mercoledì 6 novembre 2013

RICERCA

Perché adoro così tanto arrampicare? O meglio perché adoro così tanto far boulder, perché la corda ormai l’ho abbandonata da tempo e forse non ho mai veramente iniziato, magari un giorno capiterà o magari no, poco importa. Comunque, amo far blocchi perché spesso ho la fortuna di passare giornate come quella di ieri. Nessun passaggio in particolare risolto, stato di forma abbastanza deplorevole ma una grande sensazione di libertà e piacevole rilassatezza in un posto bellissimo, disperso nei boschi della valle Gesso senza un’anima viva intorno se non qualche animale che son sicuro mi abbia guardato dubbioso tutto il giorno. In completa assoluta solitudine a ricaricare le pile e liberare la mente da ogni pensiero…
A volte mi assilla il fatto che a dedicare così tanto tempo ad una cosa sola rischio di perderne altre cento che potrei fare, di lasciar da parte persone vicine e amici, di esasperarmi nella ricerca di un qualcosa che non mi porterà da nessuna parte nella consapevolezza di essere uno dei tanti e di restare tale nonostante tutti gli sforzi. E a volte questi pensieri fanno scendere la motivazione, la voglia di continuare a farsi male ogni sera e a rotolarsi come un cinghiale nei boschi in cerca di 2 metri di roccia ogni weekend. Poi tutto si risolve in una giornata che ti fa capire che forse tutto questo lo stai facendo perché semplicemente ti fa star bene ed è quello che realmente vuoi fare. Punto. Le persone che ho lasciato da parte, come tutte le cose nel percorso della vita, fanno parte di quella sfera personale destinata a cambiare ed evolversi, oppure semplicemente rientrano in quella scrematura naturale che prima o poi deve avvenire. Non m’interessa esser attorniato da centinaia di “amici” per cui tu sei uno dei tanti ma piuttosto da poche persone per cui io sono essenziale nel bene e nel male. Non m’interessa passare serate intere a far festa per il gusto di devastarmi, l’ho fatto quando era tempo, mi sono divertito, ora preferisco godere delle mie giornate e magari ritrovarmi davanti ad un bicchiere di rosso in compagnia a far due parole. In particolare non m’interessa cercare di essere quello che in realtà non sono e far cose che non mi appartengono realmente, voglio sentirmi libero, almeno nella mia vita extra-lavorativa, di non buttare nel cesso il mio tempo guardando le giornate passare senza avere la possibilità di goderne ogni minuto. Possibilità che ora come ora il boulder mi dà.
Il mondo dell’arrampicata mi ha regalato un sacco di cose, persone nuove, amici, posti che magari non avrei mai visto ed esperienze che non avrei mai vissuto, ma prima di tutto mi ha fatto riscoprire il piacere semplice di stare a contatto con la natura e la consapevolezza che spesso la solitudine nella sua accezione più pura può essere un momento in cui riscoprire e valorizzare la persona più importante e sottovalutata al contempo: me stesso.
 

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