venerdì 27 gennaio 2017

ARCADEMICIEN

In questo periodo di tanto allenamento e poca roccia, neanche a farlo apposta, la voglia di arrampicare è direttamente proporzionale alla ghisa prodotta... e non potendo sfogare il mio desiderio nella realtà mi accontento del virtuale, un video dopo l'altro, facendomi sempre più male! Forse il video che più ho visto e che ancora adesso non mi stanco mai di rivedere a nastro è questo sotto: un tiro bellissimo, se mai incontrassi il famoso genio della lampada per me sarebbe un desiderio "roccioso" che vorrei scucirgli, e poi come lo stampa Alizée trovo che sia una favola da vedere! Bello, tecnico, ditoso, il genio dovrebbe proprio impegnarsi nel mio caso... e aspettando la neve, naturalmente nel weekend, mi preparo alla plastica...
 
 


lunedì 23 gennaio 2017

AL CONTRARIO

Mi piacerebbe fare falesia più spesso, falesia come dico io quindi tiri corti e intensi, e in realtà era anche uno degli obiettivi che mi ero messo in testa per quest’anno. Poi però ho lasciato perdere, principalmente perché per divertirsi bisogna andarci spesso, cambiare mentalità, impegnarsi e purtroppo questo significherebbe farci i weekend lasciando a casa topo da solo negli unici due giorni della settimana in cui può stare con noi e divertirsi libero. Perché onestamente di portarlo quando faccio corda, magari col rischio di beccare altri cani e rompere il cazzo al mondo intero, non mi va… quando però capita il giorno in cui non abbiamo voglia e testa di tirare come porci sui blocchi qualche tirello in tranquillità mi piace davvero farlo. Come dire, facciamo esattamente l’inverso di quello che il classico climber fa o dovrebbe fare, ovvero blocchi ogni tanto per divertirsi e come train per la corda!
Sabato, complice l’allenamento intenso di questo periodo, abbiamo deciso di mettere da parte il pad e prendere la corda giusto per evitare d’incazzarsi non capendo perché le braccia non rispondano ai comandi; l’idea iniziale di andare a Caprauna è svanita non appena abbiamo passato il colle, con un vento forte e freddo che ci ha sbattuto in faccia subito quello che sarebbe stato l’andazzo della giornata. Decidiamo di scendere alla Galera, un posto di cui tanto ho sentito parlare, bene e male, ma per noi completamente nuovo; avvicinamento decisamente troppo lungo, non sarebbe stato male portare la parete quella mezz’ora più in basso oppure fare una bella asfaltata almeno fino allo Scudo per evitarsi un po’ di fatica! Arriviamo e, ottima sorpresa, non c’è praticamente nessuno, per me un plus non da poco perché se c’è una cosa che proprio non sopporto è far coda sui tiri oppure giocare a chi parte prima, piuttosto non arrampico. Il sole c’è, caldo, il vento pure, freddo, per cui si crea quella strana situazione per cui congeli mentre il minuto prima muori di caldo col piumino addosso oppure ti ritrovi sul tiro e come se non bastasse la fatica di fare più di 3 metri di arrampicata hai pure uno stronzo invisibile che ti vuole sbattere giù. In ogni caso roccia ottima anche se a prima vista sembra un marciume unico e chiodatura generosa, tiri dall’appena verticale a tacche al tetto a presoni ignoranti con lunghezze mai eccessive; partiamo con qualche tirello di riscaldamento, continuiamo con qualche tirello facile, finiamo con un paio di tiri tranquilli anche se in realtà la voglia di buttarmi su Black Dolphin o Karosta era davvero tanta perché quel grottino è godurioso solo a guardarlo, ma in questo momento forse non avrei clippato neanche il primo… una giornata superba comunque, un tiro dopo l’altro senza mai fermarsi per arrivare al tardo pomeriggio completamente devastati neanche avessimo fatto Silbergeier ma soddisfatti e divertiti come bambini. Inoltre quella vallata è davvero splendida in giornate come sabato, roccia stratosferica ovunque con le pareti che al tramonto prendono colori che non staccheresti più gli occhi!
Secondo obiettivo del weekend: svacco! Totale, in abbondanza, al caldo (tanto) e senza orari da rispettare. Domenica goduriosa, finita al pannello con le braccia che mi sfanculano, un paio d’ore per decretare la vittoria del moonboard sull’uomo, netta e definitiva… sto patendo, son sincero, la scheda che mi son prefissato di fare sto mese ma l’avevo messo in conto e quindi mi rassegno sperando in tempi migliori.

lunedì 16 gennaio 2017

IL GIORNO PEGGIORE DELL'ANNO?

Lunedì. Weekend di merda e giornata statisticamente (su che basi non ho ben capito) peggiore dell’anno anche se onestamente io non ho trovato differenza da tanti altri lunedì. Tra un video e l’altro penso a quanto si stanno protraendo ste giornate spaziali per arrampicare e mi chiedo se allenarsi come un malato in questo momento sia la cosa giusta, per poi arrivare alla conclusione che si ci sta, assolutamente ci sta, anzi proprio non potrei farne a meno… ho le palle gonfie di sto freddo di merda, non riesco più a sopportarlo cazzo, quando ancora sciavo ci andavo a nozze, eravamo anche in inverno perennemente in maglietta e non beccavamo un cazzo, ora come ora se non mi vesto come un pagliaccio il giorno dopo son alla frutta. Che fosse l’alcool decisamente più abbondante? L’abitudine? O semplicemente l’aver 20 anni in meno?! In ogni caso sto facendo il conto alla rovescia per arrivare a marzo, giornate lunghe, meno freddo e buttare un po’ di tempo tra me e gli eventi di fine 2016 che ancora bruciano parecchio…
In ogni caso, come dicevo, fine settimana all’insegna della merda. Sabato siamo andati in Valdinferno, io non volevo arrampicare e tenermi per il giorno dopo mentre Elena era gasata per Gillette. Alla fine Elena è stata male nella notte e quindi il giorno dopo era a pezzi mentre io se vedo roccia divento come un toro che vede rosso… e niente, un po’ di passi facili ma sempre molto belli, giusto per dire “ho fatto qualcosa”: rifatto Gillette, un po’ di blocchi in giro e poi un passaggio molto bello e per niente scontato nonostante il grado abbordabile al masso del cinghiale, “Mocambo”, penso sia di Torielli, fatto sta che bisogna strizzarle parecchio, strano per Valdinferno…
E poi ieri: rielaboro i miei progetti, non mi va che Elena stia a guardare mentre arrampico, alla fine decidiamo per Novalesa, il periodo è quello buono e poi li c’è un po’ di tutto e io devo ancora provare “Nel nome del padre” che da un po’ mi frulla in testa. Arriviamo a Susa e inizio a sentire odore di inculata, arrivo a Novalesa e già mi brucia, arrivo dal parcheggio e il danno è fatto. Neve, fresca e ovunque ma soprattutto sui massi, ma quel che è peggio vento forte. Son sincero, in altre epoche avrei arrampicato, una spolveratina e via tanto faceva talmente freddo che di colate non c’era l’ombra, ma ora no, mi rifiuto categoricamente. Dietrofront, che si fa? A me è scesa mentre Elena propone Montecapretto, un bel masso sopra Almese scoperto grazie a Giova l’anno scorso. OK tanto per andare a casa al muro rifaccio un po’ di passi li visto che di nuovi praticamente non me ne restano da fare, quantomeno i più belli e logici (e non mortali). Ma alla fine come sempre in questi casi lo scazzo aumenta in modo direttamente proporzionale ai km fatti e alla fine la giornata e bella buttata nel cesso! Capita il weekend storto, non mi interessa, va bene comunque così perché alla fine anche girare a vuoto ma in buona compagnia e soprattutto libero da ogni impegno è piacevole e quando alla sera torni a casa, al caldo, con un bel bicchiere di vino e ripensi alla giornata tutto sto schifo non ce lo vedi mica!
Ma ora son già in ralla per l’estate. Un po’ presto ok ma ho bisogno di obiettivi a lungo termine. Il programma è già bello fatto e spero che non vada a monte: Silvretta soprattutto per vedere un posto nuovo e spellarsi per bene le dita, in estate, via dal caldo e (spero) dalla folla. Ma ho voglia di ributtarmi a trovare posti e blocchi nuovi, uscire dai soliti giri, dalla menata di provare passi già saliti, pulire roba nuova ecco. E questo spero anche prima di quest’estate. Ma ora tocca allenarsi che altrimenti non si va da nessuna parte. E poi a star fermi si pensa troppo…

venerdì 13 gennaio 2017

FUORI UNA

Prima settimana del nuovo allenamento finita, o quasi perché ho ancora davanti il weekend. Ho tutti i muscoli, anche quelli che non sapevo più di avere, smollacciati e doloranti, faccio fatica pure ad alzare le braccia, quindi posso immaginare che il fine settimana non sarà proprio all’insegna della prestazione pura… anzi sarebbe da fare un bel centro commerciale tour ma onestamente quella è l’ultima spiaggia prima della casa di riposo!
Penso di averci dato dentro niente male con il nuovo train mixando questa volta una bella scheda di Jolly incentrata sulla resistenza con una sera di sola muscolazione e trx e aggiungendo un po’ di circuiti, risultato: un frullato di fibre muscolari! Dovevo fare un lavoro del genere, a costo di scendere notevolmente nel breve periodo, perché sentivo di avere un massimale abbastanza alto ma che si esauriva nel giro di 4-5 movimenti, il che anche sui blocchi ragionando su un’intera giornata non ha comunque senso. Mi son tolto qualche soddisfazione ad inizio anno, ora devo resettare il cervello e partire dal presupposto che sto mettendo le basi (spero) per una primavera di fuoco, anche se le condizioni fuori ora come ora son eccezionali e sembrano pure andare migliorando. Ma purtroppo qualcosa devo sacrificarlo, il sempreinforma non esiste…
Essenzialmente mi piace allenarmi e sentirmi devastato, mi sembra di aver lavorato correttamente quando al mattino mi sveglio e fatico a tirarmi giù dal letto. Spero nella supercompensazione. E poi mi piace salire in palestra e faticare con Elena (io col sorriso sulla faccia lei no) fino a tardi tra pesi, pan, travi, ognuno sul suo ed è anche un bel modo di scaricare la tensione della giornata. Segnalo qui un bel link ad un video (da vedere assolutamente intorno al minuto 2.40!!!) che fa riflettere, parecchio: ad esser vecchi, dentro e fuori, c'è sempre tempo, meglio non buttare nel cesso il presente!

lunedì 9 gennaio 2017

FRESCHETTO...

Fine settimana di boulder con alti e bassi ma tutto sommato era esattamente quel che volevo fare e quindi non posso lamentarmi. Abbiamo rischiato, ci abbiamo provato, è andata male ma se non fossi salito ad Ailefroide non l’avrei mai saputo. E poi non avevo per le palle di tornare nei soliti posti quindi son contento della scelta alla fin fine.
Venerdì non volevo sfondarmi troppo quindi la mezza giornata era l’ideale; progetti nuovi zero quindi l’alternativa era tornare su qualcosa abbandonato gli anni scorsi (la lista è lunga quindi problemi a scegliere non ne ho…) e Sciopero mi è sembrato subito ottimo da riattaccare. Dopo la rottura della tacca è diventato davvero duro, l’hanno fatto cani e porci ok ma io quel singolo lo trovo maledettamente estremo e proprio per quello mi ero scazzato e avevo abbandonato un paio di anni fa, ma alla fine se i passaggi non si provano con la testa giusta non c’è verso e ora come ora mi sembrava di essere abbastanza “pronto”. Freddo faceva freddo, non troppo rispetto ad altri posti ma comunque si girava intorno allo zero e in quella grotta sempre all’ombra anche un po’ meno credo, comunque impacchetto tutto, topo compreso, e partiamo per il Bracco al mattino presto. Riscaldo tranquillo e via con i soliti tenta che vanno meglio del solito: infatti dopo 3 giri tengo sta tacca di merda e riesco a proseguire senza problemi. Son contento, non mi era mai entrato sto singolo e la ralla di tornare a provare seriamente il passaggio mi torna per bene ma non voglio strafare per tenermi un po’ per il giorno dopo, quindi faccio qualche altro passaggio nei dintorni e poi via a casa.
Sabato mattina sveglia alle 6… con Filippo abbiamo il gancio per le 7, esser su troppo presto è inutile e oltretutto già a casa i termometro segna -8… viaggio easy e siamo a Vallouise alle 10, giusto in tempo per un croissant e un litro di caffè. Il cielo è stupendo, la luce a tratti e talmente chiara che infastidisce e io spero che andando verso mezzogiorno un po’ si scaldi l’aria. Chi vive sperando giustamente… ci scaldiamo, ci proviamo, si alza anche il vento e a tratti sembra nevicare ma c’è il sole e quello che vediamo è ghiaccio di riporto; le prese son talmente fredde che noi pur non sudando le bagnamo al contatto. Io son piantato, non riesco ad ingranare e i muscoli non rispondono… scendo dal mio progetto, le Peché, e capisco subito che non è neanche il caso di portare i pad qui, tutto è all’ombra ed è impossibile anche solo togliere i guanti. Allora optiamo per far qualcosa alla plaque, che è in sole pieno ed oltretutto un allagamento la scorsa primavera ha creato una base stupenda tutta in sabbia dove prima invece c’erano massi enormi. Io comunque nonostante sia vestito a strati come 2 cipolle non riesco a far niente, indecente! Filippo invece ci dà alla grande e si porta a casa la Prouesse, un bellissimo passaggio parecchio di stimolo, oltre ad altri sempre in zona. Nel frattempo arrivano dei ragazzi dell’Argentiere e tra una ciancia e l’altra mi confermano che durante l’ultima settimana del 2016 le condizioni erano ben altre, più caldo e scalabile, mentre adesso è davvero una situazione limite e ci fanno i complimenti per la motivazione… grazie al cazzo, dei complimenti me ne fotto! E nel mentre, giusto per tener alto lo spirito, inizia a nevicare, questa volta sul serio, segno che forse è meglio impacchettare tutto e tornare a casa con la coda fra le gambe. Beh, dopo una giornatina così l’unica voglia che avevo era di stare almeno a 25° tutta la sera e guardare la TV addormentandomi piano piano dopo un bel single malt e invece no! Alle 2 di notte son al pronto soccorso veterinario per topo e il mattino dopo chiaramente non son neanche le 9 che già suona il telefono… le bestemmie son incalcolabili ma soprattutto hanno anche quel non so che di deliziosamente nuovo che le rende quasi poetiche. Per finire mi devasto al moonboard ogni singola fibra non ancora congelata dal giorno prima perché per riposare c’è sempre tempo, forse…

Sciopero, singolo di merda...

Panorama estivo a Ailefroide...

Topo e il pattinaggio artistico



Filippo su la Prouesse






 

mercoledì 4 gennaio 2017

BELLO BELLO!

Giornata da incorniciare quella di ieri! Con una decisione presa all’ultimo momento saliamo in Valdinferno nel primo pomeriggio con la ferma intenzione di 1) non incontrare nessuno perché in questo momento non ne ho per il cazzo, a meno che non sia una persona selezionata e non rompicoglioni 2) rimettersi sulla roccia cercando magari di chiudere qualcosa.

Aderenza spettacolare e giornata neanche troppo fredda, sempre intorno allo 0° per carità ma col vento dalla parte giusta. Ore 14: subito da Nola, abbandonato prima di tutto quanto è successo, trovo subito una methode, la terza, a me più congeniale che usa le stesse prese ma arriva statico alla tacca buona sopra e lo chiudo al terzo giro. Passaggio fantastico, grandissimo Filippo che ci ha creduto e l’ha chiuso prima di tutti, una perla stupenda in Inferno che merita davvero un po’ di pelle. Ora 14.45: scendo dalla macchina e poi da Gillette. In realtà mi son sempre rifiutato di provare questo passo perché… il nome dice tutto. Poi Elena quest’anno si è fatta salire la ralla e allora mi ci son unito la settimana scorsa. Fatto quasi subito in piedi, abbastanza incredulo, inizio a buttare qualche tentativo da sit, salito da Ale Penna un paio di anni fa. Martello un po’, ma onestamente la scorsa settimana, a parte una volta, non ho avuto dalla mia le condizioni giuste che qui fan davvero la differenza, ma non lo sentivo poi tanto distante. Praticamente si tratta di tirare a morte l’unica tacca usabile da sit, di destro, coi piedi in bocca, e lanciare ad una piatta pure messa male… Ore 15: mi siedo, lancio, tengo la piatta, la guardo un attimo perché non ci credo, riordino le idee e proseguo arrivando in cima al primo giro della giornata! Ancora adesso onestamente faccio fatica a crederci, per me questo è sempre stato un passaggio simbolo della Valdinferno, un po’ per la bellezza di quel muro un po’ perché a vedere il video di Giova non mi è mai venuta granché voglia di farmici del male… e invece anche questo è fatto. Per il grado direi che il 7C ipotizzato inizialmente da Ale ci stia, naturalmente 1 pad sotto al culo in partenza e non di più perché il duro del primo movimento c’è tutto e se lo si azzera…

A quel punto allora che fare? Un bel giro per il bosco in cerca di nuovi massi, qualcosa l’ho trovato me niente che mi abbia fatto venire l’acquolina in bocca quindi alla fine credo che il masso sotto la costa bruciata visto lo scorso anno sia l’opzione migliore per le prossime volte. Ora mi attende un bel weekend lungo dove ho intenzione di darci dentro al massimo su vecchi progetti abbandonati e in posti nuovi a esplorare un po’ perché poi con l’allenamento che ho messo giù dalla prossima settimana sarà già dura alzarsi dal letto!

Nola sit

Gillette sit

lunedì 2 gennaio 2017

CHE DIRE?

Si ricomincia, da zero più che altre volte quest’anno per me. Purtroppo devo obbligarmi a voltare pagina e annullare questi ultimi giorni, ricordando solamente quanto di piacevole e bello mio padre mi ha regalato in 39 anni. Quindi praticamente tutto, ne ho di roba da ricordare e non mi stancherò mai di farlo, son stato davvero fortunato ad averlo a fianco per tutto quanto mi ha insegnato e per la persona stupenda che è stata. Ora però non devo fermarmi, lui non l’ha mai fatto in vita sua neanche nei momenti peggiori e io ora devo renderlo fiero di me allo stesso modo. Son contento di aver vicino persone come alcuni amici, senza di loro sarebbe stata troppo dura, così come aver con me Elena che è un regalo che per fortuna si rinnova ogni giorno: qualcuno ha la fede a sostegno io preferisco credere nelle persone, alcune non tutte, ma almeno l’amore non è un dogma.
Si gira pagina, non credo di aver molto da raccontare degli ultimi giorni del 2016 quantomeno non molto di interessante. Ho scelto di continuare ad arrampicare anche in questo periodo perché comunque mi ha fatto staccare un po’ la spina dalla realtà, non credo di esser stato irrispettoso e se qualcuno l’ha pensato… peggio per lui. Non ho fatto molto, Valdinferno qualche giorno, Bagnasco per qualche tiro in tranquillità e poi un po’ di moonboard, senza mai forzare la mano perché al momento non ne ho voglia; aveva davvero ragione Funsu quando parlando mi ha detto che in certi momenti ridimensioni alcune situazioni, come l’arrampicata ma anche il lavoro e altro, a quello che realmente sono: un gioco, un attimo, una rottura di coglioni, per cui forse ogni tanto è meglio chiedersi se valga davvero la pena mangiarsi nel bene o nel male il fegato. Vivere sempre e solo per il risultato senza concentrarsi sull’esperienza è una perdita importante, dovrei tatuarmelo addosso per ogni momento in cui lo dimentico.
Ancora questa settimana di transizione, senza troppe seghe mentali, e poi voglio farmi 2/3 mesi da sfondarmi di allenamento senza cognizione. Non mi interessa se la forma cala, non mi interessa se riuscirò a malapena a fare dei 7A, mi interessa portarmi di nuovo un po’ al limite e vedere fin dove posso arrivare. O sopportare. Non è il momento di fermarsi a riflettere troppo...