trovo, anche quando (e capita spesso) non stampo un cazzo. Purtroppo credo di aver ormai fatto quello che era nelle mie possibilità lassù, senza spingermi nell’area alta che per me resta già troppo uno sbattimento in giornata, e quando torno mi trovo a ripetere passi già fatti e rifatti, penso che per la prossima estate, arrampicando ancora, dovrò cercarmi un altro posto del cuore o magari svilupparne uno ex novo come fatto ad Esischie tempo fa, vedremo.
E poi un po’ di botte prese e date al progetto in Ellero. Sabato con Fabri, le methode ormai ci son tutte, ora ho voglia di tornare con le giuste temperature per provare a metterle insieme: duro é duro, quantomeno per me, bello pure, ci terrei davvero a portarlo a termine. Quello e il ritorno dal Mostro sit (anche quello preso d’assalto in questa fine estate, senza successo, da qualche giovane col livello, segno che è un bel bastone) son gli obbiettivi principali di st’autunno prima di dedicarmi per l’inverno forse ad altro, sempre arrampicata naturalmente, ma non blocchi.
E niente, l’allenamento continua, mi sto dedicando in particolare a qualche punto debole che continua ad assillarmi, un mesetto a spingere per provare ad alzare un pelo l’asticella e togliermi qualche soddisfazione che, son onesto, da qualche tempo manca e la testa inizia a soffrirne. Ma il weekend si va a Chamonix a testimoniare un altro amico che si è fatto mettere le manette… fiestaaaaaaaa!

lunedì 17 settembre 2018

Da parecchio che non torno su ste pagine… non che ci sia molto da dire. Quest’anno sto faticando parecchio a risalire con la motivazione giusta post-ferie, non che non abbia più fatto niente, anzi, ma in modo abbastanza scazzato sinceramente… qualche puntata in montagna, qualche corsetta, un po’ di blocchi fuori, come sempre tanto muro.
La cosa su cui mi son accanito di più è stato sicuramente il progetto in Ellero, Berseker project. Mi piacciono i nomi pomposi, ti fanno sentire un po’ l’Hukkataival di turno, almeno sui nomi dei blocchi ecco. In ogni caso una linea davvero molto bella a cui tengo in modo particolare; già arrivarci da solo, con 2 pad, il materiale e la corda non è che sia una delle cose più semplici, provarla lo è sicuramente meno e purtroppo la roccia una volta ripulita si è dimostrata ancor più povera di roba tenibile di quanto immaginassi. Nelle prime due sedute ero sicuro di poterla fare, la stand già mi era uscita e il primo movimento una volta ogni trenta mi entrava quindi le possibilità di stamparla, seppur basse c’erano, ma poi… poi è saltato un piede, fondamentale, e anche la stand è diventata un palo niente male. L’uscita poi è da brivido, tutto insieme invoglia proprio ecco… sabato scorso son tornato a provare, ho rimesso insieme la stand, ora decisamente più dura di prima (mi entra si e no una volta ogni 10, da fresco), la sit come prima resta un dito in culo. L’uscita senza corda non ho ancora avuto le palle di tentarla. Vero è che anche le condizioni al momento non son delle migliori, ho voluto apposta iniziare a provarla in settembre per trovarmici sopra con aderenza di merda e trovare lungo per poi sorprendermi in autunno (le tattiche, quelle giuste), ma non mi sento di dare la colpa solo a questo. E duro, con ogni condizione. E quindi come sempre quando cerco di far risalire la ralla l’unico modo che per me può funzionare è quello di arrivare a sentire la merda alla gola e darmi un motivo per uscire dalla fossa. La merda alla gola l’ho sentita ieri ad Ailefroide, quando non sei in giornata è un conto ma quando arrampichi come me ieri sei proprio fuori posto, anzi stai proprio facendo lo sport sbagliato. Quindi la soluzione è allenarsi, darci dentro, sfondarmi e spegnere il cervello. Un mesetto di pura sofferenza è quello che ci vuole, un po’ di sana ignoranza a testa bassa. Peccato non aver più vent’anni altrimenti mi farei anche 2 sessions al giorno, a 40 una sola basta e avanza per sentirsi una merda il giorno dopo…
Quest’anno inoltre voglio cambiare un po’ le serate autunnali in attesa del trimestre invernale di devastazione. Basta solo e sempre moonboard, pur restando il top ho bisogno di staccare un po’ e girare nuovamente in qualche palestra. Chiaro che non ho più per le palle di far chilometri come un tempo, quindi il raggio d’azione in settimana si limiterà alle Vele a Chiusa oppure al Vertigo a Pollenzo, non oltre, piuttosto sto a casa, ma ho bisogno di variare blocchi, prensioni, di far un po’ di resistenza che vada oltre i 5 movimenti. E poi si vedrà… ho troppe idee in testa, non tutte inerenti il boulder per fortuna.

mercoledì 22 agosto 2018

GSNP

Il Grand Sablat è una di quelle aree che ti lascia letteralmente a bocca aperta fin da subito, appena scendi dalla macchina. Un po’ perché immagini o già conosci l’avvicinamento che ti attende ma soprattutto perché da ogni parte ti guardi intorno tutto è tanto, troppo: neve, ghiacciai, pareti inesplorate, la quota. Io adoro gli Ecrins, ho sempre trovato che sia un massiccio che può dare ancora gradi possibilità di “perdersi” pur essendo nel cuore dell’Europa continentale, a differenza del Bianco dove ormai tutto è standardizzato alla massa dei turisti. Hai una quantità di 4.000 enorme, un sacco di bellissimi paesi di fondovalle, stazioni sciistiche che in estate fanno cagare (personalmente) ma che in inverno son tra le migliori d’Europa, una flora e una fauna fantastiche in ogni stagione. Insomma, alla fine a poche ore da qui c’è un mondo che la maggior parte di noi non conosce e spesso snobba… e un viaggio nel viaggio senza esser costretti a spostamenti enormi che onestamente in estate ho perso la voglia di fare, per i costi e per la bolgia di caproni che s’incontrano.
La difficoltà più grossa alla fine è stata proprio trovare l’area blocchi. Intanto per qualsiasi umano della razza boulderensis li ci sarebbe un potenziale vastissimo a pochi minuti dalla macchina. Arrivi al colle dove si lascia l’auto e poco sopra ci son massi che potrebbero far sopravvivere qualche generazione di mediocri come me, ma no non c’interessano… allora ti metti in cammino e ricordi da subito la bellezza dei sentieri francesi, lunghi saliscendi che in teoria non dovrebbero far affaticare ne in salita ne al rientro ma che invece smarronano solo e sempre (un po’ come i francesi stessi del resto…). E dopo un 30 minuti arrivi ai piedi di una pietraia con altri massi enormi e ti s’illumina l’occhietto… ma no, neanche questi c’interessano… allora prosegui e dopo altri 40 minuti arrivi ad una cascata e altri massi stupendi… ma no, neanche questi son i nostri (in realtà sarebbe il primo settore, ma l’abbiamo bypassato bellamente). E inizi a salire seriamente, con un ambiente sempre magnifico intorno e assolutamente nessuno in giro, nonostante noi fossimo li a metà agosto! Intanto il ghiacciaio del Sablat si inizia a vedere (eccheccazzo!) e quindi si accende la speranza di esser quasi arrivati… ma no, dal colletto vedi i massi che ti aspettano, splendidi, ma una bella spianata piena d’acqua è l’ultimo ostacolo… e finalmente, dopo un’ora e mezza abbondante, senza pad e viaggiando il giusto, arrivi al famosissimo Paquebot, forse il masso simbolo dell’area stessa. Finchè non ci sei sotto non riesci a farti un’idea precisa di quanto cazzo sia enorme, assolutamente grandioso: un lato che fa tetto per forse 15-20 metri, sotto cui trovi 6-7 pad, stoviglie, caffettiera, un lato con roba più semplice, il retro con le LINEE del posto, strapiombante il giusto, e una parte con qualche linea un po’ anonima e le linee di discesa. E tutt’intorno centinaia di massi, perlopiù da valorizzare, dove ci starebbero bene anche dei monotiri! Son sincero, io ed Elena il primo giorno ci siamo persi e nonostante le indicazioni di Andre (li il telefono prende a manetta, pure internet… tanto per non dimenticare di essere nerd!) alla fine siamo tornati indietro dopo un pellegrinaggio con 2 pad sulla schiena e gli zaini. Sconsigliato…. Meglio viaggiare leggeri, un pad in 2 e un solo zaino, tanto su come detto 6-7 pad a disposizione ci sono! E se si decide di dormire su quella alla fine è la soluzione super, Andre e Edo l’hanno fatto quindi il problema dei lupi non si pone… comunque, come detto, dopo un primo giorno catastrofico, ci siamo ritrovati sotto il Paquebot io, Elena, topo, Ale, Andre e Edo. La mia idea era fare l’arete Ouest ma devi esser li al mattino presto in quel periodo e avere voglia di fissarti su un passaggio, voglia che a me non è venuta per nulla. Quindi riscaldamento su un 6B che pareva più un 7A e un 6C che aveva tanto l’aria di un 7B (e infatti sit come da guida nessuno di noi l’ha fatto…) ci siamo messi su Fakyr, uno dei passi simbolo dell’area. Allora, bisogna subito dire che qui se non ti piace l’altezza sotto il culo e i gradi stretti è meglio non venirci… infatti il passo è 7C o poco più, alla portata bene o male di tutti, soprattutto di chi era con me… bene, è restato da fare… la bellezza dei movimenti e della linea peraltro non si discute! Poco dopo tutti da Pyromane, noi a provarlo in versione stand (intorno all’8A) e Edo in versione sit. Lui ci è andato davvero vicinissimo dal farlo, un 8B che comunque a vedere è davvero tosto, la versione stand invece l’ha portata a casa solo Andre… ma la mia idea a quel punto era provare quanti più passi possibili per poi tornare, senza fissarmi su uno solo. Fatti altri 2 passaggi, uno bello l’altro decisamente inutile, abbiamo deciso che la nostra giornata poteva finire li… o quasi, dato che ci attendeva il rientro alla macchina che uno crede sia meglio della salita mattutina ma come già detto, in virtù della tracciatura francese, è praticamente uguale, se non peggio… devastante, soprattutto dopo diverse ore d’arrampicata, ma la sofferenza è del tutto ripagata, assolutamente, tanto che già ora ho voglia di tornare!
Logistica: allora, da Dogliani noi siamo passati dal Monginevro per poi scendere a Briancon e risalire il Lautaret, altre opzioni forse più comode da Cuneo sicuramente Colle della Maddalena o Colle dell’Agnello. Al col de Sarenne (che mi sentirei di sconsigliare col camper, ma è una mia opinione) si può campeggiare e c’è anche acqua corrente a portata di mano, altrimenti campeggio a valle a Venosc, che sinceramente credo sia la soluzione peggiore dato che non è propriamente vicino e quindi ogni giorno si è obbligati a risalire per quasi un’ora in macchina e infine come abbiamo fatto io ed Elena, ovvero studiò economico all’alpe d’Huez (se si è 4-5 persone con 25-30 euri a cranio/notte ti togli la paura), collegata al col de Sarenne da 10 minuti di auto. Quest’ultima soluzione è sicuramente la più comodosa, doccia e letto alla sera, ma chiaro che ogni giorno tocca fare l’avvicinamento, quindi alla fine se si è un bel gruppo la soluzione migliore resta portarsi tutto dietro e dormire su.
Lato arrampicatorio: la roccia è magnifica, sempre solida e generalmente con buon grip (e cazzo a 2.400 metri ci manca solo…). Soprattutto tacche, tante, e qualche piattone, cadute buone ma da altezze importanti, gradi stretti il giusto (Remondino style e anche peggio a volte), poca roba sul 6 ma tante possibilità di fare, potenziale espresso credo del 5%. La guida che si trova online serve giusto a vedere dove siano le linee, inutile per l’avvicinamento, local in giro non ne ho visti. Come detto sopra li ci son 6-7 pad da mediocri a buoni e pentolame vario, i temporali pomeridiani in estate son all’ordine del giorno chiaramente (e non auguro a nessuno di prenderne li, roccia ferrosa), ma le possibilità di riparo son tantissime. Acqua di scioglimento presumo potabile, Andre non è morto quindi direi che sia bevibile.
In definitiva uno dei posti migliori che abbia visto in giro sicuramente, per ambiente, qualità dei passaggi e roccia, al top in estate e credo autunno ma ci vuole tanta voglia di farsi il culo a 360°!

In primis (meritata) la foto della fotografa ufficiale e ufficiosa nonché portatrice d'alta quota... a seguire un po' di scatti sparsi!























lunedì 23 luglio 2018

L’anno scorso i cani erano tre ma me n’ero accorto in tempo per smandibolarne uno e cacciarli tutti questa volta invece non è andata tanto bene… purtroppo siamo stati (io e topo) presi di mira senza troppo preavviso e l’unica cosa che son riuscito a fare è stata quella di staccarli con l’acqua ma era già troppo tardi. Tempo di caricare il mio sulla macchina e di cacciare l’altro ed eravamo già in viaggio verso l’ambulatorio veterinario.
Non sto a raccontare l’estrema scortesia dei padroni del cane, ormai mi sembra scontato aver a che fare con persone insensibili e cattive dentro (d’altra parte se non abbiamo più un minimo di sensibilità verso gli esseri umani come possiamo immaginare di averla con gli animali…), tantomeno tutto il resto del percorso per poter fare una denuncia, che tra l’altro non so neanche se mi servirà per recuperare i soldi spesi finora e che ancora dovrò spendere. Più che altro quello che penso è che come in tante, tutte le situazioni italiote si debba comunque e sempre arrivare all’estremo, al morto o al ferito, per porci delle domande e soprattutto per dare in pasto qualcosa per un po’ di tempo alla stampa. Perché un cane libero si trovava a chilometri da casa? Io adoro gli animali, chi mi conosce sa che li amo decisamente molto più degli uomini, ma resto fermo nell’idea che sempre di animali si tratta e quindi non possiamo permetterci il lusso di credere che possano pensare e agire come e meglio di noi (anche se a volte accade). L’animale è istinto puro, stop. Noi l’istinto non sappiamo neanche più cosa sia, per cui non possiamo neanche lontanamente capire come possano ragionare in determinate situazioni. Ma se io fossi stato una persona in giro per monti e magari con una normale paura dei cani che tanti hanno? O peggio se fossi stato un genitore con un bambino? Cosa avrei potuto fare? e allora ci saremmo chiesti il perché, i cani sarebbero diventanti improvvisamente tutti animali killer, ne avremmo soppresso uno credendo di aver risolto il problema senza capire che alla radice dello stesso non c’è l’animale ma il padrone, l’uomo, in tutta la sua stupidità. Bisognerebbe avere ogni tanto il cervello di pensare che non tutti son adatti ad avere un animale, bisognerebbe avere la testa di capire che non è un oggetto ma un trudy in carne ed ossa che può diventare un’arma decisamente pericolosa.
Mi ha fatto ragionare il fatto che tanti che mi abbiano scritto in questo weekend di essersi trovati in situazioni simili anche più di una volta. E normale? No non credo, ma come ormai ci siamo abituati a vedere, non cercare di capire e passare oltre, siamo sempre in attesa che qualcuno reagisca al posto nostro e che risolva il problema per noi. Io stesso mi ci metto in questa cerchia, perché ammetto che fino a venerdì quando il problema è stato più grave, le altre volte ho sempre tirato giù il boccone senza fiatare, tutte le volte che son in giro per campagne o monti e che mi son trovato faccia a faccia con un altro cane, a volte più piccolo e mi è andata bene, altre volte più grande e ho cercato di farla andare bene… ci giriamo dall’altra e speriamo che non capiti a noi… comunque topo ora sta meglio, sto pensando seriamente di attrezzarmi adeguatamente per fare in modo che non capiti più perché se la soluzione e fare il Walker Texas Ranger di turno, pace, mi adeguerò, ma non dovrà più capitare perché altrimenti sarò il primo a sentirmi in colpa quando al posto di un cane ci sarà una persona e tutti sapevano ma nessuno aveva fatto nulla.
Per quanto riguarda l’arrampicata niente di che, un mese passato ad allenarmi seriamente e che mi ha sfiancato il giusto, ora provo a mettere a frutto. Siamo stati un po’ al Remondino e ieri finalmente son tornato a Frise dopo anni con l’idea di provare finalmente la bellissima “Intifada”. Prima che iniziasse il diluvio non è andata male, son caduto come un babbo alla tacchettina alta prima del bordo (cazzo…), chissà magari ci tornerò più avanti per riprovare se mi prenderà bene; sicuro è che si tratta di un blocco decisamente strepitoso e che la methode originale è ben più dura della pussy methode di Andre, io mi son adeguato chiaramente e ho scelto la seconda! Tante belle novità li intorno, la roccia magari non è magnifica ma certo è che se abitassi più vicino sarebbe un bel sostituto del moon!




giovedì 5 luglio 2018

Testa bassa e avanti, sempre in giro a far blocchi di quelli come dio comanda. Un paio di settimane fa neanche la pioggia ci ha fermato, gran compagnia con Funsu, Ale, Andre e Michele al settore wonderful ognuno a provare il suo, sotto il diluvio come se non ci fosse un domani! Funsu e Michele  alla grande mettono dei bei tentativi su “New power generation” nonostante l’umidazza che di certo non aiutava, mentre io e Ale ci buttiamo su “Night session”: da parte mia non trovo difficoltà enormi se non nel movimento ad andare di destro alla piatta che trovo una merda allucinante mentre Ale alla fine lo risolve con la Tallo-methode, sempre molto bella ma meno spettacolosa dell’originale. Che sia più facile ho i miei dubbi ma loro dicono così… chiaro che se le tieni e le blocchi basse senza problemi sarà pure ma io sta methode la trovo abbastanza una mina, tanto che continuo a provarla nel modo classico. Bel blocco, alla fine con Andre a schiaffoni in terra c’impuntiamo e forse troviamo una terza methode per passare, boh alla fine basta farli i blocchi. E io non l’ho fatto… magari st’autunno mi prenderà voglia di tornarci.
E poi moonboard-trave-pan, moonboard-trave-pan in un continuo loop, mi basta poco per divertirmi alla fine no? anche se la vera goduria è la roccia, quella figa, la quota, quella sfiancante, e il paesaggio, quello da cartolina e quindi sabato con Ale ed Elena siamo tornati al Lausfer, l’area che avevo iniziato a sviluppare l’anno scorso dove praticamente hai tutto quanto sopra e anche di più. Devo dire che stavolta l’ho patita particolarmente la quota, dopo un inverno passato ad altezza mare…comunque riscaldo veloce e via a provare qualche robetta nuova. Subito una prua di quelle da video, ma purtroppo la neve intorno ai massi era già sparita per cui le cadute spesso risultavano mortali con soli due pad (dalle foto sotto togliete ancora un paio di metri dal livello neve…), quindi la prua oltre che dura era anche pericolosa, risultato: ci torniamo più avanti che l’elicottero a sto giro è meglio non chiamarlo. Girato l’angolo ci buttiamo su un bel muro, dove onestamente io non avevo visto niente di niente mentre Ale scova un paio di rasoi da tenere. Un bel passo che già in piedi ha il suo perché mentre da sit diventa un vero palo, oltre l’8 secondo lui, e io mi fido! Fatto questo passiamo ad un tetto scovato e pulito lo scorso anno che a prima vista ti sembra facile per poi darti un calcio in culo non appena ti ci attacchi; la sit mediana sarà intorno al 7B mentre da sotto il tetto diventa un mostro oltre l’8 (sempre secondo Ale, e io continuo a fidarmi ciecamente) e la figata è che volendo è ancora allungabile! Da qui io getto la spugna, la testa va per i cazzi suoi e non ce la faccio davvero più, mentre Ale libera ancora un bel muro rossastro alto il giusto e a vedere neanche troppo facile ma parecchio estetico. Si torna verso il basso per facili roccette (si dice così no quando sei in merda in parete!?!) e diamo ancora un’occhiata nel settore basso al muro rosso già su Boulderdoc in odore di progetti: le linee ci sono sicuramente, non per me direi perché oltre come difficoltà e di un ditoso che non sto a spiegare, ma le linee ci sono e son pure a 5 stelle. E non c’è neanche troppo da camminare.
E infine ieri, altro pomeriggio passato nell’ufficio all’aperto. Nuovo blocco trovato da Ale in riva al fiume in val Grana, ideale per le mezze giornate ma soprattutto le serate, fresco e con una roccia splendida: si arrampica su piattoni ma non di pietra di fiume bensì dolomia lavorata e con grana fine (ma dolorosa a lungo andare). Iniziamo con il riscaldamento che ha già un suo perché, a vederli da fuori i blocchi sembrano tutti facili poi quando ci sei dentro bestemmi… poco dopo primo passo nuovo, un bel 7boh in tetto con ristabilimento a sorpresa, allungabile da sotto e davvero divertente e che ho fatto anche con uscita sinistra sulla prua (il bello di sto masso è anche che ci son un sacco di combinazioni diverse fattibili!). altro passo sempre sul 7bho con stessa partenza ma uscita diretta in tetto, sotto tacche sopra piatte! Goduria… e poi i progetti col pelo, di quelli che io guardo e a volte provo per farmi due risate, bellissimi, logici e straduri. Risultato: una figata di pomeriggio finito alle 20 per me e andato ad oltranza per Ale e Michele, devasto totale e stasera tocca allenarsi… non vedo l’oraaaaaaaa!


Michele in un bel tentativo NPG
 
Andre fa salire un po' di sangue al cervello su Night
Un po' di foto sul muro limaunghie del lausfer



 
La prua killer


Tetto in versione 7B...


... e prolungamento da sotto

 
E poi un po' di foto del masso in val Grana