mercoledì 5 novembre 2014

UNA NUOVA ROUTINE

Ieri sera prima dell’allenamento invernale, e la grande novità per noi, per me dopo più di 10 anni di troppi km diverse volte a settimana, è stata quella di salire le scale di casa ed iniziare a darci dentro. Incredibile! Una sensazione strana sicuramente, non essere circondati da altri psicopatici carichi di kg attaccati ai travi o ai pan ma solamente io ed Elena nella nostra palestrina non completa di tutto per ora ma già ben attrezzata, con la nostra musica, senza pressioni esterne e soprattutto senza l’ansia di dover finire entro una certa ora per ripartire verso casa e cenare alle 23… anche se poi in realtà non ci siamo andati molto lontano!
 
E stato sicuramente bello e non solo stancante tutti questi anni viaggiare per allenarsi: ogni tanto si partiva incazzati da casa e si rientrava rilassati, quasi sempre la compagnia mi aiutava a staccare la presa, a pensare ad altro. Ci son stati momenti incredibili, come per esempio quando si viaggiava avanti e indietro verso Ceva per allenarsi all’Anteo con Funsu, circondati da gente che neanche sapeva cosa facessimo essendo quella una palestra di sola pesistica. E alla fine pur essendo delle mosche bianche in quell’ambiente la gente si era dimostrata davvero piacevole e simpatica, spesso più di alcune sale d’arrampicata che ho frequentato negli anni dopo. Si perché il popolo rampicante è strano… entri in una palestra che non hai mai frequentato e ti trovi addosso gli sguardi interrogativi della gente che si chiede che tipo di climber tu sia: assiduo e incazzato o della domenica per regolarsi poi nei tuoi confronti, dato che spesso l’accoglienza che ricevi è direttamente proporzionale alla tua tenenza. Che minchiata… così come ricordo i primissimi tempi al Vertigo a Pollenzo, iniziavamo appena ad allenarci o quantomeno a provarci ma le serate finivano quasi sempre inevitabilmente in modo alcolico, anche se per merito mio e di Funsu avevamo organizzato una bellissima serata con Fabio Palma a presentare il suo nuovo libro e Giova a darci di diapo, eravamo stati davvero grandi. Oppure quando ero totalmente uscito di testa e mi facevo avanti e indietro verso Savona da casa per arrampicare sui blocchi tracciati da Core, belli per carità ma quella era stata proprio una cazzata oltre ogni limite umano. Per arrivare infine al Posto di Blocco la palestra che forse mi ha fatto crescere di più arrampicatoriamente parlando, la più completa e quella alla quale son più legato e che onestamente un po’ mi spiace non poter frequentare come prima: per la gente, le conoscenze fatte, le serate di bestemmie per la poca tenenza e le serate in cui ti gasavi perché riuscivi con facilità! Tutti questi anni mi hanno lasciato dei bei ricordi devo ammetterlo. Non è mai stato sbattimento altrimenti non l’avrei fatto, per me era allenamento certo ma anche uscire con gli amici non per andare in birreria ma comunque a divertirci a modo nostro, ad arrampicare che è la cosa che più adoro, a parlare di cose serie o sparare stronzate senza sosta.
Per tutto questo lo ammetto ieri sera ero strafelice ma anche un po’ perso, una malinconia latente per alcune situazioni che non rivivrò: ho fatto il salto di qualità per certi versi ma credo d’aver perso un po’ di approccio naif all’arrampicata. In ogni caso si continua, oggi son già a pezzi e stasera sarà dura, così come sarà dura domani ma non mi son mai fermato, neanche con la polmonite, perché allenarmi e distruggermi mi piace troppo, ormai è una droga inevitabile per me.
 
 

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