mercoledì 31 luglio 2013

VALLE GESSO


Nel cuneese, purtroppo per noi, non abbiamo posti come lo Zillertal o Magic Wood, tantomeno la roccia di Chironico o Cresciano, ma alla fin fine non siamo neanche così mal messi come si possa credere per quanto riguarda il boulder! Tanti posti sparsi, il potenziale non è moltissimo certo ma aree come la val Ellero, il Mombracco e la relativa vicinanza a posti più “importanti” e rinomati come Varazze o Annot ci permettono di spellarci le mani a dovere per cui non ci si può lamentare.
Sicuramente, se proprio si cerca una valle paragonabile a siti ben più famosi (se proprio dobbiamo fare dei paragoni! A me non piacciono ma pare vadano di moda…) la valle Gesso è quella che ha il maggior potenziale sviluppabile in Granda, oltre ai numerosi passaggi già puliti, saliti e recensiti fino ad ora. Roccia straordinaria,  dallo gneiss aggressivo dell’alta valle a quello a grana più fine o addirittura slavato dall’acqua delle aree basse, altitudini diverse che consentono di arrampicare se non proprio tutto l’anno poco ci manca, tipologia di passaggi diversi, piattone, tacche, muri verticali o grandi strapiombi, in definitiva un po’ tutto quello che si può cercare o volere. Moltissime aree sono state frequentate decenni fa, addirittura durante l’ultima guerra mondiale e da grandi nomi dell’alpinismo mondiale, altre invece sono ben più recenti ed ancora in corso di valorizzazione: si va dalle aree in quota dei rifugi Remondino e Bozano (quest’ultimo ancora poco sviluppato) e del pian del Valasco, a quelle intermedie come pian della Casa o San Giacomo classico, per scendere fino ai tetti Lup, la Colonia, Sangia News, Bellerofonte solo per citare i più famosi. Per ora il livello non va al di là l’8A+, con le dovute cautele del caso e del primo salitore, ma sicuramente le possibilità di andare oltre non mancano, forse manca solo la voglia di scoprire e lavorare quando è ben più facile trovare tutto fatto, ma comunque al di là della polemica fine a se stessa qui si può metter mano a blocchi storici di Nardi, Massari, Stazio e Torielli (semi sconosciuto ai più ma moooolto forte, provare per credere alcuni sui “6”…) fino ad arrivare alle recenti salite made in Core per andare a scomodare gradi olimpionici. Ultimamente i più attivi sono stati il mitico Paulo Bertolotto, che ai tempi aveva avviato un bellissimo progetto di recensione, e il furente Ale Penna, che sale tutto il salibile e soprattutto si sta dando parecchio da fare per valorizzare l’area del Remondino, rimasta per anni nel dimenticatoio.
Una prima e grossolana classificazione della vallata potrebbe partire dalla suddivisione in valle Gesso della Valletta e valle Gesso di Entracque dalla biforcazione principale che si origina poco dopo Valdieri: giusto per chiarire la prima procede in direzione di Sant’Anna di Valdieri, la seconda in direzione Entracque. Qui di seguito un’ulteriore elenco per vallata partendo dai siti più in quota e maggiormente conosciuti:
VALLE GESSO DELLA VALLETTA
·         Area Remondino: poco sotto il rifugio omonimo una bellissima spianata di massi enormi. In corso di sviluppo da un paio d’anni a questa parte per merito di Claudia Colonia e Alessandro Penna, era già stata valorizzata soprattutto nelle linee più evidenti da Torielli & co e recensito parzialmente su Boulderdoc. Molte chicche per ora fino al 7C+, cadute non sempre buone e tipo di arrampicata prevalente su tacche; l’esposizione e la quota lo rendono frequentabile in estate ed autunno non troppo inoltrato, avvicinamento 40-45 minuti su sentiero.
·         Pian del Valasco: anche questo recensito su Boulderdoc e parecchio frequentato negli anni 80-90, ora come ora risulta quasi dimenticato. Un peccato, perché soprattutto sui gradi medio-bassi è stupendo ed oltretutto il posto è favoloso. Bellissimo lo spigolo liberato da Matteo Gambaro e la traversata bassa di Giova Massari su un masso a bordo prato, ma occhio alle cadute (spit in cima)! Esposizione e quota per arrampicata estiva e autunnale, avvicinamento piacevole di 30-35 minuti su mulattiera.
·         Rifugio Bozano: poco sotto il Corno Stella, attaccato al rifugio stesso, un’area che in realtà non è mai stata sviluppata per il boulder fine a se stesso. Peccato, perché il potenziale c’è ma è anche vero che arrivare fin qui con un materasso sulla schiena è piuttosto stancante… area assolutamente estiva, avvicinamento lungo e faticoso!
·         Pian della Casa: sicuramente l’area più conosciuta e storica della valle, una vera perla. Recensita da Boulderdoc e in un bellissimo topò di Paulo ancora scaricabile online, è semplicemente perfetta: cadute ottime, passaggi bellissimi, roccia molto aggressiva. Sviluppata a partire dagli anni 80 da Nardi, Massari e la banda dei Monregalesi credo che praticamente abbia esaurito il suo potenziale con la salita di “The Twins” da parte di Ale, l’ultimo grande progetto aperto. Molte chicche da provare, su tutte “King Kong”, il passaggio del cuneese sul livello medio a mio parere più bello; avvicinamento nullo, frequentabile dall’estate fino all’autunno inoltrato.
·         Tetti Lup: quest’area di suddivide in 2 settori, sopra la strada quello storico e coi passaggi più facili, quello sottostante più recente e con i passaggi più impegnativi. Purtroppo davvero poco frequentato, anche se meriterebbe di più visto che è davvero interessante. Assolutamente da andarci in primavera (neve e valanghe permettendo) o autunno, in estate sembra d’essere nella foresta amazzonica. Avvicinamento nullo.
·         Area della Colonia: pulito di recente e valorizzato soprattutto da Paulo, si suddivide in diverse sotto-aree. Alcuni massi presentavano delle linee chiodate e recensite su una vecchia guida del cuneese, non fidarsi degli spit presenti se non si hanno istinti suicidi! Bellissimo il masso isolato a bordo strada, vicino ad una presa dell’acquedotto, dove Core durante una sua visita ha liberato 2 superpassaggi, “Jumpy Jumper” e “Magic Land”, entrambi 8A ed entrambi stratosferici! Sul masso della Colonia di nuovo passaggi di Core fino al 7C e la bellissima traversata di Paulo “Kung Fu Tanga”; ultimamente caduto un po’ nel dimenticatoio, avvicinamento nullo e frequentabile in primavera e autunno.
Aree minori: traverso di Valdieri, massi delle terme, area del lagarot di Lorousa, sentiero per il bivacco Barbero  
VALLE GESSO DI ENTRACQUE
·         Sangiacomo, area classica: già recensita su Boulderdoc e rivalorizzata negli ultimi anni prima da Giova poi da Paulo è sicuramente l’area più bella e meritevole di questa fetta di valle. Roccia aggressiva e cadute perlopiù buone con passaggi fino al 7C offre un potenziale non ancora del tutto esaurito. Purtroppo l’esposizione e la collocazione fanno sì che non sia frequentabile per lunghi periodi: ad inizio stagione, essendo proprio in direzione di un cono valanghifero, resta fino a tardi sotto la neve mentre l’estate è torrida, ideale in autunno. Avvicinamento 10 minuti su mulattiera per arrivare al primo settore, altri 5 minuti per il secondo che resta su un pianoro sopra la strada.
 
·         Masso della Madonnina: masso isolato a bordo strada valorizzato in modo impeccabile da Stazio con passaggi divertenti su roccia assolutamente non aggressiva. Unica pecca, se non si conoscono i passaggi, le molte eliminanti; frequentabile in estate e autunno, avvicinamento 5 minuti su asfalto (la macchina bisogna lasciarla al parcheggio del rifugio Ellena!)
 
·         Sangia News: un altro bellissimo masso isolato vicino al fiume con passaggi davvero meritevoli frutto di una straordinaria opera di pulizia fatta sempre da Stazio. Da provare “The Dog”, una linea logica e davvero divertente; avvicinamento 10 minuti, passerella a monte, arrampicabile in estate ed autunno
 
·         Bellerofonte: gruppetto di massi lavorati dall’acqua sotto la strada per il rifugio Ellena. Settore composto da una grotta che spesso soffre dell’umidità del posto è che offre chicche come “Big Fish” e “Bellerofonte”, by Core, e a lato dal bellissimo muro di Tekuni. Avvicinamento nullo, frequentabile a mio parere solo in autunno, l’estate è troppo calda se non di sera.

Aree minori: lago del Vej del Bouc, rifugio Pagarì, rifugio Genova

In definitiva, una bellissima valle che affianca alle migliori arrampicate classiche in quota che si possano trovare in provincia anche la possibilità di fare blocchi seriamente. Bisogna ricordarsi però prima di ogni altra cosa, anche prima dello score da compilare su 8a.nu, che si è in un parco quindi quando possibile cagate a casa vostra, il nastro in terra non serve a un cazzo se non a prenderle seriamente se qualcuno incazzato vi vede abbandonarlo e scavare sui blocchi è totalmente inutile, far boulder non significa questo e se non l’avete ancora capito lasciate perdere!

lunedì 29 luglio 2013

AILEFROIDE


La sveglia stamattina è più dolorosa che mai. Ho tutti i muscoli rivoltati, le dita gonfie e doloranti ma soprattutto ancora la testa ad Ailefroide… ogni volta che ci torno resto sempre piacevolmente stupito dalla bellezza del posto, al di là dell’arrampicata, perché puoi fare quello che vuoi o anche semplicemente svaccarti è comunque resta stupendo.
Questa volta siamo insieme a Laura e Lorenzo, ottima compagnia, praticamente siamo stati mantenuti due giorni in modo meraviglioso (non ringrazieremo mai abbastanza!) e il campeggio come sempre è il migliore sotto ogni punto di vista. Sveglia presto sabato mattina, molto presto, ma il viaggio va via veloce e leggero tanto che arriviamo su in mattinata e tempo di metter su la tenda e fare colazione (che nel frattempo ci era stata preparata!) e siamo già caldi e pronti per iniziare a disfarci sui blocchi. Il caldo anche qui si fa sentire in modo pesante, quindi la meta del mattino è il settore Philémon all’ombra del bosco, dopo un veloce riscaldamento alla Steppe anche per verificarne le condizioni dato che ad inizio giugno era ancora sotto quasi un metro di neve. Faccio un po’ da guida del posto a Lorenzo, indicandogli i passaggi che avevo trovato più belli, e lui si mangia veloce la bella prua di “Probar”; secondo obiettivo è un 7B+ che resta poco di fianco, di cui però non capiamo ne linea ne méthode ma che ci fa arrivare a pranzo già belli disfatti. Lorenzo dal canto suo fa ancora qualche tentativo su “Petrolland”, che avevo fatto lo scorso anno, e poi sale velocissimo su “Maroual Chamak”. Io invece provo una connessione nuova e carina, che non è sulla guida ma che mi sembra interessante: mi sfugge l’uscita, ma è fattibile. Basta, per il momento va bene così, rimandiamo al tardo pomeriggio con condizioni si spera migliori…
Aspettiamo che il sole scenda dietro la parete per partire di nuovo in direzione del settore Manu e provare un bellissimo 7C+, “King moi”: i singoli non faticano ad arrivare e il passaggio è davvero stratosferico ed estetico, oltreché bello da arrampicare con tacche che già sono furenti normalmente ma dopo una giornata di sole portano via la pelle che è un piacere. Mi manca un solo singolo in alto che devo capire più che riuscire a fare e direi che la prossima volta il passaggio potrei anche portarlo a casa! Ormai sera scendiamo in paese, con una veloce sosta alla Plaque solo per constatare che davvero non ne abbiamo più… ci aspetta una piacevolissima serata in camper, con un’ottima cena, tanta birra e un finale a base di genzianella a fiumi e un gioco di carte che mette a dura prova la mia già limitata comprensione.
Il mattino dopo ci svegliamo abbastanza presto per sfruttare il fresco del mattino e provare a salire alla Steppe per finalmente buttare qualche tentativo su “les Pénitents du Glacier” sit, una linea che già da parecchio avevo in programma di provare con movimenti che effettivamente risultano duri dall’inizio alla fine, decisamente un altro livello rispetto ai passaggi di grado simile provati qui. Lorenzo tira fuori una pinzata salvatrice di destro, che fa decisamente la differenza; il corpo non risponde granché, sfatti ancora dal giorno prima, ma i giri si susseguono e le méthodes entrano bene, in piedi si fa senza dubbio, ma il sit resta un problema. Per fortuna le condizioni sono decisamente buone per il mese di luglio, tira vento anche freddo ed è coperto, quindi un po’ ci spiace per le ragazze che sono salite al ghiacciaio, ma diciamo che il dispiacere è sostituito dalla soddisfazione di poter arrampicare con un po’ d’aderenza! Anche qui un altro progetto aperto per la prossima volta, un blocco bellissimo davvero: conto di tornare con condizioni migliori in settembre e provarlo seriamente, fare un week end lungo con la ferma intenzione di salire King moi e les Pénitents, decisamente due dei migliori blocchi che abbia provato ultimamente.
Lo stimolo inizia rapidamente a scendere, quindi con Lorenzo ripeto la “Proue” lì vicino, davvero un bel passaggio (questa volta ho usato i piedi…), e poi scendiamo alla Capitale per vedere ancora un paio di blocchi, ma davvero non ne abbiamo più, da parecchio non mi sentivo così distrutto! La cosa che mi ha fatto più piacere in assoluto è stata che nonostante fossi partito da casa dopo un periodo segnato da pochissima voglia di arrampicare qui ho ritrovato piacere nel provare seriamente dei blocchi duri, piacere nel fare boulder come mi mancava da un po’! Ripeto non ringrazieremo mai abbastanza Laura e Lore che ci hanno proprio viziati per due giorni, davvero una grande compagnia, per il resto speriamo di ripetere quanto prima l’esperienza (e magari salire anche qualche passaggio!).

venerdì 26 luglio 2013

SUGNA

Caldo, scazzo, sonno: riassumendo potrebbero essere le parole che identificano le mie ultime giornate. Il tormentone dell’estate, un po’ il mio “sole, cuore, amore”, peccato non siano propriamente il simbolo dell’ottimismo. Ho continuato imperterrito ad allenarmi, cercando almeno di mettere un po’ di fieno da parte in attesa, si spera, di tempi migliori, ma ora il caldo è davvero troppo opprimente, quindi basta; arrampicare fuori OK, ma senza troppa convinzione purtroppo e neanche tanta voglia sinceramente, a volte è quasi più un doverlo fare piuttosto che un volere reale. Ho voglia di cambiare un po’, tornare a fare anche un po’ di corda, mettere qualche movimento in sequenza e non provare sempre solo lo stesso identico singolo neanche fossi un ingranaggio rotto.

Comunque, tanto per smentirmi, ieri valle Gesso, con la ferma convinzione di salire al Remondino a provare qualche nuovo passaggio uscito dal cappello di Ale e Claudia e magari trovare anche un po’ di aderenza. Purtroppo arrivato al parcheggio, alle 13.30 del pomeriggio, il sole è implacabile e la voglia di farmi 40 minuti di cammino per poi arrivare su totalmente scoppio mi passa subito… quindi veloce ripiego al pian della Casa, dove praticamente conosco ormai a memoria ogni singolo granello di roccia, anche le marmotte mi chiamano per nome! Veloce riscaldamento e poi qualche tentativo su “the twins”, ma purtroppo non avevo neanche il tempo di smagnesare che già mi trovavo di nuovo le dita bagnate. Di tenere la tacca alta neanche a sognarlo, quindi prima di arrivare al sangue decido di sfruttare la perturbazione in arrivo e fare qualche tentativo su “Ambrosia” col cielo coperto. Passaggio stratosferico by Core, la prima parte in comune con “King Kong” sit per poi proseguire a destra verso il diedro invece di risalire la prua: diciamo che le condizioni non sono proprio da piattoni sfuggenti, ma tutto sommato credevo peggio! I miei tentativi assomigliano molto al gioco della talpa, appena esce il sole io scappo all’ombra, appena tornano le nuvole mi attacco, rido da solo figuriamoci gli escursionisti che vedono un coglione fare queste toccate e fughe. La prima parte già la conosco avendo fatto il 7B, la seconda per nulla ma i singoli entrano abbastanza bene e anche se poi mettere tutto in sequenza sarà sicuramente un altro paio di maniche sono fiducioso. La pelle però va via che è un piacere con sto caldazzo e la roccia aggressiva di qui, per cui mollo tutto in attesa di condizioni autunnali migliori, quando sicuramente con la mia testa di cazzo avrò dimenticato totalmente le mèthodes trovate. Vabbè peccato per il Remondino ma bene per il ripiego trovato e sto fine settimana si torna ad Ailefroide in ottima compagnia a festeggiare un po’ e naturalmente a scalare anche se comunque ieri sera la corda usciva già da sola dall’armadio…  

PS: lo scorso fine settimana eravamo tutti a Sant’Anna di Vinadio e Ale ha ripetuto la mia “Giudizio universale”, confermando la bellezza della linea e dei movimenti! Son davvero contento, finalmente!

martedì 16 luglio 2013

SPOT SCONOSCIUTI: SANT'ANNA DI VINADIO



Panoramica, by Lorenzo Viada
 
Insieme a Rastello è sicuramente il posto a cui sono legato di più tra quelli del cuneese e per diversi motivi: ho contribuito nel mio piccolo a valorizzarlo, c’ho trascorso dei momenti bellissimi e ho avuto la fortuna di salire quello che ancora oggi per me resta il passaggio più bello che abbia fatto! Come sempre, nella notte dei tempi (…) avevamo scoperto quest’area semi-sconosciuta insieme a Funsu, Boulderdoc alla mano, attratti soprattutto dal desiderio di vedere posti nuovi, dalla descrizione che ne facevano sulla guida e dalla quota che prometteva aderenza anche d'estate (anche se forse a quei tempi l’aderenza non era la nostra soluzione…). Effettivamente il posto era incantevole e non eravamo rimasti delusi, ma comunque durante i primi anni ci siamo sempre limitati ad arrampicare su quanto già fatto precedentemente, soprattutto sul masso centrale che si vede a monte del lago, in mezzo al prato. Assolutamente superbo, di una roccia a grana rossa fine a piccole tacche e piatte, alto e con molti passaggi ancora da salire, di quei massi che speri di trovare a decine ma che purtroppo, non essendo a Hueco e a Joshua Tree, ti devi far bastare per una vita… dopo qualche visita è stato Funsu il primo a lanciare l’idea di provare a vedere se mai ci fosse stato qualcosa di fattibile ed interessante nella pietraia poco sopra e da lì è scattata la molla! Tantissimi massi, un grana più grossa e ruvida e soprattutto nessuno in giro, non potevamo aspettarci di meglio! Certo le cadute erano da mettere a posto e spesso le altezze a cui si arrampicava non erano proprio da boulder classico, ma per contro non c’era molto da pulire, pochi licheni e roccia solida, quindi bastava solamente iniziare e buttarci un po’ di tempo.
 
Masso superiore dell'anfiteatro, la linea a sx è "l'incrocio di lorenzo"
 
I primi passaggi erano essenzialmente dei “tentativi” per tastare il terreno e vedere se effettivamente il potenziale era solamente nella nostra testa oppure esisteva davvero, ma non ci dovemmo ricredere. Presto armati di spazzola di ferro, palanchino (Funsu insegna…) e vernice rossa iniziammo a segnare le prime chicche: “l’incrocio di lorenzo”, “fiume sotterraneo”, “totem”, un po’ per il posto che aveva un non so che di sacro non solo per il santuario sottostante un po’ per la nostra voglia di andare controcorrente, decidemmo di dare dei nomi altisonanti e soprattutto, cosa di cui ancora oggi vado fiero, di non gradare. Individuavamo la linea, pulivamo e cercavamo di salire, senza pensare a cosa sarebbe venuto fuori, magari un 5 magari un 7, ma comunque alla sera si tornava sempre contenti a casa! Alcune placche rasentavamo il limite del fuori di testa, sempre e solo senza aver provato prima le linee con la corda, ma ci si buttava comunque confidando nella buona sorte e sul fatto che in quel posto forse eravamo più “tutelati” dall’alto… fin dall’inizio comunque la linea che ci attrasse di più era quella a sinistra sul masso al centro del piccolo anfiteatro, una serie di tacche sfuggenti e rovesce con uscita aleatoria, linea che però ci era sembrata fin da subito infattibile. Iniziammo comunque a tempo perso a pulirla e a buttarci qualche tentativo giusto per capire dove si sarebbe andato a parare: i movimenti erano bellissimi ma davvero troppo oltre, non si riusciva a mettere insieme il puzzle. Poi un giorno di scazzo totale, mentre Funsu provava qualche passaggio nuovo, decisi di fare un giro, ma senza troppa convinzione, giro che invece andò abbastanza bene, una di quelle volte (rare) in cui un lumicino si accende in fondo al cervello e ti fa vedere la méthode giusta! Riposai il giusto, ripassando mentalmente quanto appena fatto, e quando mi ci attaccai di nuovo mi trovai in cima come per miracolo, strafelice, una salita che giuro ricorderò per sempre tanto fu entusiasmante: il passaggio più bello che io abbia mai salito! Funsu decise di chiamarlo “giudizio universale”, non tanto per pompare sul blocco in se quanto per il fatto che proprio sopra a quella linea c’è un’enorme pietra a mo’ di tetto che si spera non cada mai, soprattutto con qualcuno sotto ad arrampicare: quello è il giudizio che attende chiunque capiti da lì! Un’estate stupenda ma quella non fu l’unica ciliegina sulla torta…


Masso centrale dell'anfiteatro, la linea a sx è "giudizio universale"


Una domenica decidemmo di tornare su per pulire un altro po’ ma purtroppo era la domenica del merenderos incazzato: macchine, tavolini, moto, bici ovunque, impossibile salire oltre, quindi dietrofront. Scendendo però ci venne in mente un blocco enorme visto oltre il fiume, che presentava una facciata strapiombante a 40° dove s’intravedevano delle prese. Arrivati alla base non credevamo ai nostri occhi: le prese c’erano, anche nei posti giusti, la base non era male, l’unica cosa era la quota, troppo bassa per arrampicarci ad agosto… una linea comunque venne fuori, da completare con la sit, dal nome emblematico della giornata quasi andata in fumo: “la domenica delle salme”, Funsu ha sempre avuto una particolare predilezione per battezzare i passaggi! Il resto però restava e resta tutt’ora da fare, un solo masso certo ma con un potenziale secondo noi davvero interessante.
 

Masso Pilgrimage

Questo è Sant’Anna di Vinadio, un posto che resta ancora da valorizzare a pieno, dove arrampicare senza il patema d’animo del grado (che sia questo il motivo della scarsa frequentazione?...) con un paesaggio dei migliori intorno. A completare il quadro la falesia poco sopra il parcheggio, con molti tiri facili davvero carini in pieno nord e qualche via interessante (non mi esprimo invece sui tiri chiodati sopra il lago…)! Sicuramente un posto da local da frequentare in estate oppure per chi è armato di poca pazienza ma molto spirito di abnegazione consiglierei di evitare le domeniche estive e provare ad andare in autunno, aderenza assicurata! Nel merito dei blocchi non mi sento di consigliare qualcosa in particolare ma di girare e provare alcune delle linee già segnate oppure di provare ad aprire qualcosa di nuovo, sempre nel rispetto della roccia e della montagna (prendiamo esempio dall’inutile presa scavata nell’altrimenti bellissimo traverso centrale del masso classico…), QUI potete trova un mini topo dell'area.       

martedì 9 luglio 2013

STRONGER THAN EVER


Difficile in questo periodo allenarsi, difficile e duro molto più del solito per tanti motivi. Da una parte la voglia di partire da solo dopo il lavoro e fare un’ora e mezza di viaggio A/R fino in palestra, dall’altra il caldo opprimente che ti toglie ogni forza e che a contatto con la resina lima la pelle all’inverosimile, ogni cosa diventa più dura del normale. Avresti voglia di andare all’aperto e cazzeggiare fino a notte, senza impegnarti troppo su qualcosa di specifico, ma dentro di te sai bene che allenarsi è un’altra cosa: faticare, provare e riprovare, tirare ghisa e poi riniziare. Ogni tanto mi chiedo se serva realmente tutto questo oppure se sia diventato solamente una routine (dato che poi i risultati sono quelli che sono…), ma poi con testardaggine torno alle mie convinzioni: sapere di avere dato il 99% di quello che avrei potuto fare e che forse la prossima volta proverò a tirar fuori anche quell’1% mancante! La motivazione è tutto, non è il risultato finale che conta più di tanto ma come l’hai ottenuto! Se sai di aver fatto il possibile non avrai niente da recriminare a te stesso, non avrai mai il dubbio che forse, ipoteticamente, avresti potuto fare meglio perché sai consciamente che hai dato tutto te stesso e che di più non avresti potuto fare.
Non apprezzo tanto le persone che hanno delle qualità innate ma quelle che invece sputano sangue per raggiungere un obiettivo lontano! La motivazione non manca mai, nel momento in cui mi accorgerò di non aver più la spinta lascerò perdere e passerò ad altro per non perdere il mio tempo inutilmente, ma intanto stasera allenamento a secco!


lunedì 1 luglio 2013

SU E GIU PER IL PIEMONTE


We di fuoco quello appena trascorso, ed ora anche i polpastrelli sono a fuoco! Con un meteo decisamente favorevole sia sabato che domenica ed un’aderenza fuori del comune per il periodo (sabato faceva pure freddo…) siamo riusciti con Elena ed una bella banda di amici a far fuori un po’ di pelle attaccati ai massi.
Sabato dedicato al Remondino! Giornata decisamente stupenda (a parte l’alzataccia e l’avvicinamento che stavolta ho patito non poco), blocchi come al solito favolosi, condizioni davvero molto buone. Prima volta in zona per me ed Elena quest’anno e devo dire che il lavoro fatto da Ale e Claudia è semplicemente ottimo, un enorme grazie a loro che si sono sbattutti per pulire, mettere a posto le basi e salire alcune chicche davvero degne di nota. Molti blocchi nuovi, alcuni ancora in gestazione, passaggi come sempre ditosi e tecnici ma anche alcune new entry su piatte da paura, panorama rilassante e bellissimo, l’ideale per ricaricare le pile dopo una settimana merdosa. Abbiamo in previsione di fare un guidino dell’area con tutte i passaggi storici saliti nei decenni scorsi oltre a quelli liberati negli ultimi 2-3 anni, per cui ci vorrà magari un po’ di tempo ma che speriamo possa incentivare la frequentazione di un’area che merita davvero parecchio, quindi stay tuned!
Domenica invece dedicata al Barbara! Con ormai poca pelle a disposizione ed energie ridotte all’osso ci siamo spostati nella mecca piemontese dei blocchi, in compagnia di Lorenzo, Laura e Nic, oltrechè altri amici che abbiamo poi trovato sul posto. Anche ieri giornata buona, fortunatamente coperta, e tanta gente in giro ad arrampicare. Giornata di tentativi, da una parte Elena che per poco non porta a casa un 6C molto bello (e alto!), dall’altra io che sbatto il muso su Big Mother, finalmente potendolo provare con un po’ di calma. Lorenzo da parte sua sale veloce un bel 7B che avevo fatto lo scorso anno, dove bisogna avere un bel po’ d’impulso per schiodare, e per poco non stampa anche Slim Bastard con una nuova méthode: grande, la prossima sicuro e tuo! Io non vado molto lontano sul mio progetto, dato che dopo qualche giro mi apro la punta di due dita e col nastro non posso pretendere granché, ma son contento perché c’ho finalmente capito qualcosa in più, quindi ora tempo di riprendermi e poi voglio passarci sotto una giornata intera per vedere se riesco a metterne insieme i pezzi! Giornata finita con qualche tentativo ancora su Crazy Sheep e i muscoli che ormai si rifiutano di continuare da parte mia e qualche giro non troppo convinto di Elena su Selezione naturale. Questo posto ogni volta mi stupisce sempre di più, davvero un’area come poche ce ne sono in giro.
PS notizia dell’ultima ora: Ale Penna ha liberato il progetto di lunga data al masso di King Kong al Pian della Casa, uno dei più belli a mio parere che restava in zona. Un vero blocco di 2 movimenti su un muro leggermente strapiombante a tacche nette e dolorose, provato invano da parecchia gente negli ultimi anni! Il nome The Twins, il grado… duro, parecchio!