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Sant'Anna di Vinadio |
Finalmente di nuovo roccia!
E per un week end intero, dimenticando tutto il resto, scazzi e meteo di merda
compresi, per stare in posti stupendi in compagnia a fare quello che ci piace
di più. Sabato con Funsu ed Elena siamo tornati all’area di Sant’Anna di
Vinadio, il posto in assoluto che più mi rilassa ed in questo momento è forse
la cosa che più cerco: condizioni favolose fin da subito, fresco, aderenza e
nessuno in giro. Rapido riscaldamento e poi ognuno sui suoi progetti: Elena che
studia per bene “Gioacchino”, Funsu che rispolvera le méthodes migliori su
“Giudizio Universale” e io che tento un progetto abbandonato lo scorso anno
perché troppo duro (e così è restato purtroppo…). Dopo qualche giro Elena stampa
il suo blocco in modo assolutamente perfetto, una linea non così scontata come
potrebbe sembrare: un pannello leggermente strapiombante con tacche e piatte
abbastanza lontane e uscita da struscio! Complimenti, nonostante in questo
periodo non si sia più allenata continua a darci dentro, della serie che spesso
la passione fa più della forza. Funsu infila invece qualche buon tentativo su
“Giudizio”, quella che per me ancora oggi resta in assoluto la linea più bella
che abbia avuto la fortuna di liberare: un pannello a tacche piuttosto dolorose
con pochi piedi che richiede delle belle chiusure. Grande anche lui, tempo di
tornare in forma e agganciare il fresco e avrà ottime possibilità di stamparlo!
Io invece mi rimetto sul progetto iniziato lo scorso anno, la connessione fra
“Giudizio” e “Fiume sotterraneo”, una linea che a prima vista potrebbe non
sembrare così dura e invece oltre che logica è davvero un bastone: le prese
sono perlopiù buone ma ad una distanza siderale e i piedi o sono in bocca
oppure proprio non ci sono, il tutto con finale a sorpresa. Trovate un paio di
méthodes interessanti, le possibilità di farlo ci son tutte ma sicuramente devo
prima rimettere in forma la spalla destra che su questo passaggio viene
sollecitata parecchio. Giornata terminata in esplorazione nei dintorni e sul
masso del prato che offre ancora ottime possibilità di sviluppo su linee
durissime (come già era scritto sulla sacra guida Boulderdoc ai tempi).
Ieri invece, nonostante il
tempo pessimo, con Elena ci siamo fidati e siamo saliti al pian della Casa. Le
foto qui sotto fanno capire bene che tipo di tempo avessimo sopra la testa…
temporale incombente, freddo assurdo per luglio (con felpa tutto il tempo,
avessi avuto il piumino schifo non mi faceva…), ho deciso di lasciare la pelle
rimasta su “The Twins”. Per me in ogni caso, al di là del grado fine a se
stesso, resta sicuramente la linea più logica, pura e bella del cuneese: 4
tacchine, piedi quasi in spalmo, strapiombo leggero e via, un boulder stratosferico
che richiede molta aderenza. Felicissimo perché ieri è stata la giornata in cui
ho fatto i miei tentativi migliori di sempre, ora ho capito cosa intendeva Ale
quando mi diceva che a provarlo col freddo intenso sarebbe cambiato tutto!
Quando si è aperto il sorriso sull’indice destro ho deciso di dare ancora
qualche manata ad “Ambrosia”, ma le cartucce le avevo sparate tutte e quindi
non restava che tornare a valle.
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