lunedì 12 gennaio 2015

PLASTICA E GHISA

Week end di ghisa quello appena trascorso, senza poter toccare roccia. Sabato a casa a far lavoretti vari, a sistemare la sala delle torture per la nuova scheda d’allenamento finendo la giornata con un veloce richiamino di blocchi al moonboard tanto per tenere le braccia in pompa per l’indomani.
Il programma della domenica in effetti era tornare a Novalesa a chiudere i conti eventualmente con un progetto lasciato in piedi e provare un nuovo blocco che sembra davvero bello, ma purtroppo appena arrivati in valle Susa inaspettatamente inizia a piovere. Onestamente col meteo che avevamo visto e con il cielo che avevamo lasciato a Cuneo non ci saremmo mai aspettati di ricevere un’inculata simile… presi dall’impasse del momento e non sapendo bene come ricucire la giornata decidiamo di ripiegare alla SASP a provare i blocchi del TCC (bestemmia abominevole vista la giornata, anche se a posteriori direi che è andata bene così). Tornando a Torino però abbiamo fatto sosta al masso del conte Verde a Condove, un posto bellissimo in cui non tornavo da circa 10 anni; i ricordi che avevo erano di un posto abbandonato a se stesso con questo enorme macigno erratico al centro di un prato immerso nei ruderi di questo castello, un ambiente stupendo non solamente per arrampicare. Ieri invece con nostra grande sorpresa (e anche un po’ di delusione) abbiamo trovato un posto totalmente recuperato, molto ben recuperato, e il masso su cui si scalava anni fa ora è totalmente contornato da scavi che hanno riportato alla luce le vecchie mura del castello; sicuramente dal punto di vista paesaggistico il risultato è positivo, ma il fatto che su quel masso non si possa più scalare onestamente è una grande perdita anche per la storia del boulder piemontese, visti i passaggi che c’erano ai tempi e i nomi dei primi salitori. Tantissimi ricordi (ormai le mie giornate arrampicatorie son fatte più di ricordi che di prestazioni, e a volte mi fa piacere che sia così!) di giornate passate con Funsu a provare quei passaggi sulla carta abbordabili ma in realtà davvero ostici, un’arrampicata tecnica, di sensazione, su roccia simile a quella del pian della casa ma levigata dal tempo e dal ghiaccio quindi ancora più difficile da intuire; in particolare ricordo lo spigolo di Carlo Magno, un 6C che era una vera legnata sui denti che avevo portato a casa dopo pomeriggi di fatiche e che ora come ora, anche se fosse ancora fattibile, forse non sarei più in grado di salire. Qui di seguito un piccolo topo redatto (mi sembra) da Massari per Infoboulder per chi fosse interessato a tornare e riliberare nella nuova versione quei passaggi, cercando di non farsi pinzare sul fatto dato che non credo che gli arrampicatori siano ben accetti… http://www.infoboulder.com/Boulders/ConteVerde/Guida_ConteVerde.php
Come dicevo, giornata e muscoli finiti alla SASP a provare i blocchi (duri) del TCC del giorno precedente, e che mazzate! A parte Elena, che è stata davvero una grande chiudendo diversi blocchi in relativa scioltezza fino alle verdi comprese, io e Funsu abbiamo vegetato in cerca di una piccola soddisfa che non è arrivata! Blocchi tosti, caldo opprimente ma sempre e comunque una gran bella palestra in cui tornare ogni volta che i bicipiti voglio faticare un po’, un paio d’ore li e il giorno dopo sembra che un rullo compressore ti sia passato addosso! E da questa settimana si riparte con l’allenamento invernale, terza scheda di fatica.
Un'arcobaleno che ci preannuncia pioggia...
Foto by Funsu

Foto by Funsu




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