martedì 31 maggio 2016

FOTO MITICHE 6


Potenza pura! Ecco cosa mi fa venire in mente questa foto, di una qualità piuttosto pessima anche perché estratta da un video, ma che rappresenta bene quello che era ai tempi lo scozzese Malcolm Smith. Ricordo che in un’intervista aveva dichiarato una cosa che avevo trovato piuttosto sconcertante e volendo anche un po’ antipatica, ovvero che i gradi nel continente erano decisamente regalati rispetto alla media che si trova nel Regno Unito: ho poi capito in seguito cosa intendesse realmente quando ho iniziato a uscire un po’ dal mio piccolo orticello e frequentare qualche posto nuovo, Svizzera in primis…
Comunque incredibile quello che riusciva a fare e la dedizione pura con la quale portava avanti i suoi obiettivi. Sua la prima ripetizione della mitica “Hubble”, considerata ormai in modo unanime come il primo 9a ma soprattutto direi io un blocco atroce tra l’8B e qualcosa in più, una linea a vedere dai vari video/foto certo non eccezionale, compressa il giusto, su cui però le ripetizioni si contano sulle dita (di una sola mano dato che almeno una è più che dubbia…) nonostante abbia ormai quasi 30 anni. Mitica la foto che lo ritrae mentre smagnesia sui due rovesci dove la maggior parte della gente invece neanche passa (Ondra compreso), così come incredibile il fatto non leggendario che avesse arrampicato e disarrampicato proprio da Hubble per far diverse foto sul tiro… appena maggiorenne è entrato prepotentemente nella ristretta schiera dei BIG di oltremanica, affiancando e in parte sostituendo le vecchie glorie, Moffat e Moon in primis, mantenendo ritmi di allenamento fuori del comune per la maggior parte dei mortali e ripetendo poi i vari testpieces dell’epoca, Dreamtime su tutti quando era ancora “intero” dichiarandolo forse per primo come decisamente sopravvalutato. E forse proprio i ritmi di allenamento bestiali hanno fatto sì che uscisse dalle scene troppo presto rispetto alle sue potenzialità ma comunque un climber e prima di tutto un blocchista puro che ha innalzato il livello e ha aiutato, come altri degli anni 90, a mettere basi empiriche sull’allenamento applicato al gesto arrampicata.
La foto mi rappresenta la dedizione al 100%, il fatto di riprodurre sul proprio muro di casa, ancora a stadi primitivi e con prese in legno (come diceva “per poter arrampicare di più senza intaccare la pelle e aumentare la prensione pura senza l’aiuto della grana della resina”), il passaggio di “Hubble” arrivando a ripeterlo a nastro anche dopo anni dalla salita del tiro stesso. Da tatuarselo addosso!

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