lunedì 10 febbraio 2014

ANONIMO

E nevica di nuovo. Oddio nevica, piove e fa schifo, una stagione assolutamente strana e per niente da boulder quella che sta facendo. E allora che fare se non rifugiarsi in palestra oppure sfruttare il po' di sole che ogni tanto esce per starsene spaparanzati a far niente o quasi. Ed è praticamente quanto abbiamo fatto il weekend appena trascorso: sabato a disfarsi per bene alla SASP con Elena, con blocchi forse un po' più "stupidi" di quelli a cui siamo abituati ma su inclinazioni decisamente allenanti per le braccine, 3 ore senza sosta o quasi di divertimento assoluto. Ieri giornata a Finale, in una falesia di ripiego che non è quella che avevamo scelto con Elena per far in modo che potesse riprendere con calma, tra colate, caldo e io che ho arrampicato tutto il giorno al limite dello sbocco e con un mal di testa allucinante. Risultato: giornata tendenzialmente di merda in una falesia che proprio non mi è piaciuta per nulla (strano a finale), l'unica cosa positiva è stato godere di una stupenda giornata al mare.
Manca il freddo, manca l'aderenza, i blocchi son sotto la nave, ultimamente non mi vergogno a dire che mi diverto più sulla plastica che fuori... gran brutta cosa!

mercoledì 5 febbraio 2014

ROUTINE?

Finito il quadrimestre di allenamento invernale anche questa volta. Un po’ più blando rispetto agli ultimi anni, o forse semplicemente il mio livello di volontà autolesionistica si è innalzato, ma molto di qualità e per questo devo assolutamente ringraziare Giova per le schede che mi ha passato. Ora voglio lavorare in modo totalmente diverso dagli anni scorsi, perché comunque mi son reso conto che non è più solamente l’arrampicare che mi può far fare quel minimo miglioramento che mi aspetto ma anche e soprattutto lavorare in modo specifico sui miei punti deboli, andare ad intensificare la dove sono più carente e solo in un secondo momento andare a trasformare. Purtroppo mi rendo conto di molte cose, prima fra tutte che anche se non ci avrei mai creduto a 36 anni i recuperi iniziano a farsi sentire e ad allungarsi e poi che comunque non sono un talento, non lo sarò mai, ma il fatto di aver iniziato davvero troppo tardi (24 anni…) oltre ad essere fortemente penalizzante fa sì che ogni miglioramento sia un lento combattimento con rapida distruzione ma ricostruzione molto lenta. Quindi non è il semplice arrampicare su plastica che mi può aiutare, ma piuttosto cercare di valutare bene dove voglio migliorare e come posso farlo e poi lavorarci su, senza far sedute apocalittiche di ore ma badando bene alla qualità e lavorando mirato in microcicli. E poi tutto quello che verrà fuori sarà tanto di guadagnato… quindi intensificare sulla forza pura e sulla body tension, dove sono abbastanza carente, ma soprattutto sulle dita dove più che carente son proprio una merda! E il piano di allenamento a breve termine l’ho già creato, naturalmente togliendo alla palestra e regalando al secco, con sedute di lavoro ai travi intense e senza piedi, che sono un vero toccasana (non il giorno dopo…) e sedute di dita diciamo così “particolari”. E poi naturalmente muro, meno ma meglio, e per finire il menù un po’ di simpatico pan gullich che ci sta sempre bene, il tutto sgrossato da una corsetta ogni tanto per far ricordare al cuore come dovrebbe battere normalmente. Mi piace troppo farmi del male, mi fa passare ogni serata post-lavorativa in relax facendomi dimenticare tutti gli stronzi che purtroppo ogni giorno mi trovo davanti, forse alla fine è un bene anche per loro che mi sfoghi lì e non in altro modo…
E dopo tutto questo sperare di riuscire ad arrampicare durante i weekend, toccare roccia, avere un po’ di sole e starsene in compagnia in qualche bel posto, anche se ora come ora a vedere le previsioni è pura utopia. L’unica cosa che resta da fare è imparare a memoria ogni video in rete; qui uno in particolare che mi ispira parecchio, un po’ per il tiro in se che onestamente credo sia un po’ il mio sogno impossibile per bellezza e difficoltà, e poi per come viene salito, in modo perfetto e armonioso da una delle (secondo me) migliori climber in circolazione.

lunedì 3 febbraio 2014

OPEN

Altro weekend di pioggia, altro weekend infarcito di allenamento su plastica. Dopo un sabato passato a far blocchi alla SASP, esaurendo ben presto la pelle (non avrei mai pensato di dovermi lamentare del caldo eccessivo…), ieri son tornato a Boves per finire in bellezza facendo circuiti al limite e cercando di alzare un po’ l’asticella (bassa) della mia resistenza. La motivazione resta alta nonostante il meteo di merda anche per i giorni a venire, non tanto per il boulder che in questo periodo mi ha un po’ stancato soprattutto di testa quanto per tornare a fare un po’ di corda decentemente che invece è quanto m’interessa in questo momento. Trovare nuovi progetti, nuovi stimoli ripartendo da zero o quasi, questo è quanto voglio fare a breve termine! E nel frattempo per ammazzare la noia ho letteralmente divorato uno dei migliori libri che mi sia capitato di leggere ultimamente, “Open” la biografia di Agassi uscita in Italia per Einaudi. Una lettura che mi ha preso in modo incredibile come poche volte ultimamente mi era capitato, di quelle che fai davvero fatica a staccare e che quando finisci resti un po’ con l’amaro in bocca che tutto sia già terminato perché ti piacerebbe averne ancora, magari averlo centellinato un po’ di più mi son detto… un’incredibile storia non solo di sport e dedizione allo stato puro, ma anche e soprattutto di una rinascita, una faticosa risalita come solo pochi campioni veri sanno fare, pagando con umiltà e sudore. Consigliatissimo anche a chi come me di tennis non ne capisce una fava!